Per fortuna il fuoco non è arrivato fino a qui. Vedo Vies issarsi sul primo ramo e tendermi una mano. Esito, scossa da quel gesto. È così strano, siamo saliti così tante volte su questo albero pensando che forse sarebbe stata l'ultima, che avremmo avuto il coraggio di lasciarci Espaor alle spalle, lo desideravamo così tanto. Non immaginavo che sarebbe stato così doloroso. Per l'ultima volta afferro quella mano che mi aiuta a salire sul ramo più alto. Poco dopo sono alle sue spalle, in cima al muro. Si gira lentamente verso di me, non mi ero accorta di quante abrasioni avesse: oltre al labbro gonfio e livido, ha un brutto graffio sul mento, diverse bruciature gli coprono il corpo, gli occhi sono arrossati e il viso è sporco di fuliggine.
«Ci siamo»
«Già!» lo vedo indugiare, i suoi occhi guardano Espaor alle mie spalle, non ho il coraggio di girarmi, «Vies, mi dispiace, è tutta colpa mia!» sento la voce tremarmi «Volevo solo scoprire cosa...»
«Avrei fatto lo stesso» mi interrompe, «avrei voluto sapere»
Rimaniamo per un attimo in silenzio e, nonostante il senso di colpa, mi rendo conto di quanto io sia felice di averlo al mio fianco. Gli prendo la mano, sforzandomi di sorridere nonostante le lacrime mi bagnino il viso.
«Si chiama Deringar, il posto da cui vengo, intendo»
Mi chiedo se la mia confessione sia fuori luogo, ma è l'unica cosa non deprimente a cui riesco a pensare in questo momento.
«Quindi ci sbagliavamo sulla luna» mi sorride di rimando, stringendo un po' di più la mia mano.
«Sembrerebbe di sì»
Il suo sguardo si sposta nuovamente sulla città alle mie spalle, i suoi occhi si fanno tristi ancora una volta.
«Quando mi sono svegliato ieri mattina, sapevo che questa sarebbe stata una notte speciale, ma non mi aspettavo tutto ciò»
«Mi dispiace, se non fossi...»
«Doveva essere tutto diverso» mi zittisco, il suo sguardo si addolcisce, «Volevo prenderti dei fiori. Avrei voluto portarti in qualche posto speciale, stare un po' soli, parlare di noi...» i suoi occhi si spostano nella mia direzione, fissandosi nei miei, «Avrei voluto...» indugia, ma il suo sguardo non si muove.
«Cosa?»
I suoi occhi sono più scuri che mai e nonostante siano carichi di tristezza ci vedo una strana luce. Le sue dita si posano sul mio viso, accarezzando via le lacrime. Quando con il pollice mi sfiora le labbra, schiudendomele leggermente, mi si spezza il fiato in gola. Il cuore mi martella nel petto, sento l'altra mano appoggiarsi delicatamente sulla mia schiena, avvicinandomi di più a lui.
«Avrei voluto fare questo...»
Il suo volto si abbassa sul mio e in un istante le nostre labbra si incontrano. È come se dimenticassi tutto, il fuoco, la paura, l'incertezza, l'unica cosa che sento è il respiro caldo di Vies che si mischia con il mio. Mi aggrappo a lui come se fosse l'unica cosa che mi permette di non cadere. Le mie mani, dietro la base del suo collo, si muovono da sole e salgono intrecciandosi con i suoi capelli. Sento la sua bocca schiudersi, emettendo un piccolo lamento. Le sue labbra hanno uno strano sapore, un misto di ferro e pane bruciato, ma non riesco a farne a meno. Le sue braccia, le sue mani, mi avvolgono completamente, stringendomi ancora più forte contro di lui. Sento il mio corpo protendersi ancora di più verso il suo, sono in punta di piedi, completamente abbandonata al suo abbraccio. Le sue labbra premono con forza contro le mie, le sue dita si spostano accarezzandomi delicatamente, a quel tocco un brivido mi scuote. Lo sento rallentare e istintivamente apro gli occhi. I suoi sono ancora chiusi, osservo affascinata le sue lunghe ciglia scure, è la prima volta che lo posso guardare da così vicino. Poi anche i suoi occhi si aprono lentamente, come se si stesse risvegliando da un sogno. Le sue labbra si staccano dalle mie, abbiamo entrambi il fiato corto. La sua bocca accenna un sorriso che non posso fare a meno di ricambiare. Sento la sua mano sul mio volto accaldato, mi accarezza una guancia. So di essere rossa per l'imbarazzo, sprofondo il viso nel suo petto per nasconderlo, il suo profumo così familiare mi avvolge. Rimaniamo così per pochi secondi, ma a me sembra un tempo infinito, quando finalmente ci stacchiamo vedo i suoi occhi neri sorridermi, ma poi improvvisamente qualcosa cambia.
Il suo sguardo si stacca dal mio e osserva qualcosa alle mie spalle, non so cosa veda ma nel suo volto si dipinge prima sorpresa e poi paura. Non faccio in tempo a voltarmi perché avviene tutto in un istante: le mani di Vies mi afferrano con forza per le braccia e mi spingono verso il lato opposto delle mura. Vengo colta così alla sprovvista che non ho la prontezza di rimettermi in equilibrio, il mio sguardo si sposta verso terra e le mura mi sembrano improvvisamente altissime. Le vertigini prendono il sopravvento, i miei piedi inciampano l'uno sull'altro e in un istante mi trovo a precipitare al di là del muro. Sento uno strano rumore provenire dalle mie spalle, ma proprio in quell'istante tocco il suolo.
Rami affilati mi graffiano la pelle. Sento la stoffa stracciarsi in più punti per l'impatto. Rimbalzo e cado a terra su un fianco, l'impatto mi coglie alla sprovvista provocandomi una fitta di dolore. Mi giro a pancia all'aria cercando di recuperare il fiato dopo la botta. È in quel momento che qualcosa di caldo mi gocciola sulla fronte. Ancora confusa apro gli occhi e guardo verso l'alto. C'è una strana figura sospesa nel vuoto che proietta una lunga ombra su di me. Sembra un uomo, ma ha un braccio in più. Altre gocce mi cadono sul viso, con una mano accarezzo via quel liquido caldo e appiccicoso dalla mia pelle. Mi osservo le dita e con orrore realizzo essere sangue. Finalmente capisco. Un conato di vomito mi scuote da cima a piedi. Non voglio farlo, ma mi costringo ad osservare ancora una volta il corpo di Vies squarciato in pieno petto da uno dei rami dell'albero.
A/N
Okay. Sto piangendo. Scusatemi.
Di solito aggiorno di lunedì, ma dato che sto partendo per le ferie ho pensato di anticipare di un paio di giorni!
Il prossimo capitolo verrà pubblicato tra due lunedì. Ci stiamo avvicinando alla fine della prima parte. Il peggio è passato (o forse no...)
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Cronache di Deringar
Fantasy[IN PAUSA] Le mura che circondano Espaor hanno protetto i suoi abitanti per migliaia di anni, ma nessuno sa con esattezza da cosa. Osservando il panorama desolato dalla cima di quelle alte pareti Dahra si domanda che cosa si nasconda al di là dell'...