Capitolo 36

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(Buonasera carotine.. allora come vedete sono stata così brava da scrivere un capitolo in pochissimo tempo, volevo aspettare domani per farvelo avere.. ma poi mi sono detta: 'e perché mai dovrei farlo?'. Così eccovi il capitolo, fresco fresco. Spero vi piaccia, fatemelo sapere e votate mi raccomando. Un bacio xx)

Circa due ore dopo aver parlato interrottamente con Ed su quanto sia bello il significato di quella canzone e su quanto tutte noi sue fan ameremo questo singolo nel modo in cui abbiamo amato gli altri.. e dopo due ore di chiacchiere su cartoni Marvel, libri di cucina che non servono a nulla e come usare un frullatore.. Ed è andato via, perché ovviamente ha le sue cose da fare, e anche se mi piacerebbe davvero molto poter stare con lui tutto il giorno, a quanto pare non è proprio possibile.

Gemma mi ha abbandonata, penso che sia da qualche parte con qualche sua vecchia amica, quindi di certo non andrò a disturbarla, anche perché non mi va di passare il tempo con quella ragazza con la quale è andata via, sembrava davvero molto antipatica.

Così decido che posso tornare nello studio di Giulian e vedere se i ragazzi sono ancora lì a fare prove.

"Giulian?" busso leggermente e lui alza la testa da quello che sembra uno strumento di altissima tecnologia, per farmi un sorriso. Vedo comunque che i ragazzi non sono più qui, quindi farò meglio, e più bella figura, a chiedere semplicemente dove sono, se lo sa.. "Sai dove sono andati i ragazzi?" sorrido in modo gentile quando si gratta la barba in modo pensieroso.

"Uhm.. penso che siano andati al bar, o al buffet al terzo piano"annuisce sorridendo.

"Grazie mille. Buon lavoro" alzo il dito indice e quello medio in aria, e lui ricambia.

Vado verso gli ascensori e aspetto che si aprano.

Quando finalmente accade, una ragazza mora, con quelli che sembrano quintali di trucco sulla faccia esce parlando a voce troppo alta al telefono.

"Lo so Kayle, era così out" alza gli occhi al cielo.. Mi sembra comunque un volto conosciuto.

Trattengo le mie risate per quando rimango in ascensore da sola, così da non risultare maleducata. Non me ne fotterebbe di meno di risultare maleducata, ma questo non è il mio territorio quindi mi attengo alle regole che la società impone, ovvero: non mancare di rispetto, segui le regole, e tante altre stronzate che chi più ne ha più ne mette. La cosa che mi stupisce di più di tutte queste regole, è che la prima che viene infranta, non ci pensa nessuno due volte a giudicare quelli come noi.. i più giovani intendo. Parlano tanto di rispetto, di valori che vanno mano mano perdendosi negli anni e nelle generazioni.. ma dimenticano che i primi a portare a tutto ciò sono loro. Nessun giovane mancherebbe di rispetto a qualcuno di più grande, se quest'ultimo non si comportasse come se fosse Dio sceso in terra.

Sistemo un attimo i capelli, mentre mi rifletto sullo specchio della cabina, quando questa si apre. Davanti a me, il ragazzo delle botigliette d'acqua. Magari posso chiedere a lui dove si trovi il buffet.

"Hey.." lo fermo mentre io sono fuori e lui è dentro.

"Dimmi" sorride. Sono tutti così simpatici?

"Sai per caso dov'è il buffet?"

"Oh si certo.. basta che cammini dritta davanti a te, fino alla terza porta bianca con il numero 220, aprila e potrai mangiare qualsiasi cosa tu voglia" ride.

Nemmeno il tempo di dirgli che non sono io quella che vuole andare lì.. che ha lasciato che le porte si chiudessero, nascondendo la sua piccola figura, e le sue bottiglie.

Cammino nel corridoio, fino alla terza porta bianca sulla destra, ma non c'è nessuno 220, così provo a vedere a sinistra e, per mia fortuna, la trovo.

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