Con il mondo che crolla e noi due mano nella mano

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"Quindi lui è Giovanni"

Niccolò sorrise, forte, e Martino sorrise di rimando e solo perché era sempre stato impossibile per lui non farlo quando la felicità del suo migliore amico era così palese.

"Martino, piacere" allungò una mano verso di lui e l'altro gliela strinse, quei due occhi azzurri lo avevano scrutato dalla testa fino ai piedi.
E lo stesso fece Martino, storcendo addirittura un po' il naso quando il fratellastro di Niccolò poggiò una mano sulla spalla del suo amico.

Come se si conoscessero da sempre, come se quel ragazzo che aveva da poco preso posto nella vita di Niccolò, occupandone lo spazio che fino a quel momento Martino aveva creduto fosse soltanto suo, fosse sempre stato lì, al suo fianco, in quella casa che li aveva visti crescere insieme.

"Ho sentito talmente tanto parlare di te" rise Giovanni "che mi sembra di conoscerti già"

Bastò quello, per rinvigorire il suo orgoglio e portarlo ad emettere un sospiro di sollievo nascosto da orecchie indiscrete.
Era sempre stato difficile, per Martino, fidarsi delle persone, ancor di più se queste si dimostravano interessate a stringere un legame solido con il suo migliore amico, che al contrario tendeva a fidarsi praticamente sempre di chiunque.
Niccolò era così, metteva il cuore in mano anche a chi non meritava nemmeno di sfiorarlo, quel cuore.

"Spero non troppo male" scherzò, con una punta di sarcasmo nella voce e mentre si toglieva il cappotto e lo lasciava cadere sulla spalliera del divano.

"Questo non posso dirlo" rise Giovanni, alzando le mani davanti al viso e lanciando subito dopo un'occhiata di sbieco a Niccolò, che se ne stava lì, semplicemente in silenzio, a guardare i due interagire per la prima volta con il cuore un po' in subbuglio.

Giovanni era da poco andato a vivere da lui insieme a suo padre e da subito erano andati d'accordo, dopo le prime occhiate circospette di uno scrutarsi silenzioso avevano preso a parlare e da quel momento tutto era avvenuto in modo fluido e naturale.
Era stato facile, accoglierlo in famiglia, molto più di quanto Niccolò si aspettasse.

Perché fosse reale, però, era Martino quello a cui doveva presentarlo, la persona più importante per lui, quella che da sempre c'era stata e con cui aveva condiviso tutto, anche l'ansia e il timore che provava all'idea di dover improvvisamente diventare un fratello maggiore.

Niccolò e Giovanni non avevano potuto scegliersi, semplicemente erano stati catapultati l'uno nella vita dell'altro e nonostante fosse consapevole, da un po' di giorni a quella parte, che le cose sarebbero potute andare bene, quella nuova condizione aveva comunque causato il modificarsi di certi equilibri ed abitudini.

E l'opinione di Martino era fondamentale per lui, aveva bisogno del suo appoggio in quella situazione e, anche se non lo avrebbe ammesso mai, della sua approvazione rispetto a quel ruolo che non aveva cercato ma al quale sperava si sarebbe adattato presto.

"Guarda che è compito mio" Disse scherzosamente Martino "preoccuparmi per Nico, dico"

Lo disse ridendo eppure una piccola smorfia di fastidio lo tradì comunque.

Il suo migliore amico lo guardò, e Martino guardò lui, stringendo gli occhi e riducendoli a due piccole fessure. Gli sorrise subito dopo, Niccolò, annuendo impercettibilmente nella sua direzione, e solo in quel momento, anche lui sorrise.

Uno scambio di parole silenziose che quasi fece sentire di troppo Giovanni. Solo mesi più tardi si rese conto della vera ragione per la quale quei due si comportavano in quel modo l'uno in presenza dell'altro, e si ritrovò a sperare, che prima o poi l'avrebbero capito anche loro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 03, 2022 ⏰

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