•capitolo 7

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Finalmente, dopo circa un quarto d'ora di attesa trepidante, Sanzu, il quale era ancora appoggiato contro il muro esterno del locale, vide avvicinarsi a lui un uomo sulla trentina dai lunghi capelli candidi e due sottili occhi neri come la pece; sembrava alquanto frustrato e, quando incontrò le ridenti iridi azzurre dell'altro, parve infuriarsi ancora di più.

-Ce ne hai messo di tempo, Kokonoi.- esordì il ragazzo dai capelli rosa, staccando la sua schiena dalla parete e facendogli un cenno col capo in segno di saluto.

-Spero per te che questa storia sia vera: lo sai in che casini mi hai messo per prendere ed andarmene così da...- provò a ribattere l'altro, aggrottando le sopracciglia ed assumendo un tono irritato, ma venne bloccato dal collega, il quale avvicinò il viso al suo e gli sibilò: -Sai che non potrei mai scherzare quando l'argomento riguarda lei.-

-E tu lo sai che non è più uno dei nostri obbiettivi principali da molto e che quindi non è una priorità, vero?- rispose a tono l'uomo dai capelli bianchi, fissando torvo l'altro con i suoi profondi occhi scuri.

-Non è uno dei principali, ma resta comunque tra quelli.- disse glaciale Sanzu, allontanandosi da Kokonoi per poi dargli le spalle. -E poi, io ho un conto in sospeso con lei, e sai benissimo perché. E credo che neanche a te dispiaccia "rivederla" dopo così tanto tempo.-

Il ragazzo provò a ribattere di nuovo, ma alla fine rinunciò e si limitò a scuotere la testa: -Allora spiegami cosa è successo.-

Così, il giovane dai capelli rosa prese a raccontargli per filo e per segno ogni singolo particolare della serata, dalla sua "chiacchierata" con la sorella dell'interessata fino al pedinamento mal riuscito; alla fine di quel discorso, il collega rimase qualche secondo in silenzio, processando il tutto, per poi accennare un sogghigno sulle sue labbra e commentare tagliente: -Quindi lei ti ha superato in astuzia e alla fine l'hai persa di vista.-

Sanzu fece schioccare la lingua, irritato, e Kokonoi continuò: -Non c'è molto da fare: non sai la targa della sua auto, non sai l'indirizzo, non sai nemmeno se fosse venuta qui con amici o simili che possano essere riconosciuti.-

Nel mentre che elencava le cose, sfiorava le dita della mano destra con la sinistra, contando il tutto su di esse ed aumentando la rabbia dell'uomo davanti a sé.

-Però, c'è una cosa che possiamo ancora fare, non è così?- disse all'improvviso il ragazzo dai capelli candidi, attirando subito l'attenzione dell'altro; quello allargò subito il suo sorriso in un ghigno beffardo, e continuò la frase del collega: -Le telecamere di sorveglianza.-

-Devi solo sperare che sia stata ripresa.- confermò Kokonoi, stringendosi poi nelle spalle per via di una folata di vento gelido. -Ma perché hai dovuto chiamare proprio me per questa cosa?-

-Sei un esecutore no? È compito tuo quello di trovare i traditori e di farli fuori.- disse Sanzu, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni e rivolgendogli uno sguardo scocciato.

-Grazie per avermi ricordato che lavoro faccio, me ne ero completamente dimenticato.- asserì ironico l'altro, beccandosi un'altra occhiata furiosa del compagno. -Intendevo dire, perché non hai chiesto agli Haitani? Erano anche lì con te al locale.-

-Credi veramente che avrei coinvolto quei due stronzi per questa cosa?- sibilò gelido l'uomo, facendo indietreggiare un poco l'altro. -Andiamo e finiamo questa cosa in fretta.-

Sanzu aprì in fretta la porta del locale, senza rivolgere uno sguardo a Kokonoi, il quale rimase un poco interdetto da quel cambio repentino di emozione da parte dell'altro, ma si riprese quasi subito, seguendo il collega dentro il luogo ove lo stava conducendo.

"Non pensavo che quella storia gli bruciasse ancora." si ritrovò a pensare il ragazzo dai capelli bianchi, mentre si avvicinava guardingo al bancone del bar, ove il compagno si era già posizionato.

-Posso fare qualcosa per voi, signori?- chiese confuso il barista, cercando di mostrare un sorriso gentile, nonostante la gocce di sudore che gli imperlavano vistosamente la fronte.

-Vogliamo vedere le registrazioni delle telecamere di sorveglianza.- tagliò corto Kokonoi, fissando con i suoi sottili occhi corvini l'uomo, facendo tintinnare l'orecchino dorato che pendeva docile dal suo lobo sinistro.

-P...perdonatemi, ma non sono autorizzato a mostr...- balbettò impaurito quello, torcendosi le mani quasi compulsivamente, ma venne zittito da Sanzu, il quale aveva sfilato la pistola dalla tasca dei pantaloni e l'aveva puntata verso il corpo del barista. 

-Non me ne frega un cazzo, muoviti e portaci lì. E in fretta.- disse in tono grave il ragazzo, togliendo la sicura e facendo scappare un gemito terrorizzato dalla bocca dell'uomo davanti a lui.

-S...subito signore!- squittì atterrito, lasciando la penisola ove stava lavorando e dirigendosi verso una piccola porta poco distante da lì, seguito a ruota dagli altri due; la aprì a fatica, dato che le sue mani stavano tremando vistosamente e non riusciva ad infilare le chiavi nella toppa, ma dopo poco ci riuscì, e condusse i due uomini su per una piccola scala di ferro, fino ad arrivare in una stanzetta con una scrivania ed un paio di monitor al suo interno.

-Che impianto datato.- fu il commento di Kokonoi, che si avvicinò subito al computer e prese a maneggiare con gli strumenti presenti sul tavolo. -Ehi tu, non dovrebbe esserci qualcuno qui a controllare le telecamere?-

-S...sì, m... ma c'è appena stato il cambio turno, dovrebbe arrivare qualcuno a breve.- disse tremante l'uomo interessato.

-Bene, stai davanti alla porta e dì a chiunque debba arrivare che starai tu qui.- pronunciò Sanzu, facendo poi un gesto per intimargli di andarsene; quello non se lo fece ripetere due volte, e  sgusciò fuori dalla stanza il più in fretta possibile. Kokonoi, nel frattempo, aveva già recuperato le registrazioni della serata e, dopo aver chiesto al collega verso che ora avesse visto la donna, presero a guardare insieme i vari schermi del computer; passarono più di dieci minuti nel silenzio più totale, mentre analizzavano scrupolosamente le telecamere che avevano davanti, finché Sanzu non scattò ed urlò vittorioso: -Eccola!-

Kokonoi seguì immediatamente con gli occhi lo sguardo del collega, e vide la nuca di una donna con dei cortissimi capelli biondi e un paio di orecchini che pendevano fino alle sue spalle.

-Sei sicuro sia lei?- chiese lui con il cipiglio arcato; non assomigliava affatto alla ragazzina che ricordava, ma l'espressione emozionata del giovane dai capelli rosati gli tolse ogni dubbio. -Seguila, dobbiamo trovare un'immagine dove si possa vedere il volto.-

Eppure, nonostante stessero guardando tutte le telecamere disponibili, non c'era verso di vedere per intero il viso della ragazza.

-Merda, se non ho una foto chiara non posso usare il riconoscimento facciale e risalire ai suoi dati personali.- mormorò scocciato Kokonoi, mentre Sanzu pareva completamente assorto, e non staccava gli occhi dallo schermo che aveva davanti.

-Kokonoi, guarda lì.- mormorò dopo un po'; quello osservò il punto che gli stava mostrando l'altro, e vide la donna bionda che si stava dirigendo verso le scale che portavano alla sala fumatori. Anche se dava le spalle alla telecamera, il suo viso allungato era rivolto perfettamente verso di essa, mostrando con chiarezza ogni singola parte di esso.

-Bingo.- commentò il ragazzo dai capelli bianchi, scaricando subito il filmato sul suo cellulare. -Sarà un lavoro lungo, ma impegnandomi dovrei riuscire a trovarla in meno di un giorno.-

Sanzu guardò quell'immagine per secondi interminabili, per poi scoppiare improvvisamente in una risata sguaiata, mentre si portava una mano sulla fronte ed usciva su di giri dalla stanza ove si trovavano: -Visto, Kokonoi? Ha fatto perdere le sue tracce in maniera impeccabile, ma alla fine sono sempre i suoi odiati imprevisti a fregarla!-

Kokonoi lo fissò senza dire una parola, osservando poi il filmato presente sul suo telefono: l'espressione della donna dai capelli chiari era davvero pietosa, sembrava attanagliata da una strana preoccupazione, e pareva starsi appoggiando ad un altra ragazza in cerca di un aiuto per camminare.

-Non avrei mai pensato che ti avrei rivista un giorno.- sospirò lui, spegnendo il cellulare e riponendolo in una tasca della sua blusa carmine. -Iwasaki.-

ⁿᵒʷʰᵉʳᵉ ᵗᵒ ʳᵘⁿ || ᴴᵃʳᵘᶜʰⁱʸᵒ ˢᵃⁿᶻᵘDove le storie prendono vita. Scoprilo ora