Capitolo 3:

6 0 0
                                        

Mi siedo a tavola, esausta dopo l'ennesimo trasloco e Maria è seduta accanto a me. Giulia, invece, è ai fornelli e poco dopo si siede a tavola con noi.
<<Ecco, hamburger. Non so se ti piacciono ma avevamo solo questi, domani dobbiamo andare a fare la spesa>>, dice Giulia. È una ragazza molto seria, riservata. È più bassa di me e credo le piaccia il basket, o almeno è quello che ho intuito dal suo abbigliamento. Maria finisce in fretta e furia e poi ci comunica che sarebbe andata da Giacomo, il coinquilino di Pietro. In quel momento mi arriva un messaggio proprio da Pietro:
SCENDI ANCHE TU?

Sinceramente non mi piace come si sta evolvendo questa cosa...ci vediamo troppo spesso, la maggior parte delle volte non scopiamo neanche. Non voglio relazioni, voglio stare da sola, non ho voglia di soffrire e Pietro non è sicuramente il genere di ragazzo con cui proverei a costruire una relazione.

NO, DEVO ANCORA FARMI UNA DOCCIA...

Rispondo io al messaggio. Intanto mi metto a sparecchiare e Giulia insiste per fare i piatti.

DAI, SOLO UNA SIGARETTA...POI TI PROMETTO CHE TI LASCIO ANDARE :)

Io sbuffo, ma mi ha convinta...alla fine una sigaretta non può peggiorare la situazione.
<<Giulia ti va di scendere? Mi ha scritto Pietro>>, non voglio lasciarla da sola.
<<No, tranquilla. Tanto io devo lavarmi e stirarmi la divisa>>, dice lei tranquillamente.
<<Sicura? Non ti scoccia stare da sola?>>, insisto io.
<<Assolutamente no! Vai pure. Ce le hai le chiavi?>>, chiede lei passando la scopa per terra. Io rispondo di sì, le prendo da sopra il mobile e la saluto. Scendo l'unica rampa di scale che mi separa dal mio vecchio appartamento. Mentre suono il campanello di Giacomo e Pietro sento, dalla porta, Ylenia che urla. Ovviamente.
Apre la porta Maria inaspettatamente, entro e vedo Pietro che cammina scalzo velocemente facendo avanti e indietro.
<<Ehm...ciao(?)>>, dico io divertita.
<<Ciao...che palle! Non trovo le cartine>>, dice lui continuando a cercare. Io rido e mi metto davanti a lui. Appoggio le mani sul suo petto bloccandolo.
<<Calmati! Ti do una sigaretta io e poi ci mettiamo a cercarle insieme, va bene?>>
<<Come mai così gentile stasera?>>, chiede Pietro stranito.
<<Ho solo voglia di fumarmi una sigaretta!>>, rido mettendomi sulla difensiva.
Usciamo in balcone e lui, come sempre, mi accende la sigaretta mentre io lo guardo dritto negli occhi. Faccio il primo tiro continuando a guardarlo negli occhi. Lui si avvicina e mi posa due piccoli baci sul collo. Io non mi sposto e cerco di lasciarmi andare. Pietro si fa ancora più vicino a me e finalmente mi bacia. Prima piano, ma poi il ritmo e l'intensità aumentano. Le sue mani mi tengono il viso e continua a baciarmi, quando veniamo interrotti dalla suoneria del mio cellulare.
<<È il mio migliore amico>>, dico io staccandomi da Pietro. Senza pensarci rispondo.
<<Wei!! Allora? Come stai merdina?>>, la sua voce è pimpante, il che mi fa dedurre che abbia vinto la Juve.
<<Bene idiota. Hai da fare dopo o posso richiamarti?>>
<<No, non ho nulla da fare. Ahhhh! Adesso ho capito! Sei con quello là! Ti lascio fare la sgualdrina allora!>>, dice lui ridendo. Io evito di rispondere, lo saluto e metto giù.
Pietro sta armeggiando col telefono e mette la musica. Per fortuna abbiamo gusti musicali simili. È una brava persona... non si sta male con lui.
<<Io e Maria usciamo che ci hanno invitati a casa di Cucco e gli altri>>, dice Giacomo affacciandosi sul balcone.
<<Ah va bene! Ricordati le chiavi>>, dice Pietro. Appena sentiamo la porta chiudersi lui si avvicina di nuovo a me e inizia a baciarmi ancora e ancora. Io dopo poco lo prendo per mano e lo porto con me in camera da letto. Inizia a spogliarmi e a riempirmi di baci. Lo spingo sul letto e gli sfilo i pantaloncini e le mutande. Appena lo metto in bocca lui geme e chiude gli occhi. Mi mette una mano sulla testa e io continuo come sempre. Dopo un po' io mi alzo e mi metto sopra di lui. Pietro però mi prende e mi ribalta sotto di lui. Si mette sopra di me e inizia a scoparmi. È massiccio di corporatura, credo giochi a rugby. Gli graffio la schiena mentre lui continua sempre più forte.
Appena finiamo lui si stende sul letto di fianco a me e io mi metto a sedere. Raccolgo i miei vestiti ancora con il fiatone e Pietro mi accarezza la schiena.
<<Cosa fai?>>, chiedi io di scatto alzandomi.
<<Scusa...>>
<<Devo andare di sopra, è già tardi e devo ancora farmi una doccia>>, dico io velocemente.
<<Non c'è bisogno di avere fretta...possiamo fumarci ancora una sigaretta>>, dice lui sperando di convincermi.
<<No, preferisco andare su.. ci vediamo domani tanto>>, lui si alza e si infila le mutande. Mi accompagna alla porta e io, ancora scalza, vado su.
Mi butto sotto la doccia e cerco di ripulire la sensazione di quella mano sulla schiena. Non può andare così.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 18, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Semplicemente NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora