CHAPITRE SIX

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Hyun Jin strizzò gli occhi a causa di uno sbadiglio

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Hyun Jin strizzò gli occhi a causa di uno sbadiglio. Sedeva sul letto.
Yong Bok era coricato sul materasso con la testa corvina che poggiava sul braccio.
Hyun Jin ascoltava musica.
Yong Bok, con il polpastrello, scorreva le chat di Snapchat cliccando sui quadratini viola o rosso. Erano entrambi troppo occupati per parlarsi. Presi a respirare l'aria tiepida che il ventilatore aveva lasciato nell'aria negli ultimi quarantasette minuti e tredici secondi.
Stavano a petto nudo ma sudavano come se fossero tra i granelli di sabbia del deserto del Sahara. Erano troppo occupati nel loro mondo per poter udire il bussare impercettibile di qualcuno.

«Dovreste proprio vedervi da un punto di vista esterno. Sembrate due cazzo di zombie.» disse Ji Sung, entrando nella stanza dei due compaesani.
Non reagirono.
«Wow» il quokka roteò gli occhi,
«Piuttosto che starvene qua, venite con me alla festa di Trisha.»
Disse, consapevole che fosse una proposta allettante.

«Lo fa a casa sua?» chiese il ventiduenne. Posò giù il cellulare, prestando attenzione alle parole che uscivano dalla bocca dell'amico castano.
Il quale annuì.
Fy Tee era un ragazzo che non diceva mai no alle feste. Festa era equivalente ad alcolici gratis. Festa equivaleva a tipe da farsi.
«Hyun Jin, te vieni con noi?» Yong Bok si girò sul fianco, guardando verso colui che aveva appena nominato.

Il biondo non fiatò, però.
Il volume della musica era eccessivamente alto per comprendere quanto i due avessero detto. E forse, nemmeno gli importava in quel momento. Il cuore gli batteva a ritmo della canzone.
«Che coglione.»
Yong Bok afferrò la ciabatta per terra e gliela tirò addosso, colpendogli un pettorale.

«Ah!» si toccò la parte colpita.
Adesso era, invece, costretto a prestare attenzione ai due. Balzò dal letto e acciuffò la prima cosa che gli capitò fra le mani. Ovvero un calzino sporco.
E non poté fare a meno di lanciargliela in faccia.

«Che schifo.» si lamentò Yong Bok, scendendo dal letto e levando quel coso puzzolente dal viso. «Allora, vuoi venire alla festa con noi?» Ji Sung gli pose nuovamente la domanda.
«Qui in casa non c'è nessuno? Né Massi, Axel o Dejuane?»
Il quokka scosse la testa.

Rimanere a casa da solo a fare il bel niente era fuori discussione. Tanto valeva uscire, prendere aria e accompagnare i due ragazzi. Era da un po' che non andava ad una festa. Non si divertiva da un pezzo ormai.
Era passato forse un annetto?
Non ricordava nemmeno la data esatta ma poteva considerarsi abbastanza arrugginito. Bere un po' lo avrebbe aiutato a sciogliere. Gli sarebbe piaciuto dimenticare di certe cose per qualche oretta, come minimo.
Un piccolo svago, ecco.

«Vi lascio preparare, allora.»
Li abbandonò il castano, socchiudendo la porta.

Yong Bok, come era solito a fare, spalancò le ante dell'armadio.
Era una festa qualunque, una festa per il solo divertirsi insomma, pertanto avrebbe semplicemente infilato una canottiera nera e i soliti pantaloncini della Nike. Hyun Jin, invece, una maglietta bianca e anche lui i medesimi pantaloncini ma di colore diverso. «Sai, stamattina ti ho visto parlare al telefono per quasi un'ora. Chi era? La tua ragazza?» disse il corvino, tirando su i pantaloni.
«Macché. Era solo... qualcuno che conosco.»
Non diede dettagli.
«Tra mandem non esistono segreti. Per questa volta però non farò altre domande.»

PROVOCATIVE, HYUNLIXDove le storie prendono vita. Scoprilo ora