CAPITOLO TRE

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 pov's ji-succhione

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pov's ji-succhione

il giorno dopo, perché sì.

AHHH!
LA SVEGLIA!
'STA CASSO DI SVEGLIA LA BUTTEREI NEL FUOCO, ED È APPENA LUNEDÌ... ED È APPENA IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA.

(avvertenza di una storia di una gacha kid)

CIAO, MI CHIAMO BALDO... BALDO DELLASEGA!

mi alzo, non mi lavo i denti, non cago, non piscio, mi pettino i capelli lunghissimi, come il mio junior là sotto, e mi imbacucco in una felpa cangiante cinque volte più grande.
s-sì, ho un corpo femmineo, gracile, minuto, esile, magro e mingherlino.

s-sono così piccolo che tutti i sugar daddy con cui sono stato non mi hanno mai sgamato mentre ero in veste di una adolescente allupata.
una sexy, perché io sono sexy, adolescente vogliosa di melanzane che risalivano al mesolitico.

vi giuro, e son certo, uno di quei vecchi increspati, pieni di fitte rughe, ha aiutato a costruire la piramide di ramesse ii.

tutti mi amano, comunque.
p-perchqwé io sono k-k-k-kawaii.

ah, cazz.

questo non è il punto di vista di hope che viene venduta agli one direction, soprattutto a quel figo di harry.

e non è neppure il punto di vista di quei poveri figlioli (i soliti bottom del cavolo) nelle fanfiction gayissime feticizzate da delle bimbette sciocchine sciocchine.

beh, andiamo dritto al sodo.
sono vergine.

ma c'è una filosofia dietro.

non ho perso la verginità perché io non perdo mai.
i GANGSTER non perdono mai.

for the night di deddy poppy smoke suona dunque nella mia mente colta ed intellettuale.

ad ogni modo, la stanza dove sto non è male.
il sacerdote ieri mi ha accompagnato sull'uscio di casa tenendomi in braccio perché avevo finto di essermi slogato una caviglia, una volta inciampato in un albero di faggio.

la stanza che avevo a napoli e che condividevo con i miei fratelli della gang era un'entropia.
vivevamo con topi e scarafaggi in una tale simbiosi da far paura.

i GANGSTER devono incutere timore.
noi veniamo buttati per strada a quattro anni e poi diventiamo MASCHI ALFA.

comunque, qui, nelle campagne toscane, ci sono arrivato in uno scompartimento di seconda classe di uno schifoso convoglio ferroviario che puzzava di merda e piscio.

dunque, vado a salutare il mio deddy con l'alitosi mattutina, con centinaia di batteri presenti nella mia bocca e con i depositi delle fave scorreggianti di ieri sera sulla lingua e lungo il margine gengivale, di cui le coppiette merdose si fregano abbondantemente durante un nauseabondo bacio di prima mattina.

«buondì».
mi fermo in salotto.

«ehi, io devo andare ora».

«pensi di riuscire a non derubare di questo po' che possiedo mentre sto via?» mi domanda garbatamente.

io gli sorrido di rimando, «sì».

prima di lasciarmi vedo che mi guarda il culo carino carino.
beh, le mutande rosse, del mio colore preferito, che si vedono perché ho i pantaloni sotto al culo sono nientemeno che un pezzo d'arte.

poteva guardarlo quanto voleva, tanto era suo.

I-IL MIO CULO È TUO, D-DEDDY.

 time-skipping

noto con piacere che ha una macchina di barbie accostata all'angolo del salotto giallo.

ci monto su e, cazzo, la rompo.

no, non bestemmio come faceva quel veneto rompicazzo che ho incontrato in treno e i cui piedi puzzavano di uova marcescenti.

non bestemmio anche perché non sono un minchione dalle stupide credenze della cultura dei bimbiminchia.
bestemmiare non fa ridere.

se bestemmi, sei gay.

PURR.

INOLTRE, non credevo di essere così grasso.

ad ogni modo, la macchina di barbie è rotta.

a chi imputerò le colpe?

opzione una: me stesso, soprattutto al mio culo enorme.
opzione due: al bambino dei vicini che inviterò a bella posta a casa del sacerdote solo per farlo salire sul giocattolo e fargli credere che è stato lui a scassarlo.

l'opzione tre è un poco più creativa: cago sul cesso e dentro e non tiro lo sciacquone, rubo qualche soldino al prete e poi scappo via.

sarà così distratto dal tanfo che si fionderà nel bagno e neppure si accorgerà della macchina di barbie rotta.

ho una mente acuta.
ho la mente acuta di un bocconiano.
ahimè, l'università bocconi di milano ha perso un grandissimo studente.

comunque, dopo un poco di tempo decido di farmi un giro della casa.

un giro che dura cinque minuti perché sono in un bilocale di quaranta metri quadri, che ora puzza dei miei piedi che non lavo da due giorni oramai.

tutt'a un tratto, sul tavolo di mogano della cucina scorgo un piattone di patatine.

MERDA, le patatine di denis dosio albergano ancora nei recessi della mia mente colta e intellettuale.

 time-skipping

deddy è tornato a casa.

WELL, DON'T YOU SIT IN FRONT OF ME AND WAIT FOR ME TO TALK!

questo vuol dire che non devo scappare a dubai a mangiare letteralmente merda umana per qualche spicciolo.

quanto può guadagnare un prete?
potrà mantenermi?

beh, se avremo figli e saremo poveri so già cosa farò.

i miei figli non sapranno del loro compleanno e così risparmieremo i soldi dei loro sciocchi regali.

«cazzo te ne stai lì?»

«va' a prepararmi la cena!» esclama, stravaccandosi sul divano che esala un acuto odore di banana andata a male.

come osa bistrattare 'sto povero angioletto (me medesmo meco), il cui sogno è quello di fare il K-POP IDOL tra quei razzisti kinesi della penisola coreana di yoon suk-yeol.

(nota bene: qui i personaggi sono tutti italiani, e il vero nome di ji-sung è appunto baldo dellasega).

DADDY'S BABYBOI ミ MINSUNG Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora