Daniele e Claudia - cuori che viaggiano

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Loro sono Daniele e Claudia,
hanno poco respiro
e tanta voglia di raccontarsi.
Era un autunno un po' bipolare quell'anno,
un giorno c'era il sole, e un altro pioveva,
un giorno faceva freddo, e un altro era da mare,
una storia finiva, e un gelsomino fioriva.
Daniele era un ragazzo come tutti gli altri, figlio unico e di buona famiglia, aveva compiuto diciott'anni in primavera, e ogni giorno prendeva il tram alle sette e trenta, con Trippie Redd nelle cuffie, per arrivare a scuola con cinque minuti di anticipo, quei pochi che bastavano per vedere Claudia.
Lei era la spinta giusta di cui necessitava Daniele per iniziare la giornata, la sua partenza in quinta senza freni.
Quotidianamente si scambiavano dei semplici «Come stai?», «Che hai fatto ieri?», «Che mi racconti?», «Che ti aspetta oggi a scuola?»; mentre altre volte, persi nel discorso, si disorientavano, il vento si abbassava improvvisamente e i loro occhi si sposavano. Attimi di mutismo. Istanti di perdita e confusione tramutavano in un successivo conseguire di parole improvvisate per imbarazzo e paura, «Scusa, guarda, non so cosa mi sia successo, è strano ahah» diceva Daniele, e ancor più imbarazzata aggiungeva Claudia: «No, si, capisco, sarà l'ansia pre interrogazione ahah». Ogni giorno, il tempo, era spettatore di una scintilla mai accesa, «Beh, allora, ci vediamo all'uscita?» chiedeva speranzoso Daniele, «Si! Cioè, non so, ehm, credo che ti manderò un messaggio, ahah» ribatteva Claudia con grande incertezza e confusione.
C'era qualcosa di grande e magnifico,
qualcosa di immensamente bello
e triste.
Daniele e Claudia si fidanzarono il 27 dicembre di quell'anno, l'ultimo del liceo, fu l'inizio di una grande e lunga storia, in cui amore, dolore, passione ed errore hanno giocato le loro parti migliori.
Si amavano, sognavano, viaggiavano, si aiutavano, si sostenevano, si raccontavano, si baciavano, e si desideravano tantissimo e continuamente.
Una sera, si erano organizzati per andare in pizzeria, per poi andare a casa di Daniele ed ascoltare insieme il nuovo disco dei Twenty One Pilots.
Daniele quella sera si era fatto prestare il vecchio modello della Kawasaki dal padre,
arrivò da Claudia alle otto, com'era stato concordato. «Hey, io sono giù, scendi?» scrisse Daniele per messaggio dal suo vecchio iPhone 8, «5 min e arrivo» rispose prontamente Claudia, che risultava già online.
Erano passati una decina di minuti e Claudia ancora non si faceva viva, Daniele riprese nuovamente il cellulare dalla stretta tasca del suo jeans nero e le fece uno squillo. Due squilli. Tre squilli. Alla metà del quarto squillo il cellulare di Davide vibrò e rispose finalmente Claudia, aggiungendo che stava per uscire dalla porta dell'appartamento, unico e al piano terra, come si vedono di solito nelle cittadine di montagna, e in cui viveva ancora per poco con i suoi e con sua sorella minore.
A pochi secondi da lì, venne varcato quell'ingresso.
Daniele sembrava improvvisamente colpito dagli abbaglianti di una crociera che fendono la nebbia.
Capelli piastrarti neri come la notte,
un vestito rosso scuro che si abbinava al bordeaux del casco di Daniele,
una collana di perle stupende, dei bracciali splendenti e un paio di classiche converse che la rendevano ancor più giovane.
Daniele riaccese il motore rombante della moto mentre Claudia si avvicinava, attesa da un sedile in pelle su cui era poggiato un casco nero opaco.
Era una fresca sera di maggio e i due innamorati si recavano "Da Pio", la pizzeria più buona della grande città, e situata nella piazzetta centrale.
Una volta giunti lì, ai due vennero indicati, su richiesta, due posti liberi per una coppia come loro.
«Una marinara con aggiunta di salsiccia fresca» rispose Claudia alla richiesta dell'ordine, mentre Daniele andò più sul pesante e scelse una quattro formaggi bianca.
In quell'episodio, Claudia mostrava un atteggiamento insolito, come se fosse che Daniele non era lì davanti a lei, a guardarla, ad ammirarla e a riflettere sul perché del suo comportamento.
Era perennemente con quel cellulare in mano a chattare senza mai darsi pace,
facendo sorgere a Daniele tante domande, tante preoccupazioni e un po' di nervosismo.
Ogni tanto Claudia accennava una risatina, come se non la volesse far notare e volesse nasconderla.
«Ma che fai?» chiese turbato e innervosito Daniele, "Niente, niente ahah" rispose Claudia con tono giocoso e scherzoso senza rendersi conto di cosa stesse trasmettendo.
A quel punto Daniele, preso dagli ultimi segni di pazienza partì a raffica con una serie di domande: «Tutto ok? Come mai stai ridendo? Chi è che ti scrive?», Claudia alzò lo sguardo verso di lui, lo guardò per qualche secondo e disse sorridendo: «Chissà, magari lo scoprirai da solo». Purtroppo in quel momento Daniele non era più lucido, non sopportava più questa situazione e non era affatto in vena di scherzi, e a pochi secondi da lì accadde il disastro: «Che cosa vuol dire?! Dai Claudia basta, dimmi che succede!» disse Daniele in un attimo di perdita di pazienza, un attimo di follia, ed arrivando quasi ad urlare. Claudia si spaventò, e rimase attonita a fissare Daniele con un'espressione impaurita e quasi terrorizzata. Mentre dall'altra parte, Daniele, la guardò, per pochi istanti rimase a guardarla, in quegli occhi sconvolti e tremanti, quegli stessi istanti gli bastarono per tornare indietro di dieci secondi, riguardare ciò che aveva fatto, e rendersene conto. Eseguì, in pochi attimi, un vero e proprio esame di coscienza. Claudia, quasi traumatizzata, si alzò di scatto dal tavolo, e uscì di corsa dalla pizzeria. Daniele, anch'egli spaventato, la inseguì, e con le lacrime agli occhi ripeté il suo nome, più e più volte, ma lei non si voltò indietro, fece uno squillo al padre che si trovava a tornare dal lavoro nei dintorni, arrivò dopo pochi minuti. Mentre Daniele, esterrefatto e affianco alla moto, rimase a guardarla andare via e salire sull'auto, con un'espressione affranta e disperata.
Questo, preceduto da altri in cui Daniele si è puntualmente ritrovato ad essere il colpevole, fu l'episodio decisivo che fece allontare i due cuori rotti per molto, molto tempo.

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