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No one can fix me - Frawley
CAPITOLO 2
Secondo giorno in una casa che non credeva ci sarei mai tornata, per nulla al mondo. Mi alzai dal letto senza voglia alcuna, era talmente morbido da farmi quasi dimenticare della bellissima e interessante lezione di psicologia che ci sarebbe stata5 quel giorno a scuola. Balzai giù dal letto e a passo lento camminai verso il bagno, lo chiusi rumorosamente per poi sentire subito dopo mio padre chiamarmi da fuori la porta di camera mia, la giornata sarebbe stata davvero dura, soprattutto con quell'imbecille di Jace. Scesi prendendo una fettina di pane tostato di nascosto, intanto mio padre continuava a cucinare stando fermo ai fornelli.
Mi sedetti dando piccoli morsi, mi piaceva talmente tanto guardarlo cucinare che da piccola rimanevo ore a fissarlo. Ultimamente eravamo distanti, o meglio, mia madre lo aveva mollato, tutto solo in una casa così grande, distante da sua figlia, era la cosa più crudele che avessi mai visto fare a lei. Ma a tutto c'è rimedio, ero davvero stufa di sentirli urlare, discutere e imprecare, avevo esaurito il posto dove nascondermi, finito tutti i libri da leggere per potermi distrarre, magari dovrei essere grata a loro per i miei voti alti, ma ringrazio me stessa tutti i giorni per il grande impegno che ci ho messo tutti i giorni affrontando in modo differente questo problema.
<<Quindi preparerai tu qualcosa?>>.
<<Come?>>. Sollevai di colpo la testa riprendendomi, mi stava parlando e avevo la mente tra le nuvole, troppi pensieri ed era solo il secondo giorno di scuola, questo sarebbe stato l'anno più divertente di sempre.
<<Ho chiesto se avessi voglia di preparare tu da mangiare oggi, sarò fuori per un po'>>.
<<Si, si preparo io...>>. Dissi abbassando la testa sul piatto preparato da lui pochi minuti prima, mangiai con gusto senza parlare, significava che apprezzavo ciò che aveva preparato. Sorrise poggiandosi contro il tavolo, a quel punto sollevai la testa percorrendo tutto il suo corpo snello e palestrato. <<Esci con qualcuna?>>.
<<No, ho delle case da mostrare prima della fine del mese>>.
<<Papà, il mese è appena iniziato>>.
<<Lo so, ma devo farlo prima che lo facciano gli altri, voglio l'esclusiva>>. Si affrettò a prendere la sua ventiquattrore dal tavolo, un po' in disordine, tra piatti, cibi vari e la sua roba. <<Ci vediamo stasera>>.
<<Papà>> Mi alzai avvicinandomi rapidamente a lui, leccai le dita e le pulii grezzamente sulla maglia nera, afferrai la sua cravatta mentre con la lingua mi ripulivo i residui di cibo dai denti. Non ho mai detto di essere una signorina nei modi di fare, ma a Jackson piacevo proprio per questo, riuscivo ad essere una principessa ma anche una puttana per lui, qualsiasi cosa lo avesse reso felice, questo rendeva felice me per la maggior parte del tempo. <<Hai la cravatta storta>>.
<<Si, io devo... sistemare l'armadio, credo di avere tutte le cravatte stropicciate>>.
<<Ecco perché dovresti trovarti una donna>>. Sollevò lo sguardo fissandomi con i suoi occhi azzurri come il mare, accennai un sorriso e sollevai entrambe le mani come difesa. <<Dico solo che magari sarebbe più facile>>.
<<Lo è anche così, con mia figlia in casa nostra>>.
<<Si ma credo che dovresti anche avere un'altra figura femminile in casa>>.
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The Experiment
RomanceMargaret Lawrence, per gli amici Maggie, si trasferisce con suo padre a Los Angeles, nella loro casa estiva, lasciando sua madre a San Francisco dopo aver scoperto che tradiva suo marito. Lascia gli amici, la band e il suo ex ragazzo con cui ha avut...