Al mare

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Non c'era nulla che Manuel e Simone aspettassero tanto quanto il loro giorno libero dal lavoro, specialmente durante l'estate quando la loro piccola Elena aveva ogni giorno libero dalla scuola.

Era dura doverla lasciare ogni mattina dai nonni per poi dividersi con la promessa di rivedersi tra poche ore. La bimba adorava stare con nonna Anita e nonno Dante ma sentiva sempre tanto la mancanza dei suoi papi.

Ma poi il giorno libero arrivava e, come da tradizione, passavano ogni minuto di quello insieme: sin dal momento in cui aprivano gli occhi a quello in cui li chiudevano.

Da anni, ormai, la loro piccola dormiva nella propria camera sommersa dalla sua miriade di peluches e bambole che Manuel, spesso, trovava inquietanti dati i loro occhi un po' sproporzionati.
Ma entrambi stavano sempre allerta, capitava che la bimba si svegliasse durante la notte in seguito ad un incubo ed entrambi si alzavano per tranquillizzarla e coccolarla.

Tra i due ad avere il pugno duro era, inaspettatamente, Simone.
Manuel era permissivo, pure troppo. La viziava a più non posso. Quella bimba era il suo punto debole e lei, forse, ne era consapevole tanto da giocarsi la carta degli occhioni dolci ogni volta che voleva qualcosa.
E Simone glielo ripeteva che non dovevano viziarla, che a volte era giusto negarle qualcosa quando non era possibile averla perché sennò non le avrebbero insegnato bene ad affrontare la vita ma Manuel non resisteva, soprattutto quando con la sua vocina dolce lo chiamava papi.

Era sempre bello aprire gli occhi la mattina del giorno libero con la consapevolezza di avere una giornata tutta per loro, con la consapevolezza di non dover correre a destra e sinistra pur di non fare tardi.

Manuel si svegliò per primo, i ricci di Simone appiccicati sul suo petto leggermente sudato.
Era stata una scelta saggia quella di far montare i condizionatori in casa, non avrebbero potuto affrontare l'estate sennò.
Anche perché, loro, non rinunciavano mai a dormire attaccati, incollati.

Il più piccolo russava anche leggermente e ormai Manuel, dopo anni, si era talmente abituato a quel suono durante la notte da non sentirlo nemmeno più.
Dormivano insieme da quando erano due matricole e di anni ne erano passati abbastanza da allora.

Il lenzuolo era completamente ammassato ai loro piedi, lo avevano scansato durante la notte.
Quello spiraglio di luce che entrava dai buchi della persiana permetteva a Manuel di poter osservare il corpo seminudo del marito, che lui trovava sempre mozzafiato. A coprirlo solo un paio di boxer leggeri di colore nero, per il resto spiccava la pelle bianca e morbida di cui Manuel era follemente innamorato, follemente schiavo.

Capì che il più piccolo si fosse svegliato da una sua presa di fiato più lunga rispetto al solito, infatti pochi secondi dopo si mosse su di lui stiracchiandosi.
Ormai conoscevano a memoria l'uno le abitudini, i movimenti e i modi di fare dell'altro ma non se ne stancavano mai: era rassicurante e confortante, anzi.

«La piccola si è svegliata?» chiese Simone con la voce ancora impastata dal sonno

«No, non ancora» rispose Manuel sussurrando, gli accarezzò dolcemente la schiena nuda con due dita e Simone sorrise, sia per il contatto che per il solletico

Schiuse lentamente gli occhi per fissarli su quelli di Manuel e, come ogni volta che si incontravano, il loro stomaco fece un balzo collegato direttamente al cuore che, immediatamente, prese a battere più velocemente.

«Buongiorno» mormorò Simone

«A te, dormiglione» disse Manuel sorridendo

«Ho un solo giorno libero a settimana, avrò anche il diritto di svegliarmi un po' più tardi» disse stiracchiando i muscoli delle braccia prima di avvolgerle attorno alla vita del più grande

Giornata libera || Simone x Manuel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora