SIERRA

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Quando Trent sparì giù nel tunnel io corsi da Jack, era in salotto "so che non l'hai dissanguato" lo guardai male "ho solo fatto in modo che tu rispettassi la tua promessa, niente di più" Jack però non fu molto contento del mio tono "non ti è permesso parlarmi o guardarmi in quel modo, devi obbedire con il sorriso sulla faccia!" ma io non mi spaventai. 

Ormai non mi poteva fare nulla di peggio di quello che mi aveva già fatto "facciamo un accordo" "quale accordo?" mi chiese lui curioso "io ti obbedirò e sarò la moglie migliore del mondo con un bel sorriso sulla faccia" "e cosa vuoi in cambio?" lo guardai negli occhi senza paura e con uno sguardo serio e determinato "ce ne andiamo da qui e rinunci alla conquista del mondo, sai benissimo che puoi costringermi a fare le cose ma non puoi costringermi ad amarti, preferisci avere tutto il potere del mondo ma una moglie che ti odia e che odierà anche i nostri figli e che si opporrà sempre a te con tutte le sue forze o preferisci che io sia sempre una moglie modello e rinunciare al potere?" corrugò la fronte e lo vidi riflettere attentamente. 

Potevo sentire le rotelle del suo cervello che giravano velocemente e non feci trapelare la paura che sentivo dentro, speravo con tutto il cuore che scegliesse di avermi sorridente ma rinunciare al potere. 

Passarono pochi minuti ma mi sembrò un'eternità prima che mi rispondesse "d'accordo, rinuncerò al potere e ce ne andremo immediatamente" un sospiro di sollievo uscì dalla mia bocca e un sorriso illuminò il mio viso, non potevo più salvare me stessa ma almeno ero riuscita a salvare l'umanità. 

Jack mi si avvicinò "adoro vederti sorridere piccola, non ci serve niente di ciò che ho qui, ce ne andiamo fammi solo sistemare un paio di cose di sopra e poi andiamo" si allontanò e io ne approfittai per lasciare un messaggio a Trent e Mails, sapevo che sarebbero venuti qui se non per salvare me almeno per distruggere Jack. 

Quando tornò mi avvicinai a lui e mi avvolse nelle sue braccia tenendomi stretta a se, chiusi gli occhi e mi sentii strana, come se avessimo fatto un salto nel vuoto. 

Quado li riaprii eravamo in un antico maniero di pietra "dove siamo?" mi costrinse a guardarlo negli occhi e mi spaventai quando vidi la lussuria che splendeva nei suoi occhi "da ora in avanti sarai la mia schiava sessuale bellezza" sentii le sue mani che mi chiudevano qualcosa attorno al collo e poi mi strapparono gli abiti di dosso "non puoi più indossare vestiti o togliere il collare" "c-come schiava sessuale? Hai detto che sarei stata tua moglie" balbettai.

Un ghigno malvagio gli illuminò il viso "come regina avresti avuto bisogno di mantenere la dignità, saresti stata una moglie vera e propria, ma visto che non sarai regina non c'è bisogno di rispettare la tua dignità o il tuo ruolo di moglie, sarai la mia schiava o l'accordo salta e dovrai farlo con gioia e piacere" mi aveva ingannata per bene ma non mi importava, potevo sopportare tutto se voleva dire che l'umanità era al sicuro e soprattutto Trent era al sicuro "si" Jack mi colpì sul culo forte "devi chiamarmi padrone" io mi corressi immediatamente "si padrone" Jack mi afferrò e mi gettò sulla sua spalla, sussultai quando mi afferrò forte il fondoschiena. 

Mi portò in una camera molto grande ed elegante gettandomi sul letto, rimbalzai leggermente e poi rimasi sdraiata tra le lenzuola di seta "sei un vero capolavoro così piccola, nuda avvolta in lenzuola degne di te" si tolse velocemente i vestiti e si mise sopra di me "ti prego padrone non sono ancora pronta a questo, ho bisogno di più tempo" le sue mani mi accarezzarono le gambe risalendo fino alle cosce, le sue mani mi facevano rabbrividire per la paura. 

Non riuscii più a stare ferma e mi dimenai nel tentativo di allontanarmi da lui "un vero padrone terrebbe conto dell'opinione della sua sottomessa!" ero spaventata e la paura si stava trasformando in rabbia, riuscii a sgusciare via dal letto e ad uscire dalla stanza "vuoi giocare a prendersi piccola? Mi sta molto bene" disse lui alzandosi ed iniziando ad inseguirmi. 

Corsi alla cieca senza badare a dove andavo, volevo solo trovare un nascondiglio decente, non volevo che mi prendesse, ea già successo troppe volte, purtroppo ero debole visto che non avevo ancora bevuto una sola goccia di sangue, ero assetata e così non passò molto tempo prima che lui mi prendesse "presa tesoro" mi afferrò le braccia e mi spinse a terra, al contatto con le pietre dure del pavimento sussultai, continuai a lottare per cercare di non farmi prendere ma nello stato di debolezza nel quale mi trovavo fu fin troppo semplice per lui divaricarmi le gambe e tenermele ferme al suolo. 

Mentre torreggiava su di me tenendomi ferma dal bacino in giù le lacrime scesero dai miei occhi "t-ti prego, non farlo, aspetta che sia pronta" supplicai, ormai il mio orgoglio era andato a farsi fottere, mi sciugò le lacrime dolcemente e mi accostò le labbra all'orecchio "non ci penso nemmeno" e sentii un dolore lancinante mentre spingeva dentro di me "p-perché fa così male?" mi guardò ghignando e spinse di nuovo. 

Gemiti e urla di dolore uscivano dalla mia bocca mentre mi rispondeva "perché nel momento nel quale ti ho marchiata sei tornata ad essere vergine" spinse sempre più forte e continuò così per ore, non smetteva e non rallentava, mi venne dentro almeno dieci volte e io feci lo sesso. 

Quando uscì da me ero praticamente svenuta dalla stanchezza anche a causa del fatto che mi aveva succhiato del sangue "sei stata brava piccolina, per premio puoi bere il mio sangue" si morse il polso e si riempì la bocca di sangue, poi sigillò le sue labbra sulle mie riversando il suo sangue nella mia bocca, lo ingoiai avidamente assetata e iniziai a riprendere le forze, dopo qualche altro sorso mi sentivo completamente ristabilita. 

Jack mi prese in braccio "ancora non abbiamo finito, ma continueremo in camera da letto così staremo un po più comodi" le lacrime sul mio viso non smisero di scendere mentre ero costretta ad aderire al suo petto nudo, siamo tornati in stanza e mi ha fatta sedere sulle sue ginocchia "ora ubbidirai bellezza?" mi sentivo svuotata e sapevo che non avevo altra scelta, nessuno mi avrebbe salvata "si, da ora in poi sono tua e solo tua" un bel sorriso gli illuminò il viso e mi baciò, fui costretta a contraccambiare. 

Mi strinse il fondoschiena e il seno mentre mi baciava "fai tu adesso piccola" capii cosa intendeva, voleva che lo cavalcassi, sfiorando il suo busto feci scendere la mano fino al suo cazzo e iniziai a massaggiarlo per farlo eccitare, il suo respiro si fece affannoso "cosa mi fai tesoro" affermò in estasi, quando fu sufficientemente eccitato lo feci entrare in me tutto d'un colpo lanciando un gridolino e iniziai a muovere i fianchi, le sue mani e la sua bocca mi strinsero ovunque lasciandomi dei segni lividi ovunque.

SCHIAVA PERPETUADove le storie prendono vita. Scoprilo ora