Capitolo 63

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Dopo aver trascorso quasi un'ora al bar, Roberto propone di andare a fare un giro coi cavalli.
Casualmente conosce un uomo che ha un maneggio.
È proprio pieno di risorse. Non mi stupisce che Elisa se ne sia invaghita.
"Sapete montare tutti, vero?". Le mie amiche non riescono a trattenere le risate.
"Giulia sì". Alzo le spalle. "Non scherzate. Sono andata a cavallo per anni".
Ho praticato l'equitazione per svariato tempo, almeno fin quando non ho rischiato di farmi male sul serio e allora ho smesso.
"È esperta". Ci mancava Pedro a dargli spago. "A montare i cavalli o te?". Ride. "Me sicuramente. Per quanto riguarda i cavalli, mi fido di quello che dice".
Li lascio chiacchierare mentre mi avvicino ai cavalli con Roberto. Ho una missione: aiutare la mia amica.
"Sono creature stupende e intelligenti". Lui sembra confermare. "Lo sono. Possono diventare come degli animali domestici, se ci si prende cura costantemente di loro".
Okay, non girarci intorno Giulia. Spara.
"Sei sposato?". Scuote la testa. "A quale delle tue amiche interessa?". L'aveva capito sin dall'inizio, fantastico. "Gaia. Ma non dirle che te l'ho detto sennò mi uccide". Lo farebbe davvero. "Ho la bocca cucita. Dovrei conoscerla meglio. Puoi dirle questo".
Beh, è un inizio, no?
"Comunque Pedro non sa andare a cavallo. Tienilo d'occhio".
Facciamo un po' per uno almeno. Io non so nuotare e lui non sa montare. Perfetto direi.
Io scelgo il cavallo che più sento affine a me: un esemplare di frisone nero. È maestoso.
"Come sei bello. Fai il bravo, okay?".
Quando raggiungo gli altri, mi guardano sorpresi.
"Vi somigliate. Avete gli stessi capelli". Per questo l'ho scelto. "È maschio e si chiama Corvus e dato che sono una strega, un corvo mi pareva perfetto". Pedro sorride. "Sei un'amazzone molto sexy". Gli faccio l'occhiolino. "Después te voy a montar a ti, papi". L'unica che dovrebbe aver capito è Elisa, dato che ha studiato spagnolo, gli altri no.
"Pero no si antes te monto yo a ti".
"Mi sa che si sono detti qualcosa di sconcio". Elisa annuisce. "Meglio non approfondire, fidatevi".
Ci incamminiamo al passo verso la campagna.
Il tempo è perfetto per passeggiare. C'è il sole e non tira nemmeno vento. Niente potrebbe andare storto, no?
"Ragazzi, dov'è Pedro?".
Sbarro gli occhi quando noto che non ci sono né lui, né il suo cavallo.
"Non stava dietro di noi?". A quanto pare no. "Dobbiamo cercarlo". Roberto sospira. "Non conosciamo le vallate. Ci impiegheremo delle ore. Meglio tornare indietro e chiedere aiuto". Faccio segno di no con la testa. "Io vado a cercarlo. Non posso lasciarlo da solo chissà dove. Può essersi fatto male". E dio solo sa quanto vorrei che non fosse così. Non dopo il suo altro incidente.
"Giulia è pericoloso!". Non riesco più a ragionare lucidamente. "Devo".
Roberto e Gaia cercano di farmi cambiare idea, ma invano.
"Lasciatela andare. Non sappiamo cosa sente. Trovalo e non farti del male". Almeno Elisa ha capito come sto. "Lo farò".
Non posso fare altro.

TI CIELO // Pedro Pascal Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora