Capitolo 10.

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Alla fine io e Amaranta abbiamo deciso di farlo per davvero il dolce, così da passare del tempo assieme e poter chiacchierare.
- Mamma è andata via così velocemente che non ho potuto dirle che la preferisco mora, e liscia! Quei riccioli corti non le donano. Ora che ci penso, deve aver anche preso peso, chissà quanto stress subisce sul lavoro! - Mi dico mente passo un cucchiaio gigante di legno ad Amaranta, che però si blocca pensierosa col braccio ancora sospeso. Dopo qualche secondo afferra il cucchiaio dicendomi
- Scusami cara, La vecchiaia gioca brutti scherzi, com'erano i capelli di tua madre?
Altra domanda, prima parlava di convention ma non ho ancora capito che lavoro faccia e sono così curiosa! -
Le sorrido e rispondo - Mamma ha dei lunghi capelli nocciola scuro, con dei riflessi color cioccolato e sono morbidi e lisci. Da piccola ci affondavo sempre il viso ed avevano un profumo buonissimo, mi hanno sempre ricordato una torta che mi preparava da piccola. - I miei occhi luccicano ripensando a quando ero più piccola, perché era tutto così facile. - Per quanto riguarda il suo lavoro è una designer, organizza show-room o mostre d'arte e arredamento contemporaneo, per questo è sempre in viaggio. - Faccio una pausa e aggiungo - Tu non sei così vecchia, scusa l'affermazione, ma una donna anziana ha la tua forza e non saprebbe cambiare così velocemente il proprio timbro vocale. -
Amaranta diventa rigida e ferma come marmo, quasi sento i suoi muscoli tendersi.
- Nora, cara, devi sapere che ho avuto un luminoso passato da attrice e come tale avevo il dovere di mantenermi in forma, e così mi sono appassionata al pugilato, fu uno scandalo per quei tempi che una donna di buona famiglia facesse a botte, e vincesse soprattutto, contro uomini grandi e grossi. Ma ahimè sono passati tanti anni... - Sospira.
Mi racconta della sua giovinezza nei minimi particolari, si apre a me come fosse un'enorme libro e lo fa con me, che sono una semplice ragazzina. Nel frattempo il dolce è pronto.
Mentre lo mangiamo Amaranta chiede - E tuo padre? Perché non è qui? -
Abbasso lo sguardo, respiro e decido di ricambiarle il favore non chiudendomi come faccio di solito. Coraggio, penso.
- È un generale, mamma l'ha sempre definito "il più bello e bravo stratega di tutti i tempi". È sempre in viaggio e quasi sempre sotto copertura. Quando ero piccola ha salvato una famiglia reale da una banda che rapiva bambini o uccideva il parente più stretto di chi voleva veramente colpire, è miracolosamente riuscito a salvare il figlio in una colluttazione dove altrimenti sarebbe morto, ma ero troppo piccola e non ricordo il nome del bimbo, dovrebbe avere però più o meno la mia età adesso.
Non vedo mio padre da allora. -
Amaranta sorride - Scommetto che il piccolo si chiamava Sebastian, vero? - Nei suoi occhi c'era amore sconfinato, nei miei solo domande che mi erano piombate sulla testa nell'arco di poche frazioni di secondo.
- Amaranta? - Respiro - Spiegami. -
Le mani grinzose di Amaranta si poggiano sulle mie e le stringono - Ogni cosa a suo tempo, ormai è tardi e bisogna andare a dormire. -
Anche se sotto le coperte, la mia mente correva troppo veloce per poter riposare e io, lenta come sono nel capire, faccio fatica a stargli dietro.

Rench Blueville (Temporaneamente Sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora