Joe

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Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano
Paulo Coelho

Apro gli occhi e un fascio di luce che filtra dalle tende mi acceca. Mi tiro su dal letto e impiego qualche secondo per capire chi sono, dove sono e perché ho un'emicrania colossale. Ho i postumi di una sbronza al completo. Guardo l'orologio e cazzo tra venti minuti devo essere ad allenamento. Scrollo le spalle e scendo dal letto per rivestirmi. Sono da solo in questa stanza che non è la mia. Il rumore dell'acqua che scorre nella doccia mi da un indizio di dove potrei essere, dall'ennesima scopata di cui non ricordo nulla, ho un vago ricordo di capelli biondi, tette rifatte enormi e profumo di vaniglia che aleggia in tutta la stanza. Mi rivesto e filo velocemente fuori da questo appartamento prima che lei mi veda e inizi a tubare come fanno tutte dopo una notte di sesso con il sottoscritto.

Salgo sulla mia Audi R8, mentre guido, flash della scorsa notte mi compaiono davanti agli occhi. Festa per i nuovi compagni della squadra, alcolici e belle ragazze. I vari volti si sovrappongono. Giuro che questa è l'ultima festa dove mi devasto in questo modo, devo rigare dritto altrimenti finirà che il coach quest'anno mi sbatterà in panchina e tutto quello per cui ho lavorato andrà a puttane. Fermo ad un semaforo tolgo gli occhiali da sole e mi guardo nello specchietto retrovisore, occhi iniettati di sangue e occhiaie, non riuscirò a dargliela a bere.

Lo squillo del telefono rimbomba nella mia testa aumentando il mal di testa

"Joe dove sei? Marlowe sta schiumando e non so più cosa inventarmi"

"Buongiorno anche a te Rob, sono quasi arrivato" rispondo al mio tight end

"Datti una mossa, non ho voglia di rischiare il mio culo perché non riesci a controllarti. Sarai anche il mio miglior amico ma devi darti una regolata" ha ragione, ieri sera ho toccato il fondo

"Lo so, prometto che questa era l'ultima festa senza controllo"

Chiudo la chiamata e dopo quaranta minuti sono in campo.

L'head coach Marlowe è sul piede di guerra, mi basta guardarlo per capire che oggi sarà molto dura e che mi aspetterà del lavoro extra.

Alla fine di questo disastroso allenamento l'head coach mi urla "Turner nel mio ufficio" sapevo che la ramanzina sarebbe arrivata puntuale, sono incazzato con me stesso, non faccio in tempo ad entrare che mi urla "Cosa cazzo ti dice la testa? Arrivi con quaranta minuti di ritardo, hai l'aspetto di uno che non dorme da una settimana, non hai fatto un passaggio come si deve nemmeno per sbaglio. Devi darti una regolata altrimenti ti sbatto fuori così velocemente che non capirai cosa è successo. Continuerai ad allenarti ma non giocherai le prime due partite di campionato. Il professionismo è una cosa seria e quello che ho visto in campo oggi non mi piace. Non sei tu, non sei lo stesso giocatore che nel suo primo anno da professionista ha vinto il Super Bowl, vedi di rimetterti in riga"

"Ammetto di aver esagerato ieri sera con i festeggiamenti" non mi lascia finire e continua ad urlare

"Esagerato con i festeggiamenti'?! Ieri sera eri completamente fuori controllo, hai trascinato con te anche i nuovi ragazzi come se fosse l'ultima festa della confraternita del college. Se vuoi rimanere il capitano devi dare l'esempio" mentre mi urla contro sbatte il pugno sul tavolo. Ha le vene del collo che sembrano scoppiare talmente è arrabbiato

"Adesso vai a casa, fatti una sana dormita, evita ulteriori distrazioni e ci vediamo domani mattina alle sette"

"Ok coach" rispondo e non aggiungo altro.

Mi dirigo nello spogliatoio, quando entro è deserto, i miei compagni di squadra sono già tutti usciti, mi siedo sulla panca, appoggio i gomiti sulle ginocchia e mi prendo la testa tra le mani, merda ho rovinato l'inizio di campionato, per cosa poi? Sbronza colossale per finire con l'ennesima scopata di cui non ricordo niente. Sento la porta dello spogliatoio aprirsi

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