Prologo

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Fin da quando sono piccola, tutti pensano che la mia vita sia come quella delle principesse Disney. A dire il vero mi è sempre piaciuto pensare di essere Ariel per il suo carattere delicato, intraprendente e determinato, solo senza coda e con ciocche bionde.

Vivo a Seattle con la mia famiglia perfetta.

O almeno così tutti credono...

Mio padre è un uomo molto rispettato, famoso e alquanto protettivo verso le persone che ama; da quando ne ho memoria l'ho sempre visto come un punto di riferimento, una spalla su cui piangere e un posto sicuro.

Mia madre invece non è mai stata così tanto presente, più che una figlia mi vedeva come un ostacolo nel suo percorso lavorativo, tanto che nell'anno del mio tredicesimo compleanno ha deciso di partire inseguendo il suo sogno, privando me di un vero rapporto madre-figlia.Non la giudico per questo, anzi ammiro la sua determinazione nel voler raggiungere i propri obiettivi. Ma allo stesso tempo avrei voluto una figura materna, costante, come tutti gli altri ragazzi della mia età.

Nonostante i tentativi di mio padre per non farmi pesare la mancanza di mia madre, dentro di me si era creato un vuoto incolmabile, che mi rendeva debole davanti gli altri. Cosa non volevo assolutamente dare a vedere.

Per questo ho iniziato a comportarmi come la classica ragazza snob, stronza, invidiata da tutti e sempre al centro di ogni pettegolezzo, questo soprattutto a causa di una persona anonima, fondatrice della radio Kiss Me, che è tra l'altro la radio più seguita nella mia scuola.

Nonostante questo non potrei mai pretendere di non essere al centro dell'attenzione, essendo la ragazza di Nate Cooper, il capitano della squadra di rugby.

Nate ed io stiamo insieme da un anno circa; tutti ci hanno sempre visti come la coppia perfetta di un film romantico, ma con il passare del tempo ho capito che ero più innamorata dell'immagine che davo, stando con lui, piuttosto che di Nate stesso. Lui invece mi ha sempre dimostrato l'importanza che ho nella sua vita, e questo lo so per certo anche grazie a sua sorella, Andrea, una delle mie due migliori amiche, la quale mi confida ogni parola di suo fratello riguardante me, detta in mia assenza.

Le prime cose che mi hanno colpita di Andrea sono state il suo carattere forte, la sua mentalità aperta, il suo saper tener testa a chiunque e il suo lato estroverso, proprio per quest'ultimo, quando - due anni fa - è arrivata a Seattle, è stato molto facile fare amicizia con lei.

Al contrario di Andrea, un'amicizia che dura fin dall'infanzia è quella tra me e Megan Montgomery, chiamata da tutti semplicemente Meg. Lei è il tassello mancante del nostro puzzle; Andrea è l'impulsiva, io sono l'intraprendente e Meg è quella razionale, introversa e intelligente ma allo stesso tempo altruista.

A volte potrei sembrare una stronza dal cuore di ghiaccio, a cui non importa nulla che non riguardi la sua cerchia ristretta, composta rigorosamente da sette persone e nella quale nessun altro può entrare a farne parte.

Ma la semplice verità è che mi circondo di così tante persone solo per sentirmi apprezzata, perché in realtà mi manca l'amore dell'unica persona di cui ho realmente bisogno, di cui sento la mancanza, ogni secondo.

Ma questo non lo verrà mai a sapere nessuno, perché non sono pronta a mostrarmi vulnerabile, debole e accettare una nuova realtà in cui il mio personaggio, creato come difesa personale, non esiste più.

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