sono tre Gemelli.

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«Scommetto il tuo tubino fucsia che li hanno ammazzati loro» affermò la mora mentre camminavamo verso la spiaggia.

«Io scommetto che invece abbiamo frainteso la situazione» dissi io.

Lei non sembrò convinta, e in realtà ad essere sinceri, non lo ero neanche io.

Quei tre ragazzi avevano una pistola e parlavano dei loro vecchi come se fossero in una tomba a marcire.
«Mi hai detto che sono una famiglia importante, no?» Chiesi.
«Importante?» disse lei ironica «sono i River, hanno in mano tutti loro.»

«Per questo li chiamate gli Avalon

«Si» rispose mentre posava il suo borsone nella sabbia «sono una famiglia potente, ricca, molto ricca. Il padre, Erik, è ultra milionario, ma nessuno sa realmente quale sia la sua mansione» disse facendo spallucce mentre si distendeva sul telo mare.

Io feci lo stesso.

«E dei figli...che mi dici?»

«Sono tre gemelli: Dylan, Kai e Malik. Quando vengono fanno sempre molte feste in casa» mi spiegò mentre spalmava l'olio abbronzante «sai, la mamma è andata spesso a pulire casa loro, e ogni tanto le davo una mano.»

Annuii, «quindi li conosci?» Ero a conoscenza della situazione economica non tanto comoda della famiglia di Aurora.

«Non ci ho mai parlato.»

La zia Mary aveva cresciuto mia cugina da sola, il padre non si era mai fatto vivo e lei aveva deciso di non rifarsi una vita e dedicarsi completamente alla figlia.

«Se fossero davvero morti, non credi si saprebbe?» Chiesi ovvia «o qui ad Avalon non si usa fare funerali?»

Lei sorrise «Si saprà» disse convinta «in caso contrario, lo faremo sapere noi.»

Aurora era la persona più adatta da frequentare se desideravi finire nei guai «sarebbe la nostra parola contro la loro» le feci notare.

La nostra discussione surreale che mirava a smascherare tre figli di papà venne interrotta dal loro stesso arrivo.

Aurora mi fece cenno.

Camminavano in concomitanza, a testa alta come se possedessero la città, e forse era così.

Non mi preoccupai della loro presenza fin quando non vidi che uno dei tre stava indossando il cappello rosa che era scivolato dalla mie testa il giorno prima.

«Secondo te sanno che eravamo noi ieri?»

«Lo sanno» disse lei alzandosi «lo verranno a sapere» continuò facendomi cenno di seguirla.

«Cerchiamo di non sembrare in ansia» mimò con la bocca.

Camminammo fino a raggiungere un gruppo di ragazzi, supposi fossero gli amici della mora «Ragazzi!» Richiamò la loro attenzione «lei è Lola, mia cugina.»

Tutti i presenti mi salutarono, erano quattro, tre ragazze e un ragazzo.

«Spero tu non sia pazza come tua cugina, Lola» disse una ragazza rossa, aveva le lentiggini e il costume nero che indossava faceva risaltare la sua pelle bianca.

Io sorrisi alla sua affermazione e mi misi a sedere su uno dei teli mare.

Mi chiesero tante cose, raccontai di aver abitato a New York con i miei genitori tutta la vita e che l'estate l'avevo sempre passata nei college in Italia, mio papà sperava tanto potessi parlare italiano fluentemente.

«Stasera i River danno una festa!» Affermò una ragazza bionda emozionata «e indovinate un po', è aperta a tutti!» comincio a battere me mani «nessun invito.»

«Quindi possiamo andare tutti?» Domandai io.

«Si» mi rispose «nessuna lista, niente di niente. Ci hai portato fortuna!»

Inutile descrivere lo sguardo che mi lanciò la squilibrata che era seduta di fianco a me, sapevo che quella festa sarebbe stata l'inizio dei nostri guai.

💝 ciao cari lettori, spero che la storia vi piaccia e vi chiedo di non giudicarla dai primi capitoli!!! Fatemi sapere che ne pensate e votate se vi va 💘

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