capitolo 1

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|BEOMGYU|

Quella sera si era scatenato il cielo, tra tuoni e lampi, gocce d'acqua che scendevano incessantemente, visitando la città si trovava una casa cupa, piena di rabbia, la casa dei choi, in quel momento il padre di un ragazzino di 16 anni l'aveva trovato con le mani sanguinanti, il ragazzino era così arrabbiato con il padre, un'altro stupido litigio era successo, ora stava sul punto di piangere, non poteva, non voleva farsi vedere debole da quel uomo che si definiva suo padre.

Il padre lo guardava schifato per le nocche bianche sanguinanti, si arrabbiava a vederlo così, fragile solo perché lo aveva sgridato, lo prese per le spalle per guardarlo negli occhi.
"Perché sei così debole Beomie mh?" disse il padre
"Non lo sono, tu lo credi e...non mi toccare." disse Beomgyu
"Perché mi tratti come se fossi tuo nemico?" disse il padre
"Tu non sei un vero papà" disse beomgyu, il padre strinse la presa, odiava suo figlio, non si faceva più manipolare come una volta era diventato grande troppo in fretta, non può più controllarlo, non sa come farlo, è diventato ingestibile.
"ma che dici beomie ti voglio così bene." disse il padre
"Tu non mi vuoi bene, tu sei violento con me-" Beomgyu venne bloccato da una botta che sentì dietro al collo, dolorante strisciò lungo il pavimento freddo, gemendo dal dolore, suo padre lo aveva scagliato contro il muro.
"Contento adesso?" urlò suo padre, calde lacrime scesero sul volto di Beomgyu, non gli importava di farsi vedere debole, aveva provato tanto dolore non ce la faceva più a fingere.
"Vuoi capire che ti voglio bene Beomie? Io non sono un mostro." urlò di nuovo il padre, era schifato dalla situazione del figlio.
"T-tu dici così perché non mi vuoi far vedere come stanno realmente le cose." disse Beomgyu, il padre c'era rimasto male, sapeva quanto quelle cose dette dal figlio erano così fottutatemente vere.
"Ma non è vero ti voglio così bene e prova a dire il contrario che giuro che ti ammazzo con le mie stesse mani." disse il padre uscendo e sbattendo la porta, provava pena e disgusto verso il figlio.

Beomgyu finalmente rimase solo in quella sua piccola stanza e tirò un sospiro di sollievo, ma poi fece caso alla pozza di sangue che sporcava il muro bianco e il pavimento, si toccò la nuca, da lì usciva il sangue, si rannicchiò su se stesso come se si sentisse al sicuro e incominciò di nuovo a piangere, quel pianto durò tanto era talmente disperato che durò tutta la notte.
"Perché non posso avere un padre normale cazzo" disse Beomgyu tra un singhiozzo e l'altro, si sentiva così solo, aveva solo una figura paterna poco presente e lo odiava così tanto più di quanto odi se stesso, perché era stato lui a far prendere il sopravvento, se non fosse stato così ingenuo da piccolo lo avrebbe fermato.

Poi era anche solo in punto di vista di amicizia, vedeva tutti uscire con i propri amici, confidandosi con loro, essere felici, invece Beomgyu usciva per lo più da solo quelle poche volte che usciva, non aveva tanti "amici" e per lo più le persone lo trattavano come un oggetto per sfogarsi, ma nessuno c'era per lui, tutti si preoccupavano per come stava fisicamente, ma nessuno sapeva la causa se ne importava, ma quando quelle poche persone che gli stavano accanto volevano ascoltarlo, non parlava non si fidava, aveva paura che lo abbandonassero e non voleva che quelli sapessero una parte di lui, aveva degli amici veri cioè Yeonjun e soobin, ma non li vedeva da un mese, perché se usciva suo padre gli faceva male, molto male.

Fingeva tanto quando stava con le persone, non voleva farsi vedere debole, non poteva, fingeva sempre di essere felice, ma la verità è cruda e nessuno realmente lo conosceva.

gyu_teddybear

~but all the bad boys bring heaven to you  || taegyuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora