Gli equivoci fanno male

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Dovevo dirlo a Lory? Si, era l'unico che mi capiva tra i ragazzi, mentre migliori amiche non ne avevl perchè ero timida e molte mi odiavano perchè sebbene gli corressero dietro, Lory sta sempre con me. Gli mandai un messaggio:
C: lory dobbiamo parlare
L: oggi no perchè sono in centro a Torino
C: è importante, domani pomeriggio posso venire per piacere? Ne ho bisogno
L: certo, vieni a pranzo se vuoi, tanto domani sono solo in casa
C: grazie mille a domani
Nel frattemo, entró nella camera Stefano che mi vide quello stato e subito si preoccupó:
S: Clary ma cos'hai?
Gli raccontai tutto
C: non dirlo ai miei, ti prego, non è niente....
S: ok non diró niente a loro ma a questo Jim si peró
C: no, non importa, la smetterá..
S: ascolta, finisce con te ma inizia con un'altra, capisci? Ha 17 anni giusto? Uno in piú di te ma quasi due in meno di me. Lasciami fare
C: va bene, ma non esagerare. Comunque domani mangio da Lory, ti ricordi chi è?
Il ragazzo con cui sistemavamo le biciclette e abbiamo costruito una casetta di legno che è venuta giú con un temporale?
S: ah si! Quello che era scappato vedendo il ragno in mezzo agli attrezzi! Certo, anzi salutamelo e chiedigli se possiamo trovarci un giorno di questi
C: certamente, sarebbe bellissimo
Mamma ci chiamó a cenare e non si accorse di nulla. Andammo a dormire alle dieci e mezza e il giorno dopo andai a scuola.

LORENZO POV'S
A scuola non sono rimasto molto con con Clary perchè in assenza del prof. di italiano e quello di matematica, ci hanno diviso per le classi. La bidella mi portó insieme a Giacomo e Roberta in una classe, dove c'era Jim. Perfettooo!!
Ci scambiammo occhiate molto spesso, sembrava una battaglia di fulmini da lanciare con gli occhi. Cat Mario era piú simpatico di lui. E persino lo Slender sarebbe stato di una compagnia piú gradevole.
Alla fine della scuola, uscii dal cancello e vidi Clary andarsene a passo veloce lontano da Jim che voleva tornare suo amico e inizió a seguirla. Corsi da lei e mi piazzai davati a Jim
C: Lory, non mi lascia in pace!
Disse preoccupata
L: ascolta, lasciala in pace e vattene dalla sua vita, non ti vuole!
J: ma che cazzo spari, è nessuno a volere te, ora lasciami parlare con lei
C: no! Vattene!
L: sparisci.
E se ne andó dicendo: "io non mi fiderei di quell'Ostuni se fossi in te Clarissa, voglio solo difenderti ma fai quel cazzo che ti pare."
Andammo a casa e pranzammo, poi uscimmo in giardino a salutare Pluto, il mio cane e vidimo Jim entrare a casa sua...vicino alla mia. Lo guardammo entrambi male e scoppiammo a ridere qundo Pluto inizió ad abbaiare verso la casa.
C: sai, è meglio iniziare i compiti di matematica, mi devi aiutare
L: certo, dai saliamo in camera mia.
JIM POV'S
Li vidi entrare in casa. Mi mancava Clarissa, non volevo che rimanesse con Ostuni, lei era mia e basta, dovevo riprendermela. Passó mezzora quando, dalla mia finestra aperta la sentii urlare.

C: no, no, no, vai via lasciami stare!!!
L: su calma non fare cosí...
*qualcosa si rovescia*
C: aaaarg no no no!!
L: zitta un po'!!
*un altro rumore di qualcosa che si rovescia*
C: AAAAARRG!!!! Vattene...no no!!!
L: BASTA!!! Calma oppure...
C: VIA VIA, NO...!!
L: Brava, hai capito..
Sentii la voce di Clarissa soffocata da qualcosa, sembrava un cuscino. Silenzio. Ero ancora stordito quando vidi Clary uscire dalla casa di Ostuni tutta spettinata e lui tutto messo male. La stava seguendo, camminando peró e lei si fermó con una faccia scandalizzata.
CLARY POV'S
Entrai nella camera di Lory.
L:scusa il disordine, ma ieri ci stava un topo e ho dovuto buttare tutto all'aria per cercarlo e sono sicuro che dopo tutto il casino che ho fatto sia uscito.
C: me lo auguro con tutto il cuore.
Passó mezz'ora di compiti fatti sul pavimento (lol) quando spuntó fuori l' orribile topo da uno scatolone e mi arrivó vicino. Iniziai a urlare «No no no vai via lasciami stare!!»
Lory scattó in piedi per prendere una scatola con cui catturare il topo e mj disse di stare calma. Mentre stava per prenderlo inciampó in una sedia e cadde a terra spaventando il topo che corse per la camera per poi riavvicinarsi a me. Urlai di nuovo e saltai sul letto di Lori. Lui, mi ripetè di stare zitta e inciampó sul cestino che il topo aveva buttato giú. Urlai ancora (non posso farci niente se mi terrorizzano i topi) e mi disse di calmarmi oppure...non finí la frase perchè il topo si era aggrappato alle coperte e io gridai ancora. Mi lanció il cuscino e continuai a urlare lí e mi disse che ero brava ad aver afferrato il messaggio. Dopo un minuto, Lori prese il topo e lo mise in una gabbia: «Stasera lo porto nel campo dietro casa»
Ma io ero giá corsa fuori e Lori uscí inseguendomi con uno sguardo tipo "Scusa se c'era il topo, non pensavo fosse ancora lí". Mi stavo calmando quando vidi Lory cadere a terra nel cemento della strada spinto da un'altra persona.


Ho dovuto dirtelo ∆Lorenzo Ostuni∆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora