Non sembrava essersi accorto che Niccolò fosse lì, lo guardava, uscire dall'edificio dell'università mentre parlava animatamente con qualcuno che non aveva mai visto prima di quel giorno, rise con quella stessa persona e nel suo stomaco si mosse qualcosa di strano, ignorò la sensazione per concentrarsi sulle movenze del suo migliore amico, aveva appena salutato quel ragazzo che con un cenno della mano prima e un sorriso dopo si era congedato scendendo velocemente le scale.
Sorrise, e alzò a sua volta la mano in segno di saluto quando si rese conto che finalmente Martino aveva notato la sua presenza, constatando l'esatto momento in cui i suoi occhi si spalancarono mostrando sorpresa. Scese le scale una dopo l'altra fino a fermarsi davanti al moro, con un sorriso che rispecchiava il suo.
"Che ci fai qua?" Gli chiese. "Non ti aspettavo"
"Ero da queste parti" rispose Niccolò, scuotendo le spalle. "E ho pensato che magari potevamo farci un aperitivo?"
"Beh.." finse di pensare l'altro "dovrei controllare la mia agenda"
"Non puoi saltare la manicure per questa volta?" Stette al gioco Niccolò, portandosi le mani davanti al viso a mo' di preghiera e ridendo di gusto alla vista dell'espressione indignata dell'altro, la conosceva bene eppure il luccichio che accompagnava i suoi occhi era stranamente più intenso quel giorno.
"Te l'ho mai detto che sei imbecille?"
Niccolò gli sorrise, ancora, perdendosi per un istante sul viso di Martino e avvicinandosi poi a poggiare le labbra sulla sua fronte. "Me lo dici da na vita, andiamo?"
Gli afferrò il polso, trascinandolo dal lato opposto della strada, lasciandolo solo quando era sicuro che Martino lo stesse effettivamente seguendo.
Stavano camminando uno di fianco all'altro, in silenzio, ogni tanto la spalla sinistra di Niccolò sfiorava quella destra di Martino, che sembrava allontanarsi quasi scottato ogni volta che succedeva, in un altro momento non ci avrebbe fatto caso eppure quel pomeriggio di fine febbraio sembrava fosse lì soltanto per notare quei dettagli insignificanti e probabilmente pompati dalla conversazione che una settimana prima aveva avuto con Michele.
Per qualche strana ragione non riusciva a smettere di pensarci e odiava che questo influisse sui suoi atteggiamenti e sul suo umore, specialmente se c'era la possibilità che questi si ripercuotessero su Martino.
Doveva smetterla di farsi influenzare dal mondo esterno e piuttosto comportarsi normalmente.
"Come è andata la lezione?" Gli chiese infatti, intenzionato a condurre la conversazione in un terreno neutro e sperando che Martino non notasse il suo repentino cambio d'umore.
"Bene, al solito" svoltò a sinistra, lanciando l'ennesima occhiata nella direzione del suo amico. "Stai bene Ni?"
Niccolò lo guardò. "Svoltiamo per di qua" abbassò lo sguardo sulle loro mani che si muovevano avanti e indietro, quasi in sincrono. "Andiamo da Gino?"
Si sentì afferrare la punta delle dita di una mano e quasi andò a sbattere contro il corrimano di una rampa di scale, voltandosi verso Martino che si era fermato accanto all'entrata di un palazzo, sembrava che lo stesse scrutando, notava le sue pupille vagare sul suo viso, alla ricerca di una qualche spiegazione che forse per una volta non sarebbe stato in grado di decifrare.
"Che è successo?" Gli chiese spezzando il silenzio. "Parla e risparmiamoci la storia del va tutto bene no non è vero si è così e bla bla"
Niccolò sospirò profondamente, sapeva che sarebbe stato inutile continuare a fingere, sapeva che non era il caso di inventare una scusa perché Martino si sarebbe accorto che si trattava di una cazzata.

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Ti devo un sorriso
FanfictionMartino e Niccolò sono amici da che ne hanno memoria, la vita dell'uno gravita intorno a quella dell'altro da sempre, tanto che nessuno dei loro amici e familiari riuscirebbe ad immaginare un universo nel quale quei due ragazzi così diversi per tant...