Capitolo 13

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Harry riuscì in qualche modo a distogliere i pensieri da Zayn, per concentrarsi solamente su Niall.
Glielo doveva, aveva organizzato una serata splendida. Dopo il dolce, ovviamente, ci fu una discussione riguardo chi dovesse pagare il conto, ma alla fine riuscì a spuntarla Harry, che fu ben felice di offrire a Niall, che nonostante tutto continuava a borbottare infastidito, la meravigliosa cena che si erano concessi.
«Non avresti dovuto pagare tu. La cena l'ho organizzata io...»
«E perciò, visto che l'hai organizzata tu, pago io perché è giusto così. Caso chiuso.»
Niall aggrottò la fronte e borbottò ancora, facendo ridere Harry che lo prese per mano.
La sera era fresca, soffiava una leggera brezza che faceva rabbrividire i due giovani. Entrambi non vedevano l'ora di tornare a casa, nel dormitorio.
Sapevano entrambi che il giorno dopo avrebbero dovuto raccontare tutto quello che avevano fatto ai ragazzi del gruppo, ma alcune cose le avrebbero tenute per loro: spifferare ogni momento di quella bellissima sera sarebbe stato una violazione della loro intimità.
Niall lo teneva per mano e di tanto in tanto si allungava per dargli un bacio sulla guancia.
Harry non poteva essere più felice, sebbene la sua mente fosse turbata da quanto era avvenuto. Ma sarebbe stato attento a non pensarci in presenza di Calum, voleva evitare drammi inutili: non era sicuro di quanto avesse visto, perciò era meglio aspettare di avere qualche certezza in più.
I due arrivarono prima del previsto al dormitorio e Niall accompagnò Harry alla sua camera.
«Ti ringrazio per la serata» gli disse con dolcezza e il riccio sorrise.
«Grazie a te...»
La coppia si guardò negli occhi per un istante che parve infinito, poi entrambi si avvicinarono per scambiarsi un bacio.
«Buonano-...» cominciò Niall, ma Harry lo tirò per la mano fino a farlo entrare nella stanza, chiudendo la porta con un colpo della stampella.
«Credi davvero che ti lascerò dormire nella tua stanza?»
«Speravo che me lo dicessi.»
I due giovani ridacchiarono entrambi e, nel giro di poco, riuscirono a essere pronti per andare a dormire.
Girati l'uno di fronte all'altro, sul letto, si guardavano in silenzio, fino a quando il riccio non sorrise.
«Sono stanchissimo...» mormorò.
«La gamba?»
Harry esitò. Non voleva raccontargli una bugia, ma non voleva nemmeno che si preoccupasse per lui.
«Hm-...Un pochino male. Ma nulla di troppo eccessivo, sto bene...» mormorò e Niall annuì.
«Va bene. Se ti facesse tanto male, anche stanotte, chiamami. Non farti problemi...»
Il riccio arrossì appena.
«Come vuoi.»
«No, non dirlo tanto per farmi contento. Se hai bisogno, mi chiami.»
Harry sbuffò appena ma sorrise e annuì, questa volta con più convinzione. Soddisfatto, il biondo annuì e si accoccolò contro il petto del riccio, che gli avvolse con un braccio le spalle, prima di chiudere gli occhi e addormentarsi subito dopo.

A quanto pare, Harry era davvero stanco, dal momento che non aveva sognato nulla durante la notte. Temeva che il riposino del pomeriggio gli avrebbe rovinato il sonno, ma era felice che non fosse stato così; non aveva intenzione di disturbarlo.
Quando aprì gli occhi, Niall era già sveglio e lo stava guardando. Un sorriso si aprì sul volto del biondo.
«Buongiorno.»
Il riccio sorrise.
«Buongiorno a te...» mormorò, mentre si tirava leggermente su e stiracchiava contemporaneamente le membra intorpidite dal sonno.
«Hai dormito bene, Nì?» gli chiese e l'altro annuì, tirandosi su dal letto. Era bello, osservò Harry. Gli piaceva così tanto..Sorrise.
«Mi faccio una doccia, arrivo» cinguettò il biondo, correndo a chiudersi in bagno per lavarsi.
Harry, seduto sul letto, tese la gamba e sfasciò le bende, controllando le ferite. Fortunatamente stavano guarendo molto bene, anche se comunque sarebbero rimaste delle cicatrici. Non gli importava più di tanto, a quel punto era semplicemente felice di essere ancora in vita; le cicatrici gli avrebbero ricordato i suoi errori e in quel modo sarebbe riuscito a correggersi e a migliorare.
Acchiappò la stampella che aveva lasciato vicino al letto e la usò per tirarsi in piedi e andare ad aprire la finestra per far cambiare l'aria.
Sbadigliò e si appoggiò al muro con una spalla, saltellando poi fino all'armadio per prendersi i vestiti puliti.
In quel momento, Niall uscì fuori dal bagno canticchiando allegramente.
«Vai a lavarti tu, ora?» gli chiese e Harry annuì.
«Mi stavo giusto preparando i vestiti» replicò, prima di andare verso il bagno.
«Se non mi trovi qui, significa che sono andato a prendermi anche io il cambio. Anche perché non posso mica uscire con il vestito buono...» gli disse Niall, sporgendosi con la testa dalla porta.
«Effettivamente...»
Harry ridacchiò e cominciò a spogliarsi senza la minima preoccupazione; era a suo agio con il suo corpo e, soprattutto, sapeva di non doversi vergognare davanti a Niall, che lo guardava, con un sorrisetto malizioso.
«Certo che se cominci a provocare fin dal mattino-...»
Il riccio rise e gli fece un occhiolino e il biondo, con una risata, scosse la testa.
«Non costringermi a venire lì a sculacciarti per la tua insolenza.»
«Non oseresti.»
«Tu dici?»
I due ragazzi si osservarono in silenzio e sorridenti per una manciata di secondi.
«Hmm-...Per oggi mi sa che preferirei non essere sculacciato.»
Niall annuì e rise.
«Torno tra poco, mi porto la chiave della stanza.»
Il riccio gli mandò un bacio con la mano e si infilò nella doccia.
Sapeva che doveva stare molto attento a non bagnare troppo la gamba, perciò l'aveva provvisoriamente fasciata con la benda vecchia.
Si lavò rapidamente e poi uscì fuori, indossando l'accappatoio e tornando a sedersi sul letto.
Si rese conto che a causa delle ferite si stancava in fretta e la cosa cominciava a pesargli particolarmente. Sospirò e guardò il soffitto. Perché dovevano capitare cose come quelle accadute a loro? Perché le persone non potevano accettare di vivere serenamente in pace, senza dover fare per forza male agli altri?
Per fortuna, a fargli distogliere la testa da quei cupi pensieri, arrivo Niall, che già si era messo i vestiti puliti addosso.
«Ancora non ti sei cambiato!» esclamò, nel vederlo ancora in accappatoio.
Harry sorrise.
«Mi devi fare la fasciatura alla gamba e mettermi l'unguento che mi ha dato Perrie. Da solo non riesco...»
«Tu sei troppo viziato» borbottò Niall, avvicinandosi a lui e andando a prendere le bende pulite e l'unguento che Harry aveva lasciato sopra la scrivania.
«E tu sei troppo buono con me.»
«Mi sa che hai ragione.»
Entrambi i giovani risero, poi Niall si sedette sul letto e comincio a controllare tutte le ferite di Harry, unge sole e fasciandole.
Lo fece girare per controllare quella sulla schiena e sospirò.
«Sei stato proprio sciocco. Non mi sarebbe successo niente...» sussurrò.
Harry girò appena il capo, avendo immediatamente capito a che cosa stesse pensando il compagno.
«Non ho ragionato granché. Ho visto quello che facevano quelle maledette frecce e non ho potuto permettere che ti facessero del male.»
«Ma hanno fatto del male a te.»
«Beh, non mi importava molto allora e figuriamoci se mi importa adesso...» disse e Niall sbuffò appena, spalmando la pomata sulla ferita.
«La prossima volta evita, magari.»
Harry sorrise e annuì debolmente con il capo.
Il biondo finì in fretta di medicare le ferite e aiutò il riccio a vestirsi.
«Andiamo a fare colazione?» chiese Harry e Niall rispose correndo fuori dalla porta, prima di tornare indietro a recuperare il suo ragazzo che, ridendo, chiuse la porta della stanza e lo seguì in fretta saltellando con l'ausilio della stampella.

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