1. White room

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Non vedeva altro che nero. L'ultima cosa che si ricordava era il rientro a casa dopo le prove con la sua band e poi un flash. Nient'altro. Nella sua bocca sentiva un gusto metallico. Era sangue. In quel momento sentì un dolore che gli invase il corpo, come se gli fosse passato un tir sopra.

Cercò di alzarsi, ma le sue gambe non avevano forza. Era disteso su una superficie fredda: un pavimento. La sua mente era pervasa da molteplici pensieri: dove sono? Come mai mi sento così?
Domande a cui non sapeva darsi risposta.
Ad un tratto sentì una porta aprirsi con un forte cigolio. Riuscì appena a scrutare una sagoma che gli disse con tono compiaciuto <Piaciuta la sorpresa?>

Impaurito, Jack implorò quell'ombra <Chi sei? Cosa vuoi da me? Lasciami andare, ti prego!>
<Chiamami Siper. Sei stato scelto per entrare nell'esercito di Moctezuma. Sarai una delle nostre cavie.>
Cavia? Cosa intende?
<Cosa volete farmi?><Vogliamo solo fare dei semplici test, tutto qui. Dovresti essere fiero di essere stato scelto. Un onore concesso solo a pochi eletti.> dichiarò Siper <Ma adesso basta chiacchierare. Ti stanno aspettando.>

Siper, grazie al suo fisico fin troppo atletico, fece alzare in piedi Jack e lo portò attraverso un corridoio. La luce fioca che emanavano le lampadine ai lati del muro, fecero sì che Jack vedesse meglio il suo rapitore. Era un uomo sulla trentina, di carnagione scura e la testa rasata. Il corpo, tonico e muscoloso, lo faceva sembrare una statua di ebano. Dopo aver attraversato quel corridoio, che a Jack pareva essere lungo migliaia di chilometri, entrarono in una stanza illuminata. Era un cubo bianco. Ogni oggetto lì dentro era di un bianco candido, comprese le pareti. In tutta la stanza saltava subito all'occhio una strana sedia situata nel mezzo. L'unico oggetto che stonava in quella onda bianca. Era di acciaio lucente, con braccioli che terminavano con delle corde per poter legare i polsi. Stesso dicasi per le caviglie. Jack venne scaraventato con violenza su quella sedia da quel energumeno. Gli legò mani e piedi.

Tutto quel bianco e tutta quella luce lo stordiva, la testa cominciava a fargli male. Siper prese dal banco lucente una siringa, con un ago che sembrava la punta di una lancia. L'interno della siringa era piena di uno strano liquido violaceo. Alla vista di quell'oggetto, Jack sentì un brivido attraversargli la schiena. il rapitore si avvicinò al ragazzo con un ghigno marcato sul volto.

Siper infilzò quella punta di lancia direttamente sul collo di Jack, facendolo urlare.

Ormai è tardi! Cosa mi succederà? Aiuto! Voglio tornare a casa!

La stanza si fece buia e le tenebre inghiottirono il povero ragazzo...

The dawn of the PumaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora