𝓒𝓸𝓶𝓮 𝓲𝓷 𝓾𝓷 𝓯𝓲𝓵𝓶

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"CHIAMATE AIUTO, QUALCUNO CHIAMI I SOCCORSI!"

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"CHIAMATE AIUTO, QUALCUNO CHIAMI I SOCCORSI!"

Sentivo solo urla indistinte, un fischio persistente che copriva ogni cosa, talmente forte da non permettermi di riaprire gli occhi. Sentivo ogni punto del mio corpo dolere, come se mi avessero lacerato ogni fibra muscolare esistente. Il fumo non mi permetteva di respirare correttamente, ma anche senza quello non ci sarei riuscito, schiacciato come mi trovavo. Il fiato mi si era mozzato in gola, nulla sembrava entrare, se non polvere e fumo. La bocca piena di sangue mi causava nausea, aggravata dall'odore di metallo bruciato e plastica sciolta. Provai a toccare intorno a me con l'unica mano che riuscivo a muovere, cercai di tastare quello spazio angusto in cui mi ritrovavo, provocandomi solo ulteriore dolore. Ad ogni movimento potevo sentire le schegge di vetro farsi largo tra la mia pelle, sempre più in profondità. Mi bruciava ogni cosa. Non riuscivo a vedere nulla, ma potevo sentire le urla delle persone a pochi metri da me e le sirene delle ambulanze sempre più vicine.

Le mie mani, chiuse nelle sue fino a pochi secondi prima, ora giacevano sole sull'asfalto bagnato: una, ancora all'interno del veicolo, come la quasi totalità del mio corpo, schiacciata dalla lamiera, l'altra fuori, libera di sentire quel vento gelido che non mi aveva spaventato quando avevo deciso di uscire una ventina di minuti prima, ma che ora mi terrorizzava. Il non sentire più la sua mano nella mia mi terrorizzava. Il non sapere come stesse mi spaventava a morte. Mi sforzai, provai ad aprire maggiormente gli occhi per cercarlo, ma appena riuscii a mettere a fuoco ciò che mi circondava la vista mi si annebbiò di nuovo ed un dolore lancinante mi prese alla testa. Poi sentii solo il suono di un vetro in frantumi e una voce che gridava al resto dei soccorsi di portare una barella.

"...aiut...Jungko...kook..aiu...to..." annaspai qualche parola quando sentii la voce più vicina a me.

"Fate presto! È ancora vivo!"

"...ah...jungkook..." continuai a sussurrare, provando ad ignorare il dolore straziante che sentivo alla gamba destra. Ogni respiro era doloroso quanto lo sarebbe stato deglutire una scatola di spilli e puntine da disegno.

Ma per quanto mi sforzavo di continuare a chiedere aiuto nessuno mi rispondeva. Li sentivo parlare, sentivo le loro mani sul mio corpo, ma era come se nessuno mi sentisse e alla fine non riuscii più a dire nulla, né a muovermi, ero solo stanco, avevo tanto sonno. Sentivo la testa girare e pulsare, ero in balia del solo dolore. Capii che mi stavano tirando fuori dalla macchina quando la pioggia colpì il mio volto freddo tanto quanto l'asfalto in quel tardo pomeriggio primaverile. Tossii con difficoltà quando due braccia mi sollevarono leggermente il busto premendomi sulla schiena. Sentii il sangue farsi strada fuori dalla mia bocca, lungo il collo, fino a macchiare quello che restava di quella mia nuova camicia bianca, comprata per un'occasione che avrebbe dovuto essere speciale.

"È in shock ipovolemico, portate il respiratore e somministrate 1000cc di Destrano 70, fate presto."

"Signore, signore mi sente? Non si addormenti. Signore? SIGNORE!"

Will you...? (TAEKOOK) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora