il Seminterrato.

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L'idea del party non mi convinceva affatto.

Aurora continuava a dire che ci sarebbe stata letteralmente tutta Avalon quella sera, e riuscire a ricavare informazioni su un delitto della quale non ci sarebbe dovuto importare niente sarebbe stato un gioco da ragazzi. Chi ci avrebbe mai notate?

Avevamo pensato di dire alle nostre madri che avremmo trascorso la serata in spiaggia, ma dovevamo curare il dettaglio dress code, chi va al mare con un tubino stretto e corto fino al culo?

«Non ci crederanno mai» disse «speriamo escano prima di noi.»

Non che le nostre madri uscissero tanto, ma la speranza era l'ultima a morire.

Ero preoccupata, era la mia prima settimana ad Avalon e ad essere sincera questo posto mi spaventava, era misterioso, bello all'apparenza ma pieno di nodi da sgrovigliare.

«Devo ancora capire perché lo stiamo facendo» affermai mentre finivo di lisciare i capelli.
«Perché è divertente!» Rispose ovvia «voglio che sia un'estate indimenticabile» mi disse prendendomi le mani.

Zia Rose e la mamma non uscirono, ma impegnate com'erano a scegliere il film con la quale si sarebbero addormentate non fecero neanche caso a noi, e ai nostri vestiti.

Ci incamminammo verso la spiaggia dove avremmo incontrato gli amici di Aurora: Sarah, Sam, Addison e Aaron.

La mattina era stata piacevole, ed ero contenta di aver trovato qualcuno con cui passare l'estate e distrarmi un po'.

Guardai la mora davanti a me, indossava un tubino blu elettro che me risaltava gli occhi abbinato a delle scarpe col tacco bianche.

Io invece ero vestita con il famoso tubino fucsia abbinato con delle scarpe alte nere che non sarebbero durate più di dieci minuti.

«Finalmente!» esclamò Aaron vedendoci arrivare «le principesse sul pisello ci degnano della loro presenza.»
Feci una smorfia accompagnata da un sorriso, «camminaci tu con queste!»
Lui rispose scuotendo la testa, e la cosa mi fece ridere, erano fortunati i ragazzi.

«Sei uno schianto!» disse Bea, ma non riuscì a crederle, lei era davvero una dea. Indossava un tubino nero che andava in contrasto con i suoi capelli rossi. «Tu lo sei» le risposi.

Mi sentivo inferiore a Bea, le sue gambe erano molto più snelle e lunghe delle mie, così come i suoi fianchi erano molto più stretti al contrario dei miei, che proprio non riuscivo a sopportare.

Salutai Sarah e Addison e poi cominciammo a camminare verso l'enorme reggia degli Avalon.

«Stasera devi concedermi un ballo» disse il ragazzo dai capelli scuri «è il minimo.»

«Certo» risposi col sorriso.

«Non provarci con mia cugina, coglione.»

Tutti si misero a ridere, Aurora per prima;
non volevo trovarmi il ragazzo, quello era l'ultimo dei miei obbiettivi, ma una distrazione mi avrebbe fatto bene, ed Aaron sembrava gentile.

Arrivati in casa cominciai a ripassare il piano nella mia testa.

Aurora mi aveva detto che nell'enorme villa c'era un seminterrato e secondo lei, se i tre fratelli erano colpevoli, i corpi si sarebbero trovati lì.

Il seminterrato aveva l'accesso tramite una delle camere dei tre ragazzi, quella di Malik; mentre aiutava la zia l'hanno scorso aveva visto scendere da lì tutti e tre.

Era semplice, nel mezzo della folla saremmo dovuti scappare via nella stanza, scendere nella tana del lupo, scattare le foto e andare via.

Non capivo perché Aurora ci tenesse tanto, ma sapevo che se non l'avessi assencondata avrebbe fatto tutto da sola.

La casa era strapiena di gente, una marea di ragazzi che ballavano e bevevano, c'era gia chi vomitava in giardino e ragazzi che litigavano tra loro, ma nessuna traccia dei fratelli Avalon.

«Dove credi che siano?» Chiesi cercando di sovrastare la musica.

«Sicuramente in qualche bagno a scopare, stai tranquilla.»

Passarono le ore, e quando riuscimmo a intravedere quelli che secondo noi erano assassini, salimmo le scale.

Nessuno ci avrebbe visto, era impossibile notare noi in messo a tutta quella folla.

«Di qua» mi fece cenno «sbrigati.»

La ascoltai, il corridoio era enorme, le pareti erano color panna e tutte le porte di legno.

Entrammo in una camera, che da quello che avevo capito era di Malik River.

Le pareti erano circondate da Skate di tutti i tipi, c'erano due iqos poggiate nella scrivania e delle bottiglie vuote di vodka sparse negli scaffali, come trofei. Le pareti erano nere come quasi tutti i mobili.

«Mi da un po' le vibes da serial killer» dissi.

«È un pazzo» mi rispose lei mentre spostava un mobile «ho sempre odiato che mia mamma lavorasse per loro.»

Fu in quel momento che capii realmente l'interesse di Aurora verso tutta questa storia. Voleva smascherarli per proteggere la madre, credeva che fosse in pericolo frequentando questa casa.

«Dobbiamo scendere da qui a quanto pare.»

Si intravedeva una scalinata, il buio non permetteva una visuale chiara «dobbiamo...scendere da là?»

Vidi per la prima volta un cenno di incertezza nello sguardo della mia amica «forza, andiamo.»

Comincio a scendere facendo luce con la torcia del telefonino che vedevo essere intasato di messaggi da parte della zia.

Rischiai di cadere un paio di volte come immaginavo «non c'è un cazzo di interruttore?»

Finimmo le scale e cercammo di illuminare la stanza con le torce del telefono «non c'è niente qui.»

«Impossibile» disse lei, ma la cosa era oggettiva, il seminterrato era completamente vuoto, il pavimento in legno faceva un rumore inquietante ogni volta poggiato il piede.

«Andiamo via di qua» le dissi «abbiamo frainteso.»

«Si, andiamo» era poco convinta.

Accendemmo nuovamente le due torce e cominciammo a salire la lunga scalinata, ma la
situazione cambiò.

Un tonfo ci fece sussultare, e il rumore di una chiave ci suggeriva che qualcuno ci aveva chiuse dentro.

«Sono loro.»

💝ciao miei cari amici
spero che il capito vi piaccia e se vi va vi chiederei di votare la storia è seguirmi su tik tok (theavalons)
grazie sempre ci sentiamo presto 💝

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