A casa da sola

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Giulia era una ragazzina di 14 anni. Figlia unica, fin da piccola in casa aveva avuto un solo compagno di giochi: il fedele cane Bobby. Lui non la lasciava mai. Perfino quando andava a dormire, si accovacciava sul tappetino ai piedi del letto e lì rimaneva tutta la notte.
Così, quando Giulia si svegliava per via di un incubo, lo trovava sempre lì a rassicurarla. Le bastava sporgere la mano al di fuori del letto e lui gliela leccava, facendola stare tranquilla.
I suoi genitori, comunque, c’erano sempre. Per tutta l’infanzia avevano rinunciato alla loro vita sociale per stare con lei e non lasciarla mai sola.
Ora che aveva 14 anni, però, avevano deciso di ricominciare ad uscire. E così una sera avevano accettato l’invito a cena di alcuni amici. Non lo facevano da tempo, ma ora Giulia sembrava abbastanza grande da poter passare qualche ora a casa da sola, anche di sera.

                Un film e nanna

Giulia in realtà aveva una certa paura. Di notte faceva ancora gli incubi, di tanto in tanto, e sapersi da sola fino a tarda notte non la rassicurava. I suoi genitori comunque le spiegarono che sarebbero rientrati entro le 2 e lei non sarebbe rimasta da sola a lungo.
Le consigliarono di guardarsi un bel film, magari una commedia, e poi andare tranquillamente a letto. Tanto loro avevano le chiavi.
Giulia seguì il consiglio dei genitori. Guardò un film e alle 23 si preparò per andare a letto. Si infilò il pigiama, si lavò i denti e spense le luci di casa.
Era molto stanca perché quel giorno aveva avuto vari impegni a scuola e, nonostante le rimanesse addosso un filo d’inquietudine, non smetteva di sbadigliare. Si infilò sotto le coperte e presto fu trascinata tra le braccia di Morfeo.
Fu però svegliata pochi minuti dopo. Non capì che cosa fosse stato. Forse era stato il rumore di un’auto dalla strada. Forse qualcosa che aveva solo sognato. Spaventata, mise la mano fuori dal letto e se la sentì leccare da Bobby. Tutto andava bene finché lui era lì con lei. Attese qualche secondo ma non sentì nulla. Quindi riprovò a dormire.
Prima che si fosse riaddormentata sentì un altro rumore, questa volta piuttosto chiaro, anche se lontano. Sembrava che qualcuno stesse grattando, o raschiando qualcosa.
Guardò l’ora sulla radiosveglia: le 23:30. Mancava ancora molto prima che i suoi tornassero, e magari era solo la sua fantasia a lavorare. Mise di nuovo la mano fuori dal letto e se la sentì leccare da Bobby. Si tranquillizzò.

                 I vari rumori

Dopo pochi minuti, però, sentì ancora un rumore. Stavolta era diverso, sembrava il guaire di un animale. Forse erano semplicemente i gatti in amore, come era successo altre volte. Anzi, doveva essere sicuramente così. Magari, litigando, avevano fatto cadere un bidone in strada, come era già successo altre volte. Magari erano loro, prima, a raschiare una porta.
E probabilmente erano sempre loro, ora, a cantare alla luna. Non c’era niente di cui preoccuparsi. Giulia mise di nuovo la mano fuori dal letto e se la sentì ancora una volta leccare da Bobby.
Era ormai tranquilla e rideva tra sé pensando a quanto scema era stata a farsi venire quelle paure. Poi, quando ormai le si stavano chiudendo le palpebre, sentì un altro rumore, l’ultimo. Era un cane che abbaiava. Ma non un cane qualsiasi.
Quell’abbaiata Giulia la conosceva bene. Era quella di Bobby. A raschiare e ululare era sempre stato Bobby, fuori di casa, fin dall’inizio. L’aveva lasciato chiuso fuori. Non fece neppure in tempo a gridare.







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