E alla fine, in quella notte di inverno, ti ho detto addio,senza sperare in un ritorno inimagginabile per quanto falso e macabro potesse sembrare.
Lo vidi li, a terra , colmo di sangue tale alla sua vergogna e insicurezza di non essere abbastanza ,con i sensi di colpa dell'immobilità.
In colpa di non poter fare niente per proteggermi,in colpa di avermi abbandonato per riferimenti egocentrici ed egoisti
Mi aveva abbandonato
e da li non fui più la stessa.
I ricordi di quella tetra notte mi girovagavano per la mente e l'unico pensiero era: perché a me?
Neanche il tempo di pensarci un altro po' che la sveglia iniziò a suonare, cosi la spensi urtandola contro il pavimento e alzandomi per recarmi verso il bagno. Mi guardai allo specchio e notai i miei lunghi capelli nero corvino,leggermente mossi,scendere sulla mia spalla coprendola del tutto come se fosse una foresta nera senza una fine. Spostai il mio sguardo dalla spalla ai miei occhi azzurri cristallo ereditati da mia madre: mia madre era davvero bellissima,aveva dei capelli castani come le nocciole,un fisico abbastanza minuto e degli occhi azzurri color cristallo,l'unica cosa che mi ha lasciato di lei. Feci un sospiro e iniziai a lavarmi i denti con il dentifricio alla fragola.Mi vestii e subito dopo mi recai al mio primo corso al college.Devo ammettere che avevo davvero tantissima ansia,non conoscevo nessuno ed era tutto nuovo,c'é molta differenza tra un paesino del Texas e un college a New york e non avere neanche un'amica non aiutava affatto.Mi feci forza e oltrepassai il portone principale pronta per dirigermi al primo corso.
Il primo corso era quello di criminologia; fin da piccola,quando papà iniziò a bere e a frequentare quei club tornando molto ubriaco di solito con lui portava dei suoi amici a casa.Un giorno mio padre mi portò a comprare le caramelle a patto che gli comprassi le sigarette e con lui c'erano i suoi amici.Mentre io scesi dall'auto per acquistare le sigarette loro andarono in un vico e dopo averle prese li seguì.
Stavano tutti in cerchio davanti ad un ragazzo che era disteso a terra con il viso pieno di sangue e mio padre che lo picchiava.
Non seppi mai per quale motivo lo stava facendo perché me ne scappai subito in macchina e lo aspettai,non avevo il coraggio di chiedere.Da allora ho sempre sognato che un giorno,forse lontano,riuscirò a catturare tutte le persone come lui,come loro.
Ogni scelta che noi prendiamo,ogni decisione,ogni azione,ogni emozione che noi emaniamo é perché é voluta da noi,nessuno ci comanda,noi siamo padroni di noi stessi é cosi e sempre cosi sarà quindi se fai del male,lo fai di tua volontá.
Mi sedetti in uno dei banchi infondo sperando di non essere disturbata ma non fu cosi,infatti vicino a me si sedette una ragazza bionda,abbastanza bassa oserei dire,con gli occhi castani e il naso all'insù.Non le degnai molto più di uno sguardo e fissai di nuovo la grande lavagna bianca che si trovava di fronte a noi,lei fu la prima ad aprire bocca emanando cosi una voce davvero bassa e lieve,come quella di un usignolo.
<<eii,sei nuova?>> mi girai verso di lei squadrandola per poi guardarla di nuovo negli occhi.
<<si.>> risposi secca senza aggiungere un'altra sillaba.
<<come ti chiami>> continuò la ragazza giocherellando con il tessuto della sua gonna.
<<anthea,anthea white>>scrutai seria,iniziando a fare qualche disegnino a caso sui margini del quaderno.
<<io sono scarlett,scarlett minch.Piacere mio>>
<<già,piacere tuo>>la ragazza sorrise imbarazzata per poi guardare la lavagna,la conversazione calò in un pietoso silenzio aspettando il professore.Nonostante le delusioni non avevo voglia di passare i miei anni al college senza amici quindi decisi di mettere fine al silenzio.
<<Come mai hai scelto criminologia,Scarlett?>>
<<Mio padre é un poliziotto,mia mamma un investigatrice e cosi pure i miei nonni,mi costringono in breve.Tu,Anthea?>>
<<semplicemente amo chiudere in galera gli stronzi spacciatori di droga e gli stupratori>>mentii.
Non mi andava di far sapere ad una ragazza che conoscevo si e no da due minuti che mio padre era un drogato,quindi mentii,come avevo fatto per 4 anni con chiunque volesse conoscere la mia famiglia.
La ragazza sorrise e dopo un po' arrivo il professore mettendoci a tacere.
Nel bel mezzo della lezione arrivò un ragazzo: era alto,con i capelli castani e degli occhi azzurri.
Aveva dei tatuaggi su tutte le braccia e sul collo,davvero sexy.
Mentre lo guardai sfiorai il suo sguardo e subito distolsi l'attenzione da lui per dedicarmi al vecchio professore,lui si che era davvero brutto. Il ragazzo però si sedette qualche fila dietro di noi,mentre camminava per dirigersi al suo posto mi guardò fino a quando non si sedette.
<<chi é quel ragazzo che é venuto in ritardo interrompendo la lezione?>>chiesi alla ragazza affianco a me.
<<lui é Ares,Ares miller.Non ti conviene averci a che fare:lui e il suo migliore amico Zeus sono i peggiori di tutto il college>>
<<perché,che hanno che non va >>
<<sono dei puttanieri del cazzo,scopano e basta,sembrano apatici privi di emozioni,davvero anthea,non averci a che fare>>
<<si vedrà>>chiusi lì la conversazione come si chiuse la lezione
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L'artefice.
RomanceAnthea é una ragazza di 19 anni che, dopo la morte della mamma ,perse anche il padre a soli 12 anni.Dopo la morte del padre, Anthea, si trasferì dalla zia paterna in una piccola città del Texas dove visse per 4 anni,arrivati ai 19 anni Anthea inizia...