-SOFIA!-
Sobbalzai. Mi girai e notai che mia sorella, Ines, mi stava chiamando. Mi tolsi gli auricolari e le feci un cenno con la testa.
-Ti ho chiamata almeno dieci volte! Come hai fatto a non sentirmi?!- mi rimproverò
-Stavo ascoltando la musica- le risposi alzando le spalle
-Quanto alto lo avevi il volume per non riuscire nemmeno a sentirmi anche se stavo urlando!- urlò lei
-Si, si, va bene, calmati però. Cosa volevi?- dissi io con un tono calmissimo. Non la sopportavo più.
-Siamo arrivati- rispose aspramente -Devi aiutare a tirare le valigie fuori dalla macchina-.
Scesi dalla macchina e inspirai profondamente. Finalmente posso sentire ancora l'aria pulita della montagna. Quanto mi mancava questa sensazione. Le tradizionali vacanze in montagna per tutto agosto sono magnifiche.
-SOFIA MUOVITI!- urlò mio padre.
-SI, STAVO SCENDENDO DALLA MACCHINA!- dissi urlando a mia volta.
In questa famiglia neanche scendere dalla macchina in pace si può. Afferrai una valigia e la portai in casa. Continuammo a portare valigie e borse in casa, fino a quando la macchina fu vuota e la casa piena. Finalmente ci riposammo tutti dopo lo stancante viaggio, ma quando mia mamma fu sul punto di dire che li avremmo dovuti aiutare a sistemare tutto, mia sorella se ne uscì la classica frase di tutti gli anni.
-Io e Sofia possiamo andare a fare un giro in paese per vedere chi c'è?- disse, cercando di fare la voce più dolce possibile.
-Non saprei.. ci dovreste aiutare a sistemare le borse e le valigie...- le rispose mia mamma, un po' titubante.
- Dai mamma! Ti prego facciamo veloce, te lo giuro! Quando torniamo sistemiamo noi!- le promise mia sorella. So benissimo che è una promessa che non verrà mai mantenuta, non faremo mai veloce. Torneremo a casa e sistemeremo solo le nostre valigie con i nostri vestiti. Succede sempre così.
Mentre ero persa tra i miei pensieri, mia mamma mi stava chiedendo se fosse vero che avremmo fatto veloce. Le risposi di si, senza aver capito cosa avesse detto, siccome persa tra i miei pensieri.
Uscimmo di casa e ci incamminammo. Notammo quattro ragazzi nella zona wi-fi. L'unica, piccola, parte del paese, davanti a casa di una ragazza, Giorgia, dove il telefono prendeva, e dove per la maggior parte del giorno c'erano quasi tutti i ragazzi. Nella zona wi-fi vedemmo nostra cugina Silvia. Silvia è una ragazza, simpatica, gentile e più piccola di me di un anno. Adesso andiamo molto d'accordo, ma da piccole eravamo due bestie. Ci picchiavamo sempre, io la morsicavo, lei mi spingeva. Una volta mi ha addirittura spinto in un cespuglio di ortiche. È stato orribile. Mia sorella e lei non hanno mai avuto problemi. Eravamo sempre e solo, io e Silvia a picchiarci, era una cosa abituale, quasi quotidiana. Crescendo, non sappiamo nemmeno noi il perchè, siamo andate sempre più d'accordo. Adesso siamo molto legate e ne sono contenta, anche perchè se ancora adesso fossimo state come da piccole sarebbe stato un problema per noi, ma principalmente, per i nostri genitori che si sarebbero dovuti sorbire le nostre litigate per un mese intero.
Quando passammo accanto a Silvia, la salutammo, e le chiedemmo se volesse venire con noi a fare un giro del paese. Lei accettò subito, contenta che l'avessimo chiamata. Ci salutammo, ci abbracciamo e cominciammo a fare il giro del paese. Contente di rivederci dopo tanto tempo, parlammo del più e del meno, fino a quando arrivammo alla fine del paese, davanti alla casa di Greta. Notai la macchina dei suoi genitori così chiesi a mia cugina se fosse già arrivata. Mi rispose che era arrivata già da un paio di giorni. Girai gli occhi, ma non dissi niente. Greta uscì da casa sua e, passandoci di fianco, ci salutò con un sorriso palesemente falso. Quanto odio quella ragazza! La salutai a mia volta con un falsissimo sorriso. Io e Greta ci odiavamo a vicenda per problemi avvenuti in passato che non avevamo ancora superato.
Io, Silvia e Ines tornammo a casa.
-Ci dovevate mettere poco! Siete state fuori almeno quarantacinque minuti!- ci rimproverò subito nostra mamma
-Avete già fatto tutto? Potevate aspettarci- dissi con molta nonchalance
-Se avessimo aspettato voi il casino che c'era in mezzo al salotto non sarebbe mai scomparso!! E adesso andate a sistemare i vostri vestiti!- urlò mia mamma
Andammo nella nostra camera e sistemammo le valigie a tempo record, poi scendemmo in cucina, dove, già dal corridoio, si sentiva un profumino invitante.
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Non ci sarà il lieto fine...
Novela JuvenilAvete presente le belle storie dove tutti alla fine vivono "felici e contenti"? Dimenticatevele. Sofia è una giovane ragazza. La scuola è finita da un pezzo ormai e si vuole godere appieno l'ultimo mese di vacanza. Ovviamente non mancherà la solita...