𝓓𝓮𝓼𝓽𝓲𝓷𝓸

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Quando mi sollevarono da terra il dolore divenne accecante e, nonostante fossi stremato, dal mio corpo contuso si liberò un urlo lancinante di sofferenza

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Quando mi sollevarono da terra il dolore divenne accecante e, nonostante fossi stremato, dal mio corpo contuso si liberò un urlo lancinante di sofferenza. Non riuscivo a mettere a fuoco nulla, non capivo cosa avessi alla gamba, ma sentivo come il bruciore in quella parte del mio corpo fosse più forte. L'urto della mia schiena sulla barella fu come schiantarsi al suolo dal centesimo piano di un palazzo, con la differenza che io mi ero schiantato realmente pochi minuti prima. Ricordavo solo Jungkook affianco a me, la pioggia, il tassista suonare il clacson, poi tutto era confuso. L'unica cosa certa era che io ero vivo.

Io ero vivo, ma Jungkook? Dov'era? Come stava? Perché nessuno aveva risposto alle mie domande?

Cercai di aprire nuovamente la bocca, ma uscì solo un roco rantolo e di nuovo quel sapore metallico di sangue mi invase la bocca e mi sentii soffocare. L'impeto di vomitare si impossessò di me come mai mi era successo. Le nottate passate sul pavimento del bagno post ubriacatura in confronto divennero una passeggiata.

"Coste fratturate, possibile emorragia interna."

"Controllate l'ossigenazione e inserite una flebo, presto."

Da lì tutto divenne ancora più confuso. Gli occhi mi si riempirono di lacrime senza che il mio cervello potesse elaborarne il perché. Piangevo per il dolore o per Jungkook?

Le persone intorno a me erano tante e io riuscivo a distinguere solo poche parole in tutte quelle frasi che mi sembravano pronunciate da persone lontanissime e non a pochi passi da me.

"...seconda ambulanza...presto...condizioni gravi...non respira..."

Non respirava? Chi è che non respirava? Jungkook? Ma nonostante tutto non riuscii a dire nulla. Non me ne resi neanche conto, spaesato quant'ero, ma in poco tempo mi trovai in viaggio verso l'ospedale. La sirena mi rimbombava nelle orecchie, forte tanto quanto il battito del mio cuore che mi martellava nel petto.

Mi strapparono la camicia nuova, ormai sporca e piena di sangue, per mettermi degli elettrodi sul corpo e presto tutto quel rumore che mi stava facendo diventare matto venne sostituito da un suono acuto e irregolare.

Bip, biiiip, bip, bip, bip, biiip, biiip, bip

~ ❀ ~

Bip, bip, bip

"Desidera una borsina?"

"No grazie, buona serata."

"Arrivederci."

Alzai lo sguardo dal cellulare solo quando arrivò il mio turno di pagare.

Alzai lo sguardo e rimasi ammutolito.

"Oh" fu l'unica cosa che lasciò la mia bocca davanti a quella faccia tanto sorpresa che si distese però ben presto in un sorriso.

"Ci rivediamo" mi sorrise lui. "Quella bottiglietta d'acqua intendi tenerla in mano ancora a lungo?" chiese indicando la bottiglia che stringevo tra le mani.

"Oh sì, sì scusami" risi imbarazzato allungandogli la bottiglietta.

Bip.

"Ecco fatto, allora sono 1200 won..."

"...sì" risposi. Ma non mossi un muscolo. Rimasi semplicemente fermo davanti alla cassa a guardarlo finché le persone in fila dietro di me non iniziarono a borbottare lamentele per l'inefficienza del cassiere e io mi maledissi per la mia totale incapacità a gestire quella situazione.

"Allora ci muoviamo?" urlò un signore dalla fila.

"Sì, mi scusi" dissi inchinandomi talmente veloce da farmi venire mal di testa.

Mi affrettai a pagare per da uscire dal minimarket il più velocemente possibile, e così feci.

"Taehyung!" sentii chiamare il mio nome appena mi voltai. "Hai dimenticato lo scontrino."

"Puoi buttarlo, alla prossima" dissi avviandomi fuori.

Non andai poi così lontano in realtà. Girai l'angolo e mi sedetti sul marciapiede cercando di capire cosa fosse appena successo. Quella mattina mi ero svegliato, ero andato in università e avevo preso l'autobus numero 9 per la prima volta, per portare gli appunti ad un mio compagno di corso malato. Non ero mai stato in quel quartiere e in realtà non avevo neanche particolarmente sete. Avrei potuto chiedere al mio amico un bicchiere d'acqua prima di andare via, oppure avrei potuto aspettare di arrivare a casa mia. E invece, camminando verso la fermata, mi ero imbattuto in quel minimarket, che aveva un aspetto ben lontano dall'essere invitante, e ci ero entrato. Avevo vagato per quelle poche e spoglie corsie per venti minuti buoni, senza sapere il perché fossi effettivamente entrato lì dentro. Avevo comprato una bottiglietta d'acqua solo perché altrimenti mi sarei vergognato ad uscire a mani vuote. Chi lo avrebbe detto che tutto questo mi avrebbe condotto di nuovo a lui? Forse è questo che si intende quando si parla del destino. Sorrisi tra me e me aprendo la bottiglia e bevendone un sorso. Bleah. Acqua frizzante. Ero talmente perso che non mi ero neanche reso conto di aver sbagliato a comprarla.

Dicono che il destino abbia un prezzo, il mio era costato milleduecento won.

Alla fine restai seduto lì, su quel muretto sporco, per due ore e mezza. Non c'era una ragione specifica, rimasi semplicemente lì.

"Mi stai forse stalkerando?"

"Cos–" mi voltai di scatto trovandomi davanti il commesso del minimarket. Ammutolii non sapendo che dire. Lo stavo pedinando? Probabilmente era quello che sembrava...ed involontariamente anche quello che effettivamente era.

"Scherzo dai" mi sorrise sedendosi accanto a me.

Restammo in silenzio. Non sapevo che dire e a quanto pare neanche lui, ma se era ancora seduto lì forse un motivo c'era.

"Non sono uno stal–"

"Cosa ci facev–"

Ridemmo.

"Vai pure prima tu" mi disse continuando a sorridermi. Cazzo quanto era bello quel sorriso.

"So che potrebbe sembrare strano che io sia rimasto qui fuori ad aspettarti, ed è effettivamente lo è, mi dispiace" provai a spiegarmi. "Non so perché sono rimasto, ma mi sembrava una coincidenza che non potevo ignorare, insomma..." blaterai qualche sciocchezza sperando che qualcuno mi fermasse prima di coprirmi totalmente di ridicolo.

"Hai dimenticato una cosa alla cassa prima" mi rispose ignorando completamente, per mia fortuna, ciò che gli avevo appena detto.

Mi rendevo conto che fosse strano che uno sconosciuto con cui hai passato un intero pomeriggio assieme settimane prima, di cui non sai praticamente nulla, neanche il nome, ti aspettasse fuori dal tuo luogo di lavoro. Però non è che lo avessi pedinato o altro. Non avevo idea che lavorasse lì e mentre decidevo cosa fare era arrivato il suo momento di smontare il turno. Avevo provato a spiegarmi e a scusarmi, certo, non ero stato chiarissimo, però trovai estremamente maleducato l'ignorare completamente ciò che avevo detto. Mi alzai di scatto deciso ad andarmene, ma la sua mano intorno al mio polso non me lo permise.

"Hai dimenticato questo" insistette porgendomi uno scontrino.

Alzai lo sguardo su di lui confuso dalla situazione e mi persi in quei suoi occhi brillanti. Perché mi stava sorridendo così? Era solo uno scontrino, un inutile pezzo di carta.

Presi il fogliettino e lo lessi lentamente. Proprio lì, sotto alla dicitura "1 acqua frizzante 1200", scritto con un trattopen rosso, un numero di telefono ed un nome: Jungkook.














*spazio autrice*

day 2

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Will you...? (TAEKOOK) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora