TANCREDI E CLORINDA.

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Di che godi, misero?
Triste sarà il trionfo effimero
di cui ti fregi, ti gonfi di pregi,
t'accasci un momento sotto i ciliegi.

Credi a me che so, son bella e son Narciso:
quando scoprirai chi hai ucciso
quel sorriso dal viso verrà reciso
tu, che mandasti la tua amata in paradiso.

Allor gli occhi tuoi pagheranno:
finchè non finiranno, mari di lacrime cadranno,
per ogni goccia di sangue che le macchiò il panno.

Uomini che ardon di sdegno,
armati d'impegno e d'ingegno,
in lotta interpretabile com'erotico disegno.

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