Come può farmi questo? È forse il momento più importante dell'anno, ogni volta contiamo i giorni che mancano ai festeggiamenti e proprio oggi lui decide di mollarmi qui, da sola. Mi guardo nuovamente intorno nella speranza di vedere i suoi capelli spettinati sbucare da in mezzo alla folla, ma nulla, di Vies neanche l'ombra. Mi sento davvero stupida in questo momento, cerco di distrarmi e alliscio una piega della gonna. Papà e mamma stanno ballando insieme ad altre persone seguendo la melodia dei musicisti. Io sono seduta su una delle panche che verranno usate più tardi per allestire il banchetto, da sola, vestita in modo ridicolo, aspettando che qualcuno mi salvi da questa situazione imbarazzante. Non ci siamo dati un appuntamento vero e proprio ora che ci penso. Con tutto quello che è successo in questi giorni abbiamo avuto poche occasioni per parlare della festa e organizzarci a dovere. Come tutti gli anni però mi aspettavo di incontrarlo in piazza prima del tramonto. Vedo Zayra poco lontano guardare nella mia direzione e bisbigliare qualcosa all'orecchio dell'amica, quest'ultima si gira verso di me e inizia a ridere. Sapevo che avrei dovuto mettere la casacca verde! Stringo i pugni sulle ginocchia e abbasso lo sguardo. Per fare felice mamma ho deciso di indossare un suo vecchio vestito, ma non sono abituata a questo tipo di indumenti, non mi fanno sentire a mio agio. Inoltre mamma ha insistito affinché mi pettinassi i capelli e li lasciassi sciolti, altra cosa che non riesco a sopportare. Nonostante sia quasi sera e il sole stia lentamente calando fa ancora un caldo invivibile, sento i capelli appiccicarsi contro il collo sudato. Lo odio! Con una mano li raccolgo e li porto davanti ad una spalla. Continuo a fissarmi i piedi cercando di ignorare tutto ciò che mi circonda, per la noia inizio a giocherellare con una ciocca di capelli. Proprio oggi doveva decidere di farmi aspettare, vorrà vendicarsi per tutte le volte che l'ho fatto arrivare tardi a lavoro.
Un paio di sandali neri si fermano di fronte a me, alzo lo sguardo speranzosa ma non è Vies, è uno dei ragazzi che ogni tanto gira insieme a lui. Come si chiama? Ron? No... Rowan!
«Ehi Dhara, non ti riconoscevo quasi, non sei con Vies?»
«Ciao Rowan»
«Aron...» mi corregge un po' in imbarazzo.
Idiota che non sono altro!
«Scusa... Aron... No, Vies non è ancora arrivato»
«Conoscendolo sarà in ritardo»
Vies non è mai in ritardo.
«Già!» non so come continuare la conversazione, sorrido impacciata.
«Beh, senti... intanto che lo aspetti, ti va di ballare?» allunga una mano verso di me.
No, non mi va!
«Certo!» afferro la sua mano e lo seguo di malavoglia in mezzo alla piazza.
Non sono molto brava a ballare e seguo in modo impacciato i passi di Aron, sempre attenta a non incrociare il suo sguardo più del dovuto. Sento la sua mano sul mio fianco e la cosa mi infastidisce, non mi piace il contatto fisico, soprattutto se con qualcuno che non conosco. Sembra la canzone più lunga del secolo, non ne posso più di volteggiare, mi sento stupida e le mani mi iniziano a sudare. Quando la musica finalmente finisce, faccio un balzo indietro per mettere distanza tra noi, mi guardo di nuovo intorno nella speranza di notare un viso familiare, ma ancora nulla. Vedo però i musicisti consultarsi tra di loro, stanno per iniziare una nuova canzone, devo trovare una scusa in fretta o mi troverò incastrata in un altro ballo.
«Mi è venuta sete, vado a bere, ciao!» sorrido e faccio per allontanarmi.
«Vengo con te»
«Perfetto» cerco di calzare sull'intonazione ironica ma pare che Aron non la colga.
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Cronache di Deringar
Fantasy[IN PAUSA] Le mura che circondano Espaor hanno protetto i suoi abitanti per migliaia di anni, ma nessuno sa con esattezza da cosa. Osservando il panorama desolato dalla cima di quelle alte pareti Dahra si domanda che cosa si nasconda al di là dell'...