Giugno
Seconda stella a destra, questo è il cammino,
e poi dritto fino al mattino.Simone, seduto sulla scrivania della camera da letto di Manuel con le gambe aperte e senza maglietta, pensa che non potesse esserci modo peggiore di iniziare la giornata. Già si sente nervoso e un po' impaurito, gli mancava soltanto di finire in quella posizione che lo imbarazza da morire solo perché lo ha deciso Manuel.
Certo, lo prende sempre in giro per le camicie e i maglioni, ma mica lo ha mai obbligato a cambiarsi, e Simone certo non si aspettava che lo facesse proprio oggi. A quanto pare però non è vestito in modo consono all'occasione, e un piccolo lord come te non vorrà mica essere inappropriato?, gli ha detto quel bastardo con un sorriso stampato in faccia.
Ma poi proprio al Gay Pride uno non dovrebbe essere libero di esprimere sé stesso? Simone vuole esprimere tutta la vecchiaia delle sue camicie, e non capisce quale sia il problema.
Manuel però a quanto pare lo trova inaccettabile, e l'ha costretto a sedersi lì e a spogliarsi mentre lui è andato a cercare qualcosa in camera di sua madre. Se pensa che a Simone entrino i vestiti di Anita, deve rivedere il suo senso della misura, e possibilmente anche sbrigarsi, se non vuole tornare in una stanza vuota perché Simone sta per scapparsene a casa s-.
"Trovati!", esclama Manuel entrando in camera. Appena in tempo, vorrebbe dirgli Simone, ma si distrae perché vede che Manuel in mano non ha alcun vestito, ma solo una scatolina di plastica trasparente con all'interno dei tubetti colorati.
"E quelli che sono?", chiede Simone timoroso.
"Colori da usare sulla pelle! Speravo di trovare i trucchi, ma questi sono anche meglio", risponde Manuel tutto soddisfatto.
"E io dovrei andare in giro con la pittura al posto della maglietta?". Simone non crede di avere il pieno controllo dei muscoli facciali in quel momento, ma pensa che, se si vedesse da fuori, probabilmente potrebbe descrivere la propria espressione solo come atterrita. Manuel se ne accorge dopo un attimo, appena alza la testa dalla scatolina di plastica che sta cercando di aprire, e scoppia a ridere.
"Ma no, coglione, ti do una maglietta mia, questi vanno in faccia". Simone si sente solo marginalmente meglio, ma non prova neanche a dire qualcosa, perché Manuel nel frattempo gli si è avvicinato con pochi passi decisi e si è fermato solo quando ha toccato il tavolo con i fianchi, in piedi in mezzo alle gambe di Simone.
Per Simone l'imbarazzo è degenerato nella vergogna più assoluta, e con orrore si accorge del fatto che senza le sue solite camicie si nota che il rossore dalle guance gli scende sul collo e sulle clavicole, come tante chiazze di colore che si spargono senza che lui possa fermarle.
L'altro sembra non notarlo, impegnato com'è a cercare di aprire quella scatolina a quanto pare sigillata con la fiamma ossidrica, ma Simone vede il sorrisetto soddisfatto che Manuel sta cercando di nascondere con la testa abbassata e i capelli davanti alla faccia. Bastardo.
Poi Manuel riesce ad aprire la confezione con un verso soddisfatto, e la appoggia sulla coscia di Simone.
"Allora, scegli", gli dice ancora sorridente.
Simone, che sta ancora cercando di riprendere un contegno, fissa un attimo i colori, poi alza la testa verso Manuel. "Non sei tu l'esperto del dress code di questa cosa? E dimmelo tu quale devo scegliere". Manuel sembra pensarci un attimo, poi lo guarda e gli dice, "Ci penso io".
Simone annuisce poco convinto, ma Manuel tira fuori un pennellino dalla tasca e lo intinge nella cialdina rossa, piena di colore un po' pastoso. "Non sono tanto capace quindi non ti aspettare un granché, ma ci provo".
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L'Isola che non c'è
FanfictionStoria di Simone con Jacopo. Copertina della straordinaria e talentuosa @/nanniswritings (@n4nnisuni su Twitter).