CAPITOLO DICIOTTO

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SIERRA

Sierra non aveva idea di come vestirsi. Come ci si veste ad una festa per matricole di una scuola per maghi?

Xenia non aiutava affatto. Era seduta sul letto, la schiena appoggiata al muro e le gambe incrociate e si rigirava un coltello tra le mani mentre sulle gambe teneva appoggiato un libro di magia. Era un controsenso vivente. Ribelle… ma che studia il sabato sera prima di una festa? E poi con quel coltello era inquietante. Sierra aveva l'impressione che se l'avesse infastidita glielo avrebbe lanciato senza esitazioni. Era già strano che fosse rimasta in camera in presenza di Sierra. Di solito non stavano mai insieme, a parte la notte ovviamente. Forse non andava alla festa e stava aspettando che Sierra uscisse? Magari aspettava Jarvis… Sierra sperò proprio di no.

Ma non appena aveva iniziato a provarsi i vestiti aveva sentito una serie di risatine e versi di disgusto. Sempre se queste cose potevano essere messe insieme.

Al suo sesto vestito, una gonna blu con una camicetta bianca, Xenia sbuffò esagerata.

-Basta!- disse. -non intenzione di stare in stanza con una che si veste così!-

-Ma che problema hai?-

-Che problema ho? Sembri una suora! No, non è vero. Più una nerd. Fai un mix delle due cose.-

-Posso vestirmi come mi va.- ribatté Sierra.

-Mi pare che anche tu non sia tanto sicura, però. Sbaglio o questo è il sesto vestito?-

Sierra sbuffò. -Non sono mai andata a una festa di questo tipo.- ammise. Non seppe perché glielo stava dicendo. Non voleva rendersi ridicola. Ma tanto, Xenia già non lo sopportava, poteva andare peggio?

Xenia la scrutò in silenzio per almeno una trentina di secondi e Sierra fu sicura che le avrebbe lanciato il coltello proprio in quel momento. Invece, si alzò dal letto e si diresse verso l’armadio. -Fammi vedere.-

Sierra non poteva credere ai suoi occhi. La stava… aiutando? Xenia Young la stava aiutando. Decise di non dire niente per evitare che cambiasse idea.

Dal canto suo non sapeva nemmeno perché la stesse lasciando fare. Non aveva mai avuto intenzione di chiedere aiuto a Xenia per un cambio look, ma doveva anche ammettere che lei aveva stile. Non proprio lo stile di Sierra, certo, ma sapeva come farsi notare. E poi, se doveva passare un anno o anche di più in stanza con lei, doveva almeno provare ad andare d’accordo. Quello poteva essere un inizio.

-Cos’è questa roba?- chiese Xenia tirando fuori dall’armadio una gonna nera e rossa che arrivava alle caviglie. -No, non rispondere. Non voglio saperlo.- disse, lasciandola cadere per terra.

-Ei!- Sierra si affrettò a raccoglierla per non rovinarla. Non piaceva molto neanche a lei, ma gliela aveva regalata suo padre, perciò ogni tanto la metteva per farlo contento. E poi era comoda.

-Mm, è un disastro.- borbottò Xenia mentre continuava a frugare tra la sua roba.

-Ecco… perché mi stai aiutando?-

-Vuoi che smetta?- disse. Ma pareva più una domanda retorica.

-Beh, no. Ma non hai risposto alla domanda.-

-Non voglio uscire con una barbona.-

-Ei!-

-Scherzo.- disse Xenia senza neanche voltarsi a guardarla.

Questo era sorprendente: Xenia la aiutava e scherzava addirittura nello stesso giorno. Incredibile. Probabilmente la stava solo prendendo in giro e Sierra c’era cascata in pieno. Non l’aveva mai vista sorridere, figuriamoci scherzare.

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