Quante canzoni si scrivono...

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" E' sempre bello..." "semi dai il mondo giura che, poi tu..." "respiri piano per non far rumore...". Quante canzoni d'amore si scrivono in Italia... Mi credete se vi dico di averne ascoltato almeno l'80%? Intendo di tutte quelle uscite finora. Si lo so che sono tante, ma che volete, ognuno ha i suoi interessi, le sue passioni, i suoi sogni. 

Capivo di non essere come le altre bambine da piccole cose, piccole e ripetitive, ma costanti ed eterne, un po' come i battiti di un cuore. Tanto per cominciare, io amavo disegnare i cuori sulla brina di umidità nei mesi invernali a Natale. Mia mamma mi intimava di non farlo, in effetti una volta asciutto il vetro sarebbe sembrato sporco, ma non me ne importava. Alla fine l'amore è giusto che sia esaltato. E se non lo faccio io chi dovrebbe farlo? Convenite, no?. Poi realizzavo dei cuori così meravigliosi, che quasi mi veniva voglia di estrapolarli dal vetro per sostituirli al mio. Davvero meravigliosi. Erano già come volevo che fossero: voluminosi, passionali, pieni di vita, e soprattutto intaccati già dalla freccia di Cupido. Quasi a suggellarne la natura, ad esaltarne le ambizioni, a dare un senso alla sua sinuosa, comprensiva ed emozionante forma .Il mio cuore piccolino piccolino, però era a disposizione solo della mamma, del papà e del mio cagnolino, avrei voluto condividerlo maggiormente, ma non avrei potuto fare altro. Lei comunque se ne prendeva la maggior parte ed ero felice di darglielo.

Lucenti capelli biondi, occhi azzurri vitrei, un corpicino piccolo, fragile ma al contempo in salute e pronto a proteggermi. Come poteva chiamarsi una persona così splendida se non Stella? Per l'appunto. Con lei avevo dei riti particolari; mi piaceva guardare assieme a lei le nuove puntate di pomeriggio di Giovani in Love, accovacciati nel divano, una a proteggere l'altra, chi per protezione chi per scopo di vita da regalare. Poi amavo quando insieme divoravamo le Box americane di cibo spazzatura. Ma spazzatura per chi? Erano meravigliosi. I cuoricini alla gelatina, le patatine, la coca cola alla ciliegia. Solo per noi. Per me e perla mia Stella di fiducia.

 Accanto a lei, sempre in macchina alla guida, sia a litigare con dei passanti che a fare manovra come un angelo, mio papà Omar. Fisico molto divertente, panciuto, basso, tozzo, abbellito da una faccia unica: in salute e dolce come una patata, ma anche sincera e amorevole come un bacio. Con lui non ho tanti momenti, ma quei pochi indimenticabili che ho, li conservo gelosa come una principessa con le sue coroncine: gli abbracci fuori scuola, le torte di domenica (sempre e solo fatte da lui), le esultanze in TV per le partite. Non è mai stato un uomo così chiacchierone, ma è il mio papà e si meriterà sempre tutto l'amore che posso dargli.

 E poi arriva lui: il mio cuore esterno, la mia anima a quattro zampe, la mia botta di dolcezza giornaliera. L'ho voluto chiamare Olaf come il pupazzo di Frozen perché se lo merita. E' sbadato, timido, confuso, ma è davvero unico. Non riesco a fare nulla di carino se lui non è in stanza con me. Fidatevi di me quando vi dico che per lui sono la sua mamma. E' convinto che lo abbia fatto nascere io. Ne sono sicura. Io non so come sarei da mamma di un cane, forse ne avrei più di uno, forse una centinaia + uno (Olaf) e farei uno scontro epico contro quelli di Crudelia Demon per vedere chi è la mamma migliore dei cani. Scommetto che lei abbia poco da fare contro di me e il mio esercito dell'amore. I miei cagnolini saranno tutti bruni, con dei fiocchi rossi sulle orecchie e riusciranno a sconfiggerli con il gioco di squadra, uno accanto all'altro, guidati da me, la loro mamma.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 03, 2022 ⏰

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