STRAPPARE LUNGO I BORDI #03.

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31 luglio 2022
Budapest, Ungheria


Oggi c'era stato l'ultimo gran premio prima della pausa estiva, quella cosa quasi mistica che agognavo da quattro mesi, e che sembrava non arrivasse mai. I quattro mesi più lunghi della mia vita, a dirla tutta, perché tra Max che mi faceva perdere la testa per ogni singola cosa e Charles che continuava a piacermi sempre di più non sapevo più dove buttarmi, se dritta da un ponte o sotto una macchina, possibilmente di formula uno targata Ferrari e guidata dal pilota numero sedici, così che almeno potessi morire felice.

Alla fine Charles non aveva lasciato la sua ragazza, mi aveva addirittura gentilmente chiamata due giorni dopo il nostro incontro per avvisarmi, mentre dall'altro capo del telefono avrei voluto urlargli contro che non me ne fregava assolutamente un cazzo della sua relazione, e mi ero pure sentita una stronza egoista, perché nel profondo avevo sperato che si lasciassero davvero.

Quando mi ero resa conto della cattiveria che avevo pensato mi ero fatta dare un ceffone dietro la nuca da Max, che ovviamente non aveva perso l'occasione, rischiando di farmi saltare la testa dal collo per quanto era stato violento. Ma non avevo contestato, lo sapevo che Max era un'animale e di certo non mi potevo lamentare della mia scelta, altrimenti ne avrei fatta un'altra.

Però c'era una cosa positiva in tutto quel casino di roba che mi si era creato attorno, ed era che avevo rivisto Lando, il ragazzo dai capelli marroni e la faccia da scemo che ci aveva spudoratamente provato con me quella sera al Jimmy'z, e avevo scoperto che in realtà non era così male come avevo pensato, solo che quella sera era ubriaco come una scimmia e si era venduto la dignità sulla prima spiaggia piena di turisti che aveva trovato, come quelli che vendono i braccialetti o gli occhiali da sole, per intenderci.

Infatti ero con lui, in quel momento, seduta ad un tavolino di un bar mentre bevevamo qualcosa insieme e discutevamo della gara finita un paio d'ore fa, di cui non me ne fregava assolutamente nulla, se non per il fatto che Charles e Max, che in quella stagione sembravano i due favoriti al titolo, si erano scornati così tanto in pista da buttarsi fuori a vicenda e ritirarsi già al settimo giro.

Inutile dire che mi ero dovuta subire la collera di Max per l'ennesima volta, che però stranamente non ce l'aveva con Charles, ma con se stesso, perché era stato "un coglione a non alzare il piede e si era fottuto una gara importante". Io avrei voluto dargli ragione, perché era tutta colpa sua, ma ero rimasta in religioso silenzio per evitare di scatenare ancora di più mad Max, che quel giorno era già più mad che mai di suo, o sarebbero stati cazzi miei.

«Chi ha vinto la gara alla fine?»

«Come fai a non saperlo? Non l'hai vista?»

«No, sono dovuta andare a calmare Max quando è tornato ai box e sono rimasta con lui fino alla fine.»

«Capisco, l'ha vinta George comunque.»

«Beh, sta andando bene quest'anno.»

«Già.» Lando aveva annuito, sorseggiando il suo drink. «Che fai durante la pausa estiva?»

«Io e Max torniamo in Olanda per qualche giorno e poi non lo so, tu che fai?»

«Lo stesso, vado qualche giorno in Inghilterra e poi vado in vacanza con i miei amici.»

«Dove andate?»

«Maldive.»

«Che spettacolo.»

𝐒𝐓𝐑𝐀𝐏𝐏𝐀𝐑𝐄 𝐋𝐔𝐍𝐆𝐎 𝐈 𝐁𝐎𝐑𝐃𝐈 | CL16Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora