Pearl // USA

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Era una mattina tranquilla di dicembre. USA era a Pearl Harbor. Parlava con i soldati e si occupava che non ci fossero spie. Un soldato gli si avvicinò. Aveva 18 anni. Si chiamava Chris Smith. Ad USA era simpatico. Chris aveva i capelli biondi e due occhi eterocromatici, uno smeraldo l'altro pece. Era alto per la sua età, ed era abbastanza magro. Aveva sempre un sorriso stampato sulla faccia.
Lo conobbe durante una rissa. Due ragazzi, i soldati Johnson e Allen, lo stavano pestando, mentre un altro ragazzino stava nell'angolo terrorizzato, il soldato Brown. Quando tutti lo videro, si misero sull'attenti. Chris era messo male.

USA: SOLDATI, IN DETENSIONE. SUBITO

Poco dopo il soldato Brown andò da USA

Brown: Mi permette signore?

USA: Certo, che succede

Brown: Il signor Chris Smith non centra nulla mi stava difendendo! Se guarda le telecamere lo saprà !Ma la prego, quel soldato ha solo fatto la cosa giusta!

USA: Controllerò le telecamere, se ciò che dici è vero, il soldato Smith non avrà problemi

Brown: grazie signore

USA guardò subito le telecamere, e la versione era giusta. Il soldato Smith aveva cercato di difendere il soldato Brown, e gli altri avevano iniziato a picchiarlo. Si diresse da lui. Era in infermeria, a farsi curare le ferite.

Chris: Signor USA

USA: chiamami solo USA. Ho visto quello che hai fatto soldato. Sono fiero di te

Chris: Grazie sign- Grazie USA

Da li fecero amicizia. Spesso lui e USA mangiavano hamburger sulla nave.

USA: ripetimi perché. Capisco il patriottismo, ma amico hai 18 anni. Hai tutta la vita davanti, una ragazza pronta a sposarti e con i soldi della tua famiglia potresti studiare dovunque. Perché arruolarti a combattere?

Chris: Proprio per la mia famiglia e la mia ragazza. Voglio fare in modo che siano al sicuro. Poi quando tornerò a casa, sposerò Rebecca e diventerò un avvocato, ma prima voglio difendere la mia casa. Sai, appena tornato chiederò subito a Rebecca di sposarmi, e ti inviterò al mio matrimonio!

USA: ne sono lusingato

Il ragazzo sorrise, e così USA. In quel momento si sentii una sirena d'allarme. Svelti i due andarono sottocoperta. E da l' l'inferno scese in terra.
Le bombe iniziarono a cadere dagli aerei del Giappone.
USA si ritrovò in mare. Sentiva l'acqua entrare nei polmoni e nella bocca. Poi piano piano, si sentì abbandonare.
Si svegliò sulla spiaggia. Si mise in piedi, anche se traballante. Gli sembrava che la testa dovesse esplodere.

Chris: Ben svegliato, USA

USA stava per parlare quando vide dietro Chris una figura a lui familiare. Un uomo dai capelli corti, vestito con l'uniforme giapponese, stava lì, con uno sguardo serio e un sorriso a 32 denti.

USA: Chris cosa..

Chris: ora questa messa in scena può finire. Non mi chiamo Chris Smith, non vengo da una ricca famiglia americana e non esiste nessuna Rebecca. Il vero Chris Smith ora sta studiando in Canada

USA si sentì la testa esplodere. Se non era Chris Smith, chi era quel ragazzo? Perché si era finto suo amico? Cosa ci faceva con Impero Giapponese?

Chris: Non capisci, vero? io mi chiamo Kaito Takahashi

USA: tu... perché... tu non assomigli...

Kaito: Ad un giapponese? Hai ragione, e sai perché? PER COLPA TUA! E DEL TUO DANNATO POPOLO! Ai tempi dei Samurai, voi americani andaste per aiutare Impero Giapponese ad uccidere Giappone Feudale. Li uno dei tuoi amati militari violentò una donna, una mia antenata. Da allora abbiamo il vostro sangue...In tutto il Giappone siamo stati visti come sporchi... bastardi...Siamo stati sempre stati trattati da reietti. Io più di tutti non avevo nulla di giapponese...La mia famiglia mi cacciò. Loro assomigliavano a qualsiasi giapponese, mentre io.. beh, puoi vederlo da te. Impero Giapponese mi ha permesso di riscattarmi. Mi salvò dalla strada, dove stavo per morire di fame. Mi ha dato casa, cibo. E in cambio io dovevo solo ingannarti, cosa molto facile. Sapevo che non avresti resistito ad un ragazzo che rischiava la vita per patria e amore, che difendeva i più deboli, a costo di rompersi tutte le ossa. Patetico. E ora, permettimi di ripagarti per tutto il dolore che mi hai causato

Puntò la pistola contro USA.

USA: io... Io ti giuro che... che se avessi saputo, avrei già punto quell'uomo!

Kaito: Beh, l'uomo è morto anni fa. Suicidio, su carta. Sono un esperto di veleni e droghe, un po' di LSD e le sue paure sono venute fuori, fino a farlo buttare dal balcone. Che tragico incidente. Quindi ora le tue parole sono inutili. Ultime parole?

USA: mi... mi dispiace... per tutto

Kaito: Che ultime parole sprecate

I. Giapponese: Addio

Impero Giapponese lo salutò con la mano, e Kaito sparì. Il proiettile lo prese allo stomaco. I due se ne andarono, lasciandolo lì a dissanguarsi. Per tutta la vita USA si chiese se lo avesse preso male, o sotto sotto il suo subconscio avesse voluto salvarlo.
Quando si svegliò, era passato del tempo. Era a Londra. Rincontrò suo padre, che credeva morto. Si sforzò di sembrare il più felice possibile quando la gente gli chiedeva come stava.
La sera si mise sul cornicione del palazzo. UK lo raggiunse.

UK: Cosa ti turba ragazzo mio?

USA crollò, raccontandogli tutto.

UK: non incolparti my love. Tu non avresti mai voluto questo. A volte il popolo fa cose orribili, e noi non abbiamo il potere di fermarli

Usa si accoccolò al padre, che di risposta iniziò ad accarezzargli la testa, come quando era piccolo.

USA: sai se Chris... Volevo dire Kaito... è vivo?

UK: Purtroppo no, non ne so niente

Non lo era. Kaito si era suicidato poco dopo aver sparato ad USA. Per lui, il lavoro era finito, e quindi non vedeva motivo di continuare a vivere.

Country Human: Un po' di tutto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora