Capitolo 2

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Arrivata in cucina mi stavo massaggiando la mia natica destra dolorante a causa della caduta per alleviare un po' il dolore.
Mi sono seduta e ho mangiato dei pancake con la nutella,stranamente,mia madre,ogni volta che c'era qualcosa di importante,preparava sempre una colazione speciale e questa volta era toccato ai pancake con la mia amata nutella.
Dopo aver fatto un'abbondante colazione,mi sono diretta verso la porta, ma il telefono mi ha interrotta: avevo ricevuto un messaggio.
Da Marissa:
"Heii,pronta per il nostro ultimo primo giorno di inferno?"
(Era il primo giorno dell'ultimo anno di liceo finalmente)
A Marissa:
"No,voglio ritornare a dormire"
Marissa era la mia migliore amica fin dalla nascita,noi siamo cresciute insieme,di lei mi posso sempre fidare e so che c'è sempre nonostante i nostri momenti no.
Dopo aver risposto al messaggio sono uscita di casa e mi sono diretta alla fermata dell'autobus, scoprendo, a malincuore, che come al solito ero in ritardo ed era già passato, così mi sono fatta forza e sono tornata a casa per prendere la macchina e nel frattempo speravo che questo giorno iniziato non nel migliore dei modi, si aggiusti.
Arrivata a scuola c'erano alcuni ragazzi spaventati e altri entusiasti o ansiosi di iniziare il liceo, il cortile era invaso da adolescenti: i ragazzi del 3°anno che fumavano,quelli del 4° e del 5° che stavano arrivando con le moto e le macchine e poi quelli del primo completamente spaesati.
Da lontano però vidi il mio gruppo di amici, erano tutti raggruppati vicino l'ingresso della scuola.
- Ci rivediamo "Inferno"! - urlò Luke, il mio miglior amico da sempre, rivolgendosi all'enorme edificio alle sue spalle, come se stesse salutando un suo vecchio compagno di viaggio.
Hei Marika! - sentì qualcuno all'improvviso aggrapparsi alle mie spalle per saltare: era quella pazza di Lara che conoscevo dalla prima media, quando, durante la lezione di arte, buttò un intero barattolo di vernice blu sulla testa della professoressa beccandosi una settimana di sospensione.
Da quel giorno eravamo diventate inseparabili, mi raccontò della sua ossessione per parigi e che un giorno, prima o poi, ci sarebbe andata a vivere.
Nel frattempo erano arrivati anche gli altri ragazzi dell'ultimo anno e tra questi c'era anche il mio ex ragazzo...eh sì ero costretta a vederlo tutti i giorni e direi che all'inizio è stato tutt'altro che facile, ma con il tempo le cose sono migliorate e ora siamo "buoni compagni di scuola", se così si può dire, nonostante tutto.
Vi racconterò brevemente quello che è successo: ci siamo conosciuti durante la gita del terzo anno ma solo l'anno dopo abbiamo iniziato a frequentarci. La nostra storia, se così la si può definire, è durata un nulla precisamente due settimane poco più, il problema è che poi sono continuati vari tira e molla per quasi un anno e nonostante lui fosse fidanzato faceva di tutto per avervi vicino e non perdermi...ero diventata quasi la sua confidente fino a che non capii veramente le sue intenzioni: ero la sua "bambolina usa e getta" che gli faceva comodo quando era da solo e non aveva nessun'altra perché tanto ormai lo aveva capito da se che ero persa di lui, dopotutto è stato il mio primo amore è come si osa dire "il primo amore non si scorda mai". Risulterà anche smielata questa cosa ma è così, che noi lo vogliamo oppure no.
Comunque, ritornando alla "magnifica" giornata appena iniziata...dopo aver salutato tutti, notai un ragazzo che non conoscevo fissarmi dalla testa ai piedi come se io fossi l'intrusa del gruppo o la nuova arrivata,così ho iniziato a domandarmi chi fosse,finchè Luke non ce lo presentò.
- Ragazzi, non vi ho ancora presentato Joejoe, si è appena trasferito da Palermo e passerà questo anno con noi! - aveva i capelli del mio stesso colore (biondo scuro tendente al marrone), i suoi occhi erano dello stesso colore di un mare in tempesta, mentre i miei erano nero carbone.
- Smettila di chiamarmi joejoe!-rimproverò a Luke
- Piacere, Joseph - mi disse allungando il braccio per presentarsi e facendo un sorriso anch'esso malizioso come il suo tono di voce.
Appena i nostri occhi si incrociarono incominciai a sentire caldo e le mie guancie stavano diventando dello stesso colore della maglia che indossavo e si era formato uno strano silenzio piuttosto imbarazzante, così Marissa per rompere un po' il ghiaccio disse la prima cosa che le passò per la testa:
- Come vi siete conosciuti tu e Luke? -prima di rispondere a quella domanda, i due ragazzi si guardarono e incominciarono a ridere a crepapelle, fino a quando non smisero per alcuni minuti e ci dissero che la prima volta che si erano conosciuti fu ad una festa, quando, entrambi ubriachi, erano andati in giro per le strade di Palermo a cantare a squarciagola quelle tipiche canzoni della tradizione siciliana, finendo per addormentarsi entrambi su una panchina del parco del quartiere. Da allora erano diventati come fratelli. In quel momento ho iniziato a ridere anche io perché mi immaginavo la scena: due ragazzi ubriachi fradici che girano per la città cantando "ciuri, ciuri ciuri di tuttu l'annu..."

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