Finalmente arrivai nella salone del locale, mentre sentivo di avere il fiato corto ed il respiro affannato; il mio petto si alzava ed abbassava con irregolarità, sia per la corsa trafelata sia per il timore di ciò che stavo per fare.
L'uomo dai capelli rosati si era piazzato davanti a Shirazu e le altre, con le braccia incrociate sul petto ed uno strano sorriso che stazionava sul suo volto; le tre ragazze invece ridacchiavano vezzose tra loro, rivolgendo occhiate fugaci al loro interlocutore.
Presi il coraggio a due mani ed iniziai a camminare il più in fretta possibile verso di loro, consapevole che il rischio dato dall'espormi così tanto sarebbe stato veramente altissimo; dopo poco mi ritrovai al fianco dell'uomo e, cercando di mantenere un tono neutro, dissi: -Cosa sta succedendo qui?-Tutti e quattro si voltarono nello stesso istante verso di me, ma io decisi di volgere il mio sguardo solo a mia sorella e le altre, assumendo un'espressione accigliata ed evitando di incontrare gli occhi celesti del ragazzo al mio fianco.
-Ehi bambolina, rilassati: per ora non stava succedendo proprio un bel niente.- rispose quello, assumendo un tono sprezzante nei miei confronti.
Il mio cuore saltò un battito nel sentire la sua voce, ma cercai mantenere la calma, voltando finalmente il viso verso di lui: -Lo credo bene. Andiamo voi tre, si è fatto tardi.- asserii acida, facendo cenno alle altre di seguirmi.
-Dai, non fare la rompipalle.- ribatté stizzita Shirazu, puntando i piedi a terra e mostrandomi uno sguardo furioso. -Non stavamo facendo niente, smettetila di fare la sorella apprensiva.-
-Sorelle, eh?- fu il commento dell'uomo, che con una risata sfiorò una mia guancia con il dorso delle dita, aggiungendo con un sogghigno rivolto a Shirazu: -Buon sangue non mente, no?-
Quella accennò una risatina, lusingata, mentre io allontanai bruscamente la mano del ragazzo, fulmando poi mia sorella con lo sguardo; tuttavia, fui grata con tutta la mia anima che l'uomo non mi avesse riconosciuta, facendomi quindi guadagnare un poco più di sicurezza e allentando la tensione che stavo provando.-Ho detto che dobbiamo andare, subito. E non voglio sentire lamentele, chiaro?- affermai nuovamente, afferrando la mano di Shirazu e provando a portarla via da lì insieme alle sue amiche; eppure, prima che io potessi fare anche solo un passo, il ragazzo posò una mano sul fianco di mia sorella, e affermò poi nella mia direzione, in segno di sfida: -Dai bambolina, ci stavamo divertendo. Se ti va puoi unirti anche tu: a dire il vero mi mancava un'altra persona da trovare, così saremo al completo.-
Mi indicò con un cenno del capo un punto poco distante da noi e, con mio grande orrore, vidi tre uomini seduti ad un tavolo, che sembravano in attesa di qualcosa, o qualcuno.
Una rabbia incontrollabile prese il controllo del mio corpo e, dopo aver strappato dalle sue braccia mia sorella, sibilai: -Tu prova solo a toccarla di nuovo e ti giuro che te farò pentire.-Quello mi fissò col cipiglio arcuato, per poi scoppiare in una fragorosa risata che mi fece quasi accapponare la pelle; mi rivolse infine un'occhiata divertita, e avvicinando il viso al mio, mi sussurrò vicino ad un orecchio: -Ehi bambolina, lo sai con chi stai parlando?-
Sfoggiò un ghigno orgoglioso, per poi voltare con un movimento impercettibile l'avambraccio, mostrandomi di sfuggita il tatuaggio di un hanafuda che stazionava appena vicino al polso.
Mi irrigidii per un attimo: la vista di quel simbolo mi confermò in un solo istante che tutte le mie preoccupazioni erano purtroppo fondate, ed il sapere di star rischiando il tutto e per tutto mi diede la forza di mantenere la sicurezza e determinazione che avevo guadagnato.-Certo.- affermai poco dopo, aumentando la presa sulla mano di mia sorella e rivolgendogli uno sguardo sostenuto. -Quindi te lo ripeterò un'altra volta: non ti azzardare mai più a sfiorarla anche solo con un dito.-
Quello sgranò un poco gli occhi e, approfittando di quel momento di confusione, trascinai con la forza Shirazu e le sue amiche verso l'uscita del locale, ignorando le lamentele di quest'ultime; diedi una rapida occhiata ai miei amici, seduti davanti al bancone del bar, che mi osservavano confusi e spaventati, senza muovere un dito verso di me.
-Ma cosa ti prende?!- gridò mia sorella, provando a sfuggire alla mia presa senza successo.
-Mi prende che quel tizio è pericoloso, quindi ce ne andiamo via.- dissi a denti stretti, avvertendo ancora lo sguardo dell'uomo su di me.
-Ryo, ti odio! Ti metti sempre in mezzo qualunque cosa io faccia!- gridò allora Shirazu, puntando i piedi a terra e costringendomi a fermarmi.
-Senti Shira, adesso mi hai proprio...- provai a dirle, voltandomi verso di lei, scura in volto, ma la voce mi morì in gola non appena vidi la figura del ragazzo dai capelli rosati appostata dietro di lei, che mi osservava con gli occhi spalancati per lo stupore.
-Ryo?- domandò, mentre sul suo viso si allargò un ghigno spaventoso; lo guardai dritto negli occhi, ed il mio cuore saltò un battito per poi riprendere a martellarmi il petto con una foga micidiale, mentre avvertivo il sudore scivolare silenzioso lungo le mie tempie. -Sei davvero tu, Ryo?-
Ero completamente immobile, non sapevo cosa fare. Mi aveva riconosciuta, era troppo tardi ormai.
Il mio cervello sembrava non rispondere, la mia attenzione era rivolta solo a lui, non riuscivo nemmeno a vedere lo sguardo confuso di mia sorella, che spostava gli occhi da me a lui con la bocca semiaperta per lo stupore.
L'unica cosa che fui in grado di fare fu di afferrare il braccio di mia sorella ed avviarmi fuori dal locale, seguita a ruota dalle sue due amiche, e questa volta nessuna delle tre oppose alcuna resistenza.
Scappai letteralmente via da lui, senza più degnarlo di un solo sguardo, facendo finta che nulla di quel che aveva detto poco prima fosse mai accaduto.
Uscii da quel luogo con le tempie che pulsavano con foga, temendo di venir inseguita poco dopo, cosa che tuttavia non accadde.
Mi ritrovai così a camminare per le buie stradine di Roppongi, seguita da tre ragazze che continuavano a pormi domande insistenti su quanto successo, mentre la mia mente era intenta ad elaborare un metodo per salvare sia me che loro da quell'orrida situazione.~~~~~
Sanzu rimase fermo al centro del locale, ad osservare la ragazza dai capelli biondo cenere allontanarsi il più in fretta possibile da lui, rimirando con le labbra dischiuse l'espressione terrorizzata di lei.
"Come ho fatto a non riconoscerla subito?" si chiese lievemente frustrato, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni ed avvicinandosi a dei divanetti posti poco distanti dalla pista da ballo.
La giovane era così cambiata in dieci anni che non aveva minimamente pensato che la donna di poco prima potesse essere lei, eppure quella sembrava perfettamente conscia di chi fosse lui e anche di chi fosse diventato in quegli anni.
Si sfiorò con un mezzo sorriso le cicatrici ai lati della sua bocca, e pensò: "ti credevo più furba, dolce Ryo. Dovevi restare nascosta, ed invece ti sei esposta solo per far divertire quella tua odiosa sorellina."Poco dopo, Sanzu lambì con la punta delle dita la spalla di un uomo seduto su uno di quei divanetti, il quale si irrigidì per la paura al suo solo tocco; avvicinò il volto a quello dell'altro, e ordinò con un sogghigno: -Segui la ragazza coi capelli biondi di poco fa. Riferiscimi qualsiasi cosa tu riesca a scoprire: indirizzo di casa, targa della macchina, persone collegate a lei. Vai, e se ritornerai a mani vuote sarò ben felice di ammazzarti, intesi?-
-A... ai suoi ordini, signore!- esclamò l'uomo, che si drizzò subito in piedi e si diresse a passo spedito verso l'uscita, seguito dallo sguardo indagatore di Sanzu, che sfiorò divertito la fredda canna di una pistola che teneva accuratamente nascosta nella tasca interna del suo gilet.
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ⁿᵒʷʰᵉʳᵉ ᵗᵒ ʳᵘⁿ || ᴴᵃʳᵘᶜʰⁱʸᵒ ˢᵃⁿᶻᵘ
Fanfic[...] -𝘙𝘺𝘰?- 𝘥𝘰𝘮𝘢𝘯𝘥ò, 𝘮𝘦𝘯𝘵𝘳𝘦 𝘴𝘶𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘷𝘪𝘴𝘰 𝘴𝘪 𝘢𝘭𝘭𝘢𝘳𝘨ò 𝘶𝘯 𝘨𝘩𝘪𝘨𝘯𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘷𝘦𝘯𝘵𝘰𝘴𝘰; 𝘭𝘰 𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘢𝘪 𝘥𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘯𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘰𝘤𝘤𝘩𝘪, 𝘦𝘥 𝘪𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘤𝘶𝘰𝘳𝘦 𝘴𝘢𝘭𝘵ò 𝘶𝘯 𝘣𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘱...