32. Madame

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Le solleva i capelli, scoprendone il collo lungo e sottile e il solito cocciuto ricciolo sulla nuca, che mai le si scosta. "Ferma", la trattiene di spalle, come l'ha trovata, meravigliosamente assorta alla finestra.

Un braccio le cinge la vita e il respiro le solletica la pelle. Lura inspira il profumo delicato di Edoardo e rimane immobile ad ascoltare il suo cuore battere sempre più forte.

"Per te".

Edoardo solleva una mano, il palmo rivolto all'insù, e lei subito arrossisce. Una piccolissima gru di carta, rossa a fiori multicolori, vi si è posata con grazia.

"È bellissima", l'accarezza appena per non sciuparla. E sorride: "Da quando si intende anche di origami, architetto?".

E lui, l'architetto Marchesi, subito ricambia quel sorriso pieno, complice. Un sorriso che nella vita ha sempre e solo riservato a una persona, sua madre: "Per carità, no", la stringe ancora. "Li vendeva una ragazza a un semaforo, fuori città. Non conosco la simbologia degli origami, ma la ragazza mi ha detto che regalare una gru di carta è l'augurio ideale per una futura sposa, così ne ho presa una".

A quel punto Lura si volta, convintasi a prendere l'origami tra le dita: "Un mese e ci giureremo amore eterno", sussurra contro la sua guancia. "E un mese è un tempo così lungo...".

Edoardo sospira: "Lungo e insieme troppo breve per goderci questa attesa così dolce". In un istante la sua bocca le è contro, preme con le labbra il desiderio che non riesce a imbrigliare.

"Dove sei stato?", sente domandargli. Lura glielo sta chiedendo con gli occhi arrossati di chi ha pianto a lungo. All'improvviso, una carezza lenta accompagna il cambio di tono nella voce di lui. È duro adesso, l'Architetto: "Sono andato allo studio a lanciare il mio guanto di sfida a Lavinia. Sono pronto a mettermi contro chiunque ci voglia ostacolare e ho cominciato da lei. Questa mattina le ho dato la bella notizia".

"Bella per noi, vorrai dire. Quella vipera...", Lura stringe i pugni. "Come ha reagito?".

"Non ha reagito affatto. Direi che ha incassato il colpo".

L'origami vola sul davanzale, mentre Lura posandolo scuote il capo: "Ho paura di Lavinia", deglutisce un singhiozzo. "Ha dimostrato di essere capace delle peggiori bassezze".

"Solo perché io non ho tenuto alta la guardia". Edoardo la trattiene a sé, le bacia la fronte. "Vittorio mi aveva messo in guardia e io ho sottovalutato quel consiglio. Ma credimi, amore mio, tutto cambierà. Il discorso che le ho fatto era chiaro: se mi tradirà di nuovo, non la perdonerò più. Finirà con il perdere tutto".

"E a lei importa perdere lo studio, i clienti e i progetti, se non può riavere te?".

"Moltissimo. Vinny vive per il suo lavoro".

"Sbagli, Edoardo. Quella donna vive per te soltanto. È te che vuole. E te ne accorgerai".

Una ruga affiora alla fronte di Lura. Edoardo la nota all'istante: "Basta parlare di lei. Non ci fa bene. Tra poco andrò all'ospedale a prendere mio padre. Questo è ciò che conta".

"Caro Paolo". Lura sembra subito rasserenarsi. "Io e Milly gli prepareremo un benvenuto memorabile, come merita".

"Ma non strafare", Edoardo le pizzica il mento. "Sai che il Professore non ama...", d'un colpo si zittisce: "No, stavo per dire una sciocchezza. Preparata da te, qualunque festa gli piacerà moltissimo".

"È il mio secondo lavoro: contrariare il figlio e fare felice il padre. N'est-ce pas?".

"E tu non smettere mai", Edoardo la bacia di nuovo, con passione. A lungo.

La coinquilina di papàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora