La solita monotonia

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Drin! Drin!
il suono della sveglia rimbombò nelle mie orecchie.
penso che uno di questi giorni la spaccherò, anzi, perché non farlo proprio ora, con gli occhi ancora impastati di sonno feci uscire il braccio da sotto le coperte, un brivido di freddo mi penterò le ossa, appoggiai una mano sulla sveglia e la scaraventai contro il muro. Come tutti dicono "il buongiorno si vede dal mattino" e da come avete potuto notare questo non è uno dei risvegli migliori di sempre.

Dopo 10 minuti sentii la voce di mia madre che mi richiamava dalla cucina:" Elisa muoviti farai tardi a scuola" ed ecco così l'inizio di una nuova giornata.

Mi alzai dal letto e feci una corsa in bagno, dalla mia gola iniziò ad uscire tutto il cibo che avevo mangiato la sera prima. Ormai ci sono abituata.

Ritornai sul letto e presi il telefono, l'orologio segnava le 7:45.
Alle 8:00 sarei dovuta essere a scuola così andai a lavarmi i denti, ad aggiustarmi i capelli e infine a vestirmi. Indossai una felpa grigia che mi arrivava alle ginocchia e un leggings nero che mi fasciava le gambe, successivamente mi infilai le scarpe di tutti i giorni, presi lo zaino, mi misi le cuffiette e mi preparai per l'ennesima giornata di scuola.

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"Oggi parleremo di un argomento molto importante, i disturbi del comportamento alimentare"
Le mie orecchie si spalancarono peggio di quelle di Dumbo, tutti gli occhi erano puntati su di me e mentre il prof spiegava tutti erano intenti a fare battutine indecenti su persone più in carne o meno formose rispetto ad altre.

In mezzo a quella marmaglia mi sentivo fuori luogo, io, così innocente, così piena di problemi, così piena di dolore, mi sentivo diversa.

Nessuno capiva il dolore che provavo, nessuno capiva quanto stessi male. Tutti pensano che io sia una persona solare, ma in realtà sorrido molto agli altri e mai a me stessa. Se solo sapessero la verità.

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