Lei era bellissima.
La osservavo da lontano, seduto in un angolo con la mia famiglia. La sua lunga coda dal pelo rosso si muoveva fluida come una bandiera guidata dal vento, le sue gambe si sovrapponevano alla stoffa bianca del corto abito che indossava. Queste erano bianche come la neve, e adornate da dei bellissimi tacchi del medesimo colore, allacciati alle cosce con lunghi nastri. Uno, due, tre passi e poi un saltino. Un’altro, altri due, e un saltino ancora. I suoi movimenti ammaliavano l’intero palazzo, che la guardava come se fosse un ricco tesoro, una creatura delle storie epiche, irreale e irraggiungibile. E per molto, lo pensavo anche io.
Tendevo ad osservarla sempre da lontano, la cosa che mi piaceva di più di lei era come muoveva le orecchie in base alle emozioni che provava. Se triste, le abbassava; se felice, erano alte e attente…ma quando ballava, non riuscivo mai a capire cosa provasse. Queste si facevano trasportare dal movimento del corpo, senza opporre resistenza.
Pensavo di essere diventato bravo a captare i suoi messaggi, segreti come gli sguardi che mi lanciava. Dopo tutto, anche solo il pensiero di una coppia come la nostra era sbagliato e deplorevole, ma come si fa a disobbedire all’amore puro e sincero provato da un giovane ragazzo?Quello era il mio primo ballo. O almeno, il mio primo ballo da re, e mai mi sarei aspettato di vederla ballare nel mezzo della sala del trono. Era un ballo elegante, sensuale, ma anche preciso e ben calcolato, in quanto i suoi piedi cadevano ogni volta su delle precise mattonelle del pavimento.
Le braccia erano accompagnate dai suoi lunghi capelli, che si univano ai suoi movimenti fluidi. Mi ricordava il sangue, fonte di vita e deliziosa prelibatezza, ed al momento, era l’unica cosa che stavo desiderano di avere da lei.Chissà qual era il sapore di una mezzo animale. Magari era dolce, come lo zucchero nella cioccolata, oppure amaro, come gli schiaffi che ricevevo quotidianamente da mio padre. O forse era salato, come il sudore dopo una calda giornata d’estate, o ancora acido, come le susine acerbe dell’albero del giardino.
Nel mentre che fantasticavo di cosa avrebbe saputo il vino derivato dal suo sangue, non mi accorsi come il suo sguardo fosse diretto a me. Tra mille uomini nella stanza, lei stava guardando solo me.
Tornato alla realtà, qualcosa in me si mosse. Questo fu abbastanza forte per farmi alzare e seguire il suo gesto di avvicinarmi, come una maga faceva con le sue vittime.
Misi le mani sul suo corpo, una sul suo fianco e una sulle spalle. Su di questa, lei strusciò la guancia; quello fu il nostro primo vero contatto pelle a pelle.
Era tutto così sbagliato, tutto così proibito. Gli sguardi delle nostre famiglie erano puntati su di noi, ormai cosa sola, mentre ci muovevamo a ritmo del pianoforte e delle viole suonate dall’orchestra. Sentivo la paura tremenda di pestarle i piedi mentre ballavo, dopotutto, non ero mai stato bravo nel ballo classico. I miei fratelli lo erano molto più di me, soprattutto la mia dolce sorellina.La mia inesperienza fu notata da tutti, e sentivo il loro giudizio premere sulle mie spalle, ma da lei ricevetti solo un dolce sorriso sincero. Mi guidò nei movimenti, incrociando le sue gambe con le mie, spostandomi le braccia verso l’alto, e il viso verso il suo.
La sua raffinatezza pura e artistica era pari a quella di nessun'altra. Desideravo possederla, immortalarla nel quadro della mia vita e berne la bellezza per renderla un pilastro eterno nel caos che era la mia mente.
Per un momento fu come se fossimo soli, come se tutti i nobili altezzosi nella stanza fossero spariti. Ai miei occhi era rimasta solo la vera bellezza, quella che caratterizza l’arte; tutto il resto era sparito. La finta magnificenza dei ricchi lì presenti, creata da illusioni di ori e argenti, si era fatta ormai nulla, lasciando alle mie orecchie e ai miei occhi l’unica vera gemma del mondo.
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100 e più novelle di LUACV
Short StoryStorie riguardanti i personaggi della mia campagna di dnd. Enjoy :) Si chiama "L'ultimo a cadere vince", ma più comodamente la chiamiamo LUACV.