Prologo

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"C'è magia dall'altra parte della paura"

È stato il mio motto per anni.

Anni bui, in cui contro un mostro che mi divorava dentro.

La bulimia mi ha distrutta per anni; ha fatto a pezzi il mio corpo e la mia mente.

Mi ha tolto tutto.

Fingevo di stare bene, e dentro morivo ogni volta un po' di più.

Il bagno era la mia piccola prigione del dolore.

Era un'amica tossica di cui non potevo fare a meno. Era una dipendenza che logorava ogni cosa bella.

Era diventata la mia realtà, la mia malata sicurezza, così contorta che ero terrorizzata dal provare ad uscirne.

La prima volta che ho chiesto aiuto, sono arrivati gli attacchi di panico: tremavo, invasa dal gelo; senza fiato, con un nodo alla gola che mi impediva di respirare e la paura annientante di impazzire.

Poi le crisi di pianto, poi nuovamente il vomito.

Infine, col tempo, è arrivata la guarigione. Assieme a essa, è rimasto il tremore, la paura, e sono rimaste le cicatrici; grazie a essa, mi sono state ridate la speranza, la musica e gli attimi di felicità. Mi è stata ridata la vita.

Per la prima volta ho visto mia nonna piangere, lei che è la donna più forte, che non si permette mai di essere debole. Mi ha accarezzato il viso come se fosse la prima volta che mi avesse vista in vita.

Mi ha detto che tutti i denti di leone con cui ha espresso desideri non sono stati vani.

Lo abbiamo sempre fatto, sin da quando io ero piccola: soffiare sui denti di leone, esprimendo un desiderio. È un nostro rito.

Non ho idea di quanto mia nonna sia credente, perché ha custodito questo aspetto della sua vita con una speciale intimità. So però che crede nelle forze che dominano la natura, in qualcosa di più grande di noi che influenza i nostri giorni.

Così ha espresso desideri, pregando per me.

Così, quando sono stata meglio, ho tatuato sul mio corpo un dente di leone che sfiora, per tutti quelli che non ho potuto soffiare con lei.

Ormai sono passati due anni da quando ho lasciato andare via questo male.

-Chryssa ha scritto un messaggio- mormora Ryana, azzannando una carota mentre osserva il cellulare.

-Che dice?- domando, afferrando la tazza di tisana che ho appena preparato.

-Dice letteralmente "Ho provato una nuova tempera che si stende così perfettamente che ho avuto un orgasmo- fa una smorfia, alzando gli occhi dal cellulare -Rimango sempre sconvolta da questo suo feticismo per gli strumenti da disegno-

-Non ha un feticismo- ribatto divertita, prendendo un sorso di tisana.

-Questo lo dici soltanto perché tu invece hai un feticismo per le macchine fotografiche- ribatte, puntando verso di me l'ortaggio che ha in mano a mo' di accusa -Assumiti le tue responsabilità-

Alzo gli occhi al cielo, guardandola con un sorriso.

Io, lei e Chryssa abbiamo creato un rapporto stupendo fin da quando da bambine, durante la lezione di matematica, le ho convinte a scappare dalla finestra del bagno.

Una fuga di pochi minuti, una sgridata durata ore e un mese di punizione dopo, siamo diventate migliori amiche. Loro due si conoscevano fin da piccolissime, essendo vicine di casa; io invece mi sono aggiunta in seguito a questo episodio. Da allora non ci siamo più allontanate né divise.

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