CHAPITRE TROIS

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Sorgeva il sole

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Sorgeva il sole.
I suoi rami di luce riflettevano timidi sul vetro della finestrella e creavano una chiazza gialla sul materasso del ragazzo biondo.
La brezza odorosa si propagava all'interno della stanza di medie dimensioni, facendolo rabbrividire.
Era un giorno azzurro con il cinguettare degli innamorati. Un canto instancabile che avrebbe continuato ad ascoltare ad occhi aperti.

«Bruv, alzati da questo cazzo di letto o ti piscio in faccia.»

Era Yong Bok, il suo nuovo compagno di stanza. Lui stesso aveva proposto di farlo alloggiare in camera sua. Non si fidava, pertanto lo avrebbe tenuto d'occhio per un po'.
Di Hyun Jin, per l'aggiunta, sapeva soltanto che era della strada. Che provenisse da qualche altra gang era tuttora sconosciuto.
«Altri cinque minuti.» mugolò, dandogli le spalle.
«Ah.»

Yong Bok allungò la testa e osservò la chioma bionda stringere il cuscino tra le gambe. Se ne stette lì in piedi per diversi istanti a pensare a cosa avrebbe dovuto fare con lui.
Buttarlo a calci in culo?
Nah, un po' gli faceva pena il senzatetto.
D'altro canto, Hyun Jin nonostante fosse su una riga tra il mondo dei sogni e la realtà, si sentì addosso occhi poco discreti.
«Va bene, mi alzo.» sbuffò infine il biondo.

Erano soltanto le cinque e un quarto del mattino.
La cosa, dunque, implicava che aveva dormito per due ore scarse.
Dormito era anche esagerato. Riposato gli occhi era meglio. E ovviamente, dovevano venirlo a svegliare proprio quando si stava per addormentare.
Le palpebre non gli si volevano schiudere e come se non bastasse di notte era stato punzecchiato da un nugolo di zanzare. Avendo dormito in canottiera e boxer aveva morsi dappertutto.

Ma nemmeno Yong Bok era riuscito a chiudere occhio per quelle orette. A un quarto alle cinque si era alzato e poi si era fatto una doccia fresca.

Dunque, dato che sarebbero usciti, si sarebbe cambiato i vestiti.
Era già a petto nudo come suo solito, le ante dell'armadio erano spalancate, e passò lo sguardo su tutte le maglie che possedeva.
Per quest'oggi avrebbe optato per quella rossa e un paio di jeans scuri.
Ovviamente la cintura argento non poteva mancare.

«Ho notato che hai un tatuaggio sulla cicatrice sulla spalla. Come te la sei fatta?» gli chiese un Hyun Jin seduto intento a scrutare la figura del corvino che si cambiava.
Quel dettaglio in particolare aveva catturato la sua attenzione.
«Niente di che.»
Non disse molto anche perché non gli sembrava il caso di aprirsi con uno che conosceva da cinque ore scarse.

«Spiegami una cosa.» gli disse sempre Hyun Jin.
«Cosa?»
Gettò lo sguardo sul biondo.
«La cintura serve per evitare che i pantaloni cadano giù, no? Allora, perché ve la mettete se uscite con i pantaloni abbassati sotto alle mutande?»

«È solo un accessorio, non mi serve per tenere su i pantaloni. E guarda che drip.»
Pavoneggiò dandogli le spalle.
«Quel che vedo io sono soltanto quelle mutande grigie che ti coprono le chiappe.»

PROVOCATIVE, HYUNLIXDove le storie prendono vita. Scoprilo ora