Doon...doon
Loki sbatté appena le palpebre, poi, pigramente, aprì gli occhi. Un raggio di sole che filtrava lievemente dalle imposte chiuse fece brillare per un istante le sue iridi verde smeraldo. Si coprì il volto per non esserne infastidito.
Seppur nella sua stanza facesse freddo quel raggio di luce era caldo. La primavera era arrivata e quell'anno decisamente prima del solito.
Si alzò dal suo letto cigolante e sbadigliando si stirò.
Era andato a dormire con la sua solita camiciola leggera. In pochi passi recuperò i calzoni e la camicia che la sera prima aveva accuratamente ripiegato sullo schienale di una sedia poco distante dal letto.
Riempì la piccola ciotola di coccio sulla seduta con dell'acqua da una brocca lì a terra e vi si bagnò velocemente la faccia.
Usò un vecchio panno per asciugarsela.
Si passò le dita tra i suoi capelli neri ed infine infilò gli stivali.
Pronto per uscire si diresse nell'unica altra stanza della casa, raccolse una sorta di sacca dal tavolo e prese la porta.
Il sole lo investì sulla soglia e il moro inspirò profondamente.
Un altro giorno incominciava.
Chiuse la porta e si lasciò alle spalle la sua casa.
Era in legno, piccola ed essenziale come poche altre nel villaggio, ma per lui era sempre bastata.
L'imprevedibilità della vita lo aveva condotto a quel villaggio quando era solo un ragazzo e non aveva mai pensato di sistemarsi diversamente.
Prese la via che conduceva fino alla chiesa e poi da lì appena fuori dal villaggio. Anche quel giorno aveva del lavoro da fare.
Per strada molti lo salutarono e un paio di ragazze si scambiarono delle risatine.
Loki non vi fece troppo caso. Era consapevole di essere uno dei giovani più belli e più in gamba del villaggio seppur non fosse poi tanto difficile.
Gli altri giovani della sua età non conoscevano amor proprio o erano tutti grandi, grossi e massicci come le pietre che spaccavano in miniera.
Lui invece aveva una grande cura di sé stesso, la pelle sempre pulita ed era troppo magro per lavorare la terra e poco forte per la miniera.
E poi la sua dote migliore era il suo cervello. Il giovane infatti era il dottore del villaggio e molti dovevano la vita alle sue mani e alla sua conoscenza.
Anche se ovviamente qualcuno dei suoi coetanei invidiosi non mancava di borbottargli dietro.
Ma Loki non pensava alle donne o ai discorsi degli altri ...
Fu investito da una pioggia di petali bianchi in volo.
I meli erano in fiore, il cielo azzurro, le campane della chiesa bianca e col tetto di legno scuro suonavano.
"Che bel suono" pensò prendendo un respiro e le sue narici furono pervase dal profumo dei fiori.
Viveva in pace e tanto bastava.
Era il 1870 e in quel tranquillo villaggio la vita andava bene come ogni giorno.
Raggiunse una piccola casetta ai confini del bosco e bussò tre volte. La porta si aprì e il volto di una donna si illuminò nel vederlo.
«Dottore, meno male siete arrivato.» disse affrettandosi a lasciarlo entrare.
«Buongiorno Mary. Come sta la piccola Anna oggi?»
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Blessed sinners
Fiksi Penggemar«Loki tu sei molto importante per il nostro villaggio. E a volte sulla via ci si può perdere e smarrirsi, ma...» «La strada non mi è mai stata tanto chiara invece.» America_Tardo 1800_Thorki AU_One-shot