CAPITOLO 13

1.6K 114 8
                                    

Jude camminò piano verso di lei e le si avvicinò fino a sfiorarla. Era così vicino ma ancora tanto, troppo distante, pensò Leona. Osservando l'espressione sul suo viso senti il cuore accelerare i propri battiti.

"Non mi sembra di aver parlato di eccezioni o sbaglio, Leona d'Arco?" domandò con un tono di voce in grado di sciogliere il ghiaccio del Polo Nord.

"Jude... Ti prego, smettila di chiamarmi così..." protestò lei, appoggiando la fronte contro il suo petto.

"Tesoro, sto solo reclamando il mio turno..." disse dolcemente sollevandole teneramente il viso per poterla guardare negli occhi.

"Il tuo turno...?" sussurrò lei riuscendo a malapena a respirare per colpa dell'intensità dei suoi occhi verdi e profondi. "Non capisco..."

"Sei stata così occupata a salvare il mondo, Leona... Tutti quanti tranne me... Be'... adesso è arrivato finalmente il mio turno," esplicò lui, abbassando le mani sulle sue spalle. "Salvami, tesoro mio... Salvami, angelo mio..."

A quel punto, il poco fiato che era rimasto si evaporò come neve al sole.

'Salvami, tesoro mio... Salvami, angelo mio...'

Quella richiesta, fatta da un uomo come lui, sembrava quasi ridicola. Jude era così forte, così equilibrato... Così deciso e così in controllo. Se c'era un uomo al mondo che non aveva bisogno di essere salvato, quello era proprio Jude Hutton.

"Non hai bisogno di essere salvato, Jude... Non tu... Il momento in cui mi sono avvicinata a l'idea di salvarti è stato quando mi sei quasi svenuto tra le braccia e ti ho dovuto portare all'ospedale," disse con voce che sono rauca perfino alle proprie orecchie.

Jude scosse la testa e la guardò profondamente negli occhi.

"Dolcezza, anche stavolta sto per svenire... ma per altre ragioni... E portarmi in ospedale non mi aiuterà... Dovrai fare molto di più..." disse Jude e avvicinò la sua bocca a quella di Leona.

Si prese tutto il tempo del mondo, come se sapesse che lei aveva bisogno del massimo del tempo e delle sue attenzioni. Leona aveva proprio bisogno di momenti come quelli, senza il resto del mondo a fare pressione su di loro.

Non doveva preoccuparsi che i bambini la chiamassero o che il telefono suonasse... o, peggio ancora, che la signora Hatcher arrivasse a fare una delle sue visite a sorpresa. In quel momento, lì, in quella stanza, erano semplicemente loro due.

Bocca a bocca.

Cuore a cuore.

Sebbene sapesse che una parte di lei ancora non accettava l'idea di arrendersi totalmente a quel matrimonio, poiché per troppo tempo, aveva dovuto fare affidamento solo su sé stessa, Leona doveva però, ammettere che i suoi sentimenti per Jude stavano cambiando e crescendo con una potenza che non aveva mai sperimentato prima.

Non riusciva a trovare le parole... o forse, aveva paura di trovarle, di dirle. Perciò, doveva dimostrarglielo in un altro modo. Quel bacio sensuale continua a lungo, scaldandola e creandole dentro un'attesa bruciante.

"Troppo in fretta," mormorò lui. "Ogni volta che sei tra le mie braccia, le cose succedono troppo in fretta..."

Le passò la lingua intorno alla parte interna delle labbra, con un movimento che la fece sentire debole e languida.

"Stavolta voglio andare più piano, dolcezza," le sussurrò. "Stavolta voglio baciarti dappertutto... voglio toccarti dappertutto. E voglio prendermi il tempo giusto per farlo così come desidero farlo sin dalla nostra prima volta."

Jude le sollevo la camicetta sopra la testa lasciandola poi cadere a terra e le tolse il reggiseno. Poi abbassò la bocca sul suo seno gonfio ed eccitato e prese in bocca prima un capezzolo e poi l'altro, succhiandoli con avidità.

IL PREZZO DELLA PASSIONE (2 LIBRO DELLA SERIE "IL CLUB DEI MILIONARI")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora