Marzo
E non è un'invenzione
e neanche un gioco di parole.
Se ci credi ti basta, perché
poi la strada la trovi da te.Simone e Jacopo avevano una tradizione ai compleanni: i genitori compravano sempre due torte, una a testa, ma loro si divertivano troppo a soffiare sulle candeline e una volta sola non bastava a nessuno dei due. Allora, quando erano diventati abbastanza grandi per pensare alla cosa, avevano deciso che avrebbero sempre soffiato insieme, prima su una torta e poi sull'altra.
Floriana li descriveva spesso così a chi non li conosceva, "Da piccoli hanno iniziato a dividere le candeline delle torte, e poi tutto il resto".
Il giorno del suo diciottesimo compleanno, Simone entra in classe leggermente in ritardo insieme a suo padre, che quella mattina ha deciso di guidare come un vecchio con l'ape e ha fatto fare tardi a entrambi. Quando apre la porta, però, viene accolto dalle grida e dagli auguri dei suoi compagni di classe e, girandosi verso Dante e vedendo il suo sorriso compiaciuto, capisce di chi sia la colpa di questa cosa.
Credeva che aver detto di non voler fare niente per festeggiare bastasse a, beh, non dover festeggiare, ma non ha tenuto conto della capacità di suo padre di non ascoltare neanche le poche parole che si scambiano ultimamente.
Sorride forzato e ringrazia i suoi amici, poi soffia un po' a fatica sulle candeline della torta - da solo sembra più difficile spegnerle tutte - e la divide in tante fette sottilissime per darne un pezzo a tutti. Suo padre, anziché fare il suo lavoro, sta seduto sulla cattedra e chiacchera con alcuni studenti. Quando incrocia lo sguardo di Simone, lo raggiunge e gli mette le mani sulle spalle.
"Buon compleanno, Simone", gli dice con un sorriso triste e gli occhi un po' lucidi. Gli lascia una carezza sulla guancia, poi batte le mani e chiede a tutti di andare a posto per iniziare, finalmente, la lezione. Simone cammina verso il suo banco in fondo all'aula tra le proteste di chi deve ancora finire la fetta di torta, e Manuel, già seduto, lo accoglie con un sorriso.
"Buon compleanno", gli dice anche lui. Poi gli si avvicina un po' con il busto, "Hai impegni oggi?", gli chiede a voce bassa.
Simone aggrotta la fronte, perché dopo la sera a casa sua del mese scorso si è abbastanza aperto con Manuel e gli ha già detto che non vuole fare proprio niente per divertirsi, che si sente triste all'idea di festeggiare da solo e che vuole soltanto che la giornata passi in fretta.
"Lo so, lo so, niente feste, voglio solo sapere se hai da fare con i tuoi".
Simone, ancora confuso, gli risponde, "Solo a cena, viene mia nonna. Perché?".
"Posso venire da te dopo?", gli chiede Manuel sorridendo, "Ho una cosa da darti".
"Manu...".
"Ti prometto che non è niente di che, voglio solo un po' di compagnia. Allora?".
Simone sa che se dicesse di no Manuel non insisterebbe e lo lascerebbe in pace, però l'altro lo sta guardando con la stessa espressione speranzosa che aveva quando lo aveva invitato alla propria festa di compleanno, mesi prima, e Simone deve ammettere che da quel momento Manuel non gli ha mai fatto del male, mai. Pensa di potersi fidare di lui.
"Va bene, vieni dopo cena".
"Grande", gli sorride Manuel, e poi si gira verso Dante per seguire la lezione di filosofia. Simone si chiede come sia possibile che da quel giorno di novembre il rapporto tra loro sia tanto cambiato e sia rimasto anche un po' uguale, ma non può lamentarsene. Se proprio deve scegliere qualcuno con cui passare quel maledetto compleanno, pensa che non ci sia persona migliore di Manuel.
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L'Isola che non c'è
FanfictionStoria di Simone con Jacopo. Copertina della straordinaria e talentuosa @/nanniswritings (@n4nnisuni su Twitter).