ii. 𝐕𝐞𝐝𝐨 𝐥𝐚 𝐠𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐚!

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TW: menzioni di morte, menzioni di sangue.
Personaggi: Russia, URSS
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Agosto, 1949

Era notte fonda, verso le tre del mattino probabilmente. Le stelle brillavano, facendo risaltare il nero cielo un paesaggio bellissimo, con nessuna nuvola presente. Le cicale cantavano ed il gufo bubolava sopra il ramo dell'albero, che si presentava davanti la finistra della villa. La finestra della stanza di una persona più potente al mondo e sua moglie, che dormivano beati, abbracciati, in segno dell'affetto l'un per l'altra.
Tutto era tranquillo, tutto trasmetteva calmezza e senso di pace. Si stava bene. Si dormiva bene.

Mamma! Papà!》 Richiamò piangente la voce di un bambino di quattro anni, che corse dalla sua stanza a quella dei genitori. 《Mamma! Papà!》 Richiamò di nuovo, questa volta aprendo bruscamente la porta della stanza dei genitori.
Ivan?! Che ti prende?!》 Rispose di colpo la donna, che si svegliò spaventava all'udire del pianto del proprio bambino che chiamò i propri genitori.
Io... io...》 Singhiozzò il piccolo, mentre ancora più lacrime si crearono nei suoi illuminosi occhi rosso-blu e scorsero velocemente giù per le sue guance.
Iv... perchè non salti sù e ci racconti cos'è successo? Domandò il sovietico, battendo dolcemente la sua mano sopra il materasso del letto, facendo cenno a suo figlio che salire con loro.
Ivan tirò sù col naso e velocemente si dirisse nel letto dei propri genitori, facendo, però, un po' fatica a salire.

Ivan, salito sul letto, si sedette in mezzo ai due adulti.
Ivan, hai avuto un incubo?》 Chiese la madre.
Sembrava che lo fosse, ma non è così! Era reale, reale!》 Rispose impanicato il bambino, rimarcando la seconda volta che disse "reale".
I due adulti si guardarono avvicenda, chiedendosi silenziosamente cosa avrebbero dovuto fare.
Cos'era reale, Ivan?》 Chiese il sovietico, Fyodor.
La donna! La donna con la testa sfasciata! Rispose il figlio.
I genitori fissarono prima il figlio con gli occhi spalancati per lo shock, per poi guardarsi nuovamente avvicenda, scossi dalle parole del figlio.
Quale donna, Ivan? Quale donna?》 Chiese nuovamente la madre.
Ma non solo la donna!》 Ricominciò con le lacrime, che gli si fermarono prima.《C'è ne erano altri! Tutti pieni di sangue! Alcuni mancavano qualcosa!
Gli altri due rimasero a fissare impallidi il figlio, tenendoselo stretto e non avendo idea di cosa fare.
E...! E...!》 Singhiozzò Ivan.《Volevano te, papà! Tirò fuori il ragazzo, prima di attaccarsi al braccio del padre, sprofondandoci la faccia, piangendo ancora più forte.
Me?!》 Domandò il sovietico con un acuto.
Ivan... la madre iniziò ad accarezzare il figlio 《tranquillo... è solo un brutto sogno...
Ma ti dico che non lo è, mamma! Non era un sogno, era reale, mamma! Era reale! Mamma, io vedo la gente morta!》 Controbattè il ragazzino, paranoico.
I due genitori guardarono negli occhi il figlio, sentendosi male per lui.
La donna spostò lo sguardo sul marito, che le fece un cenno《Ivan... dormi con noi questa sera, ok?
Mhm...》 Il bambino si appicicò alla madre, tiranso sù con il naso,《va bene... buonanotte...
E con questo la madre gli diede un bacio sulla fronte prima di ritirarsi sotto il letto con il suo pargolo.

Il sovietico diede un ultimo sguardo all'amata ed al bambino addormentati, prima di alzarsi cautamente, non volendo svegliargli dal loro meritato riposo. Percorrendo tutto il buio corridoio e salendo le scale per il piano superiore, arrivò al suo ufficio. Aprì la porta, schiacciò l'interruttore e la luce si accese. Si dirise verso la scrivania, che detiene il telefono. Giro la rotella per emettere il numero, per poi sentire uno squillo quando finì.
Pochi secondi dopo, chiunque fosse dall'altra parte della linea, rispose:《Pronto?
Installate delle camere di videosorveglianza in casa mia.
Detto fatto, signore.

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Parole: 653

Angolo autrice:
Sì, Ivan è Russia.

❝ 𝐁𝐋𝐀𝐂𝐊 𝐑𝐎𝐒𝐄𝐒 ❞ - Countryhumans One-ShotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora