Prologo

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Era un giorno come un'altro.

Stavo tornando a casa dopo aver preso un' altra insufficienza.

"Che palle... non è cambiato niente" dissi con voce arresa volgendo lo sguardo verso il cielo.

Tornai a casa trascinato dall'inerzia, mentre stringevo nella mano destra il compito.

Tornato a casa, aprì la porta, i miei genitori erano lì, davanti a me.

Uno sguardo serio proveniva da mio padre, era seduto sopra una sedia, in mezzo alla stanza, rivolta verso la porta, come se mi stessero aspettando.

Mia madre aveva un espressione che esprimeva tristezza, anzi no, delusione.

Il che era peggio.

Dopo aver chiuso la porta, mio padre iniziò a parlare.

"Posa la cartellina e vieni qui"

Aveva un tono arrabbiato e scazzato.

Posai la cartellina e mi diressi verso di lui, sapevo cosa stava per accadere.

Sicuramente avranno saputo dell'ennesima insufficienza che ho preso.

"Hai preso un'altra insufficienza! Lo sai che in questo modo ti rovinerai la vita!?"

Il suo tono di voce grave, si alzò di botto.

Mentre mi parlava, non incrociai il suo sguardo, quelle parole le avevo già sentite.

Eccome se le avevo sentite.

Praticamente me le ripeteva ogni giorno, e non era che non mi fossi mai impegnato ma anche quando mi impegnavo, il risultato non cambiava molto. 

Anche se più alta, non importava poi molto.

"Guardami negli occhi quando ti parlo!"

Aspettai un po' prima di alzare gli occhi.

Perché già sentirselo dire era abbastanza, poi sapevo che sguardo mi sarei ritrovato davanti.

Alla fine decisi di farlo, per paura che si arrabbiasse di più.

"Non fai un cazzo di niente tutto il fottuto giorno! I tuoi voti parlano per te! Quando cercherai di fare qualcosa sul serio una volta ogni tanto!"

...

"Rispondimi!!"

"Lo sai quanto abbiamo investito IO E TUA MADRE su di te!?"

"E guarda come veniamo ricompensati!"

"Sprechi il tuo tempo, quando potresti studiare e non essere bocciato di nuovo!"

CAZZO! Se solo sapesse quanto ciò provato a studiare e non ripetere di nuovo l'anno!

Ma sto QUA sapeva se ci avessi mai provato!?

Anche quando i voti avevano quasi raggiunto la sufficienza era sempre lì, a lamentarsi!

Mai a dire "Bravo continua così" oppure
"Dai, che sicuramente la prossima volta ce la farai"

Pensai a questo mentre strinsi i pugni dalla rabbia.

Decisi di parlare.

"E allora!? Ti ho chiesto io di farmi nascere?!"

"Ideki Kenichi! non osare a parlarmi in questo modo!
Se solo te lo ficcassi in testo che lo faccio per te! Per il TUO bene!"

"Devi pensare al tuo futuro o vuoi lasciarci il peso di mantenerti a vita!? Hai i tuoi doveri o sbaglio, Eh?!"

Si alzò di colpo, facendo cadere la sedia.

Si avvicinò.

Allargò il suo braccio e mi diede uno schiaffo in faccia.

Caddi a terra per quanto forte era.

"Calmati, non era quello che avevamo prestabilito"

Mia madre intervenne nel nostro discorso.
se così si poteva ancora chiamare.

"Non dirmi cosa devo fare! Sappiamo tutti che se continua così non andrà da nessuna parte!"

Mi misi la mano sinistra sulla guancia.

Mi alzai lentamente e mi diressi verso l'uscita.

"Bravo esci! Scappa come sai fare tu! Da queste responsabilità, da tutto! Sicuramente ritornerai, non concludi mai niente!"

Iniziai a correre via.

Era troppo.

Più veloce.
Più Veloce.

Chiusi gli occhi, mi coprì le orecchie e corsi.

Mi scontravo coi passanti, ma sinceramente non m'importava.

Ad una tratto sentì un fortissimo colpo insieme ad un forte suono.

L'urto si concentrò sulla spalla destra.

Ho aperto gli occhi, ero già a terra.

Iniziavo a sentire il dolore e vedevo sfocato.

Sentivo che la gente si stava riunendo intorno a me.

Fecevo fatica a respirare.

Non riescivo a mantenere gli occhi aperti.

Capì di essere stato investito.

Non pensavo che sarebbe finita così...

My New World. (Versione: Angelo2056)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora