CAPITOLO 1
La pioggia la sentiva soltanto, un lontano rumore intermittente, poi il silenzio e le risate di un gruppo di passanti. "Alla fine di Maggio il tempo fatica ad essere coerente", pensava guardando l'orologio. Luca era in ritardo ma questa sera niente preavviso, niente chiamate, niente messaggi. Tutto ciò non la preoccupava affatto, anzi cancellò subito questo pensiero dalla testa rimpiazzandolo con un bicchiere di vino rosso. Di ascoltare la musica non le andava. Aveva passato l'inverno in compagnia di un vecchio giradischi, un regalo riciclato dall'eredità di sua nonna, venuta a mancare in autunno dopo quasi 95 anni di lamentele e una passione, anzi un'ossessione per la musica. Pensò intensamente a sua nonna. Una donna austera, severa, difficile. Morta single. Le vecchie pettegole in famiglia, così brave a riassumere le vite altrui sedute comodamente sui loro sofà a sorseggiare estratti di cose che non conoscono, ci tengono a sottolineare quest'ultimo fatto, che appunto fosse crepata single. "Era una brava donna" , precisano sempre prima di spiegarti come con i suoi modi così "ostili" avesse fatto scappare qualunque poveruomo sventurato le si fosse presentato davanti. Anna, sebbene ascoltasse attentamente queste conversazioni senza partecipare, continuava a portarsele appresso nella testa, più per divertimento che per il bisogno di dover dare un giudizio.
- Era una brava donna- preannunciava quasi sempre zia Malvina alzando un secondo lo sguardo al cielo e subito dopo alle altre. Poi un'attesa. Chi tace acconsente sempre, quindi nel silenzio tutte si dichiaravano d'accordo: era senza dubbio una brava donna.
- Certo è che...- Silenzio.
- La vecchiaia in solitudine...- Nuovo silenzio diverso dal primo, ora le teste di tutte annuiscono all'unisono, qualcuna alza le sopracciglia in segno di approvazione con quello che sta per essere detto.
- Sono situazioni difficili...- La conversazione procede così, con frasi lasciate a metà, incomplete. Eppure tutte sono lì lì, tutte sul punto di di, ma non accade nulla.
- Certo è che...- Si ricomincia. Altri puntini di sospensione finché non arriva lei, la tanto attesa, la desideratissima, lei che ha perso la pazienza di cui disponeva e ora è pronta per sferrare tutte le sue bombe su quella folla di conigliette col bavaglio. La matta kamikaze. Entra in scena e da questo momento le frasi diventano affermazioni, con un bel punto finale per chiudere ogni sentenza.
- Clara ha sbagliato - Punto.
- Poteva tenerselo stretto-. Si riferiscono ad uno di cui nessuna si ricorda il nome. - Poteva smussare con un po' di pazienza le sue spigolosità caratteriali, trovare un compromesso. E' così che abbiam fatto tutte. Il tempo sistema sempre le cose, aggiusta le persone. Ci si fa compagnia, si muore insieme -.
Si, poteva morire come sono morte tutte loro. Ovvero un giorno per caso sventolando bandiera bianca alla vita chissà quanti anni fa, chissà dove, chissà facendo cosa. Magari proprio quel giorno in cui la puzza di qualcun altro proveniente dal gabinetto inizia a diventare un odore familiare. Pensava Anna...
Le 22.17 e di Luca nessuna traccia. La pioggia aveva ceduto il posto ad un silenzio umido, in effetti iniziava a fare abbastanza freddo da coprirsi con qualcosa, ma non abbastanza da chiudere la finestra. Anna si affrettò in camera da letto per prendere una felpa nell'armadio. Di solito nel periodo quasi estivo le piace indossare quella rubata all'ex ragazzo di sua sorella, Mario il drogato. La felpa in questione è tre taglie più grande di lei con una grande stampa di un teschio che fuma uno spinello sulla schiena. Anna non capiva cosa le piacesse di quella felpa orrenda, del tutto incoerente con tutta la sua vita, una vita tutto sommato tranquilla caratterizzata da qualche ragazzata innocua negli anni in cui ogni essere umano normale sente il bisogno di ribellarsi a qualcosa, ma niente più di questo. Eppure nonostante la calma piatta della sua esistenza sentiva ancora l'insensato bisogno di sentirsi abbracciata da quell'indumento così schifosamente trash. Non ci pensò su due volte e si infilò la cosa addosso.