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Atto primo: Polpa.
Mattia aveva imparato fin dalla giovane età come comportarsi per poter apparire sempre al meglio di se stesso.
Rideva a voce moderata, mai sguaiata, aveva una postura pressoché perfetta, con il petto ben in fuori e la linea sottile del collo bella dritta, parlava con tutti, però si crogiolava nella confidenza di pochi.
Per questo, benché i toni preponderanti delle sue iridi e dei suoi capelli contribuissero a concedergli un aspetto quasi serafico, quelle manie da signorotto accrescevano l'idea generale che egli avesse per lo più una parvenza alla stregua della regalità.
I suoi amici, in particolar modo coloro i quali rientravano nella stretta cerchia di persone a lui carissime, erano alquanto consapevoli di come quella facciata che tanto si ostinava a mantenere fosse, in realtà, frivola ed estremamente fragile.
Bastava pochissimo per portarla ad infrangersi, gettando alla poca cura del vento tutto ciò che avesse costruito fino a quel momento.
Ragion per cui, anche sfruttando il valido aiuto di Carola e Cosmary, aveva preso a circondarsi solo di chi riuscisse a dargli il massimo, senza volere niente in cambio — o, almeno, questo era ciò che credeva di aver raggiunto —.Tuttavia, soprattutto nelle relazioni sentimentali, gli veniva discretamente più complesso trovare dei partner che potessero appagarlo e, al contempo, tenere a bada quella parte sfrontata e capricciosa di sé, che faceva le bizze pur di uscire.
Così, con la profonda consapevolezza di quanto sarebbe stato controproducente starsene con le mani in mano ad attendere un'utopica parte mancante della mela ¹, si era rassegnato all'umano errare.
Sbagliava con la convinzione di starlo facendo di proposito e, tutte le volte, inghiottiva le proprie delusioni d'amore con la scusa di non esserne sorpreso, di sapere già che un epilogo strappalacrime sarebbe stato l'unico possibile, per forza di cose.
Credeva che ciò gli potesse arrecare sollievo e, pur laddove i bocconi fossero pregni d'amarezza, riusciva ad ingerirli stringendo i denti e strizzando gli occhi — forte forte, fino a non vedere più niente oltre il buio del suo sangue coagulato dietro le palpebre —.
Con Marco, però, le sue abitudini avevano subìto dei risvolti discretamente differenti.
Difatti, per ragioni ancora non pervenute e a tratti inspiegabili, aveva riposto nella figura del più grande una fiducia che mai aveva concesso ad altri, nemmeno a chi — a seconda di quanto ne dicesse Cosmary — era stato un partito decisamente migliore di lui.
Ci aveva creduto così tanto da risultare annebbiato, quasi come se avesse seriamente perso la ragione e si fosse smarrito in una landa pullulante di fumi.
Gli aveva lasciato passare qualsiasi azione, anche le più deplorevoli, persino quelle che, per puro spirito di sopravvivenza, avrebbe dovuto condannare nell'immediato.
Si era sciolto fino a farsi completamente forgiare daccapo, senza mai opporre un minimo di resistenza a nulla.
Le sue richieste — quelle che a Marco tanto piaceva definire " capricci " — erano andate via via a sbiadirsi, sostituite da una strana forma d'ubbidienza.
E, anche in quelle settimane passate in uno stato di estremo mutismo, Mattia si era adoperato quanto più potesse per il ragazzo, facendo il massimo per spingerlo al lastrico e obbligarlo a muovere un passo verso di lui.Perciò, nonostante quella sera fosse rincasato con un cruccio eccessivamente gravoso sul volto e avesse negato la parola a chiunque avesse provato a spillargliene fuori qualcuna, ciò non gli aveva impedito di rispondergli ugualmente.
Il desiderio di deprivarlo di una qualsivoglia forma di replica era sfumato non appena si era presentata la terribile ipotesi di compromettere totalmente gli sforzi degli ultimi giorni.
Quindi, aveva ascoltato i suggerimenti di Carola e Cosmary con orecchio mezzo sordo, ignorando di proposito tutte le parti in cui parevano volergli rimarcare quanto fosse opportuno tenersi alla larga da un " soggetto del genere ", e si era espresso in modo vago.
Non gli aveva concesso di capire chiaramente i suoi intenti ma, traslando tra le righe il significato dei suoi messaggi, era facilmente prevedibile come si sarebbe comportato da lì a poco.
« Raga, alla fine, » Aveva enunciato, « Non voglio fare la figura del bambino, capito? » Non gliene sarebbe potuto importare di meno, a quel punto, però quella motivazione sembrava l'unico capro espiatorio valido per giustificare l'idiozia delle proprie scelte, « Questo è, per questo mo gli rispondo, non per altro. » Bugiardo.
Poi, senza neanche il coraggio di attendere ulteriormente un loro parere — vigliacco —, si era deciso ad aprire la chat di Marco e fissarla per qualche istante.
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Boogie Woogie.
FanfictionMattia varca la soglia del Number One lasciandosi alle spalle le lacrime di una relazione terminata più rapidamente della propria volontà. Vizioso e senza freni, si abbandona alla calca di corpi sudati e senz'anima, con l'inconscia speranza di poter...