Se devo essere seria non so nemmeno dove stiamo andando. Mentre le ruote corrono sull'asfalto, io guardo fuori dal finestrino, mi passa davanti tutto quello che conosco, o meglio, quello che conoscevo: le case, i paesini vicini, tutto. Ora guardo le nuvole che si spostano assieme a me. Una assomiglia a un delfino che va in moto, il cielo è di un azzurro chiarissimo, ecco un'altra nuvola: non riesco a capire bene la sua forma...forse è un elefante...no è...è... Mi accorgo di essermi addormentata. Strano, io non mi addormento mai se non a notte tarda. Non sono mai stata una che dorme tanto. Mi accorgo di aver dormito per un sacco di tempo. Ma non me ne accorgo dal collo incriccato, me ne accorgo dal paesaggio e dalle buche che il furgone non prende certo gentilmente. Ad ogni fossa tutto il camioncino sballonza e io con lui. Siamo su una strada sterrata in mezzo al NULLA. Ma sono seria, sono in mezzo ai boschi, non riesco nemmeno a vedere il cielo perchè le fronde degli alberi non lasciavano che pochi buchi per far passare la luce. Arriva il calore del sole, un sole che non avevo mai visto, era un sole tranquillo, non scaldava molto come quello occidentale ma non era neanche freddo come quello del nord, ma non era neanche come il sole della mia ormai ex-casa. Era un sole strano, che non abbagliava per questo feci una foto:
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Questo era quello che riuscivo a vedere dal parabrezza. Era bellissimo. L'aria era fresca e mi portava racconti di posti lontani. Ad un certo punto dopo aver sbattuto le palpebre per veramente MEZZO SECONDO le riaprii vidi un castello enorme di pietra, un classico castello, con quattro torri agli angoli. E un enorme entrata. Il furgone si fermò e il camionista mi guardò, scese e mi disse "Eccoti a casa Nives, bentornata. Le tue cose sono già dentro ti auguro un buon soggiorno" Dicendo così mi fece scendere, risalì sul furgone e scomparve tra gli alberi. Lasciandomi lì, da sola.