Capitolo 1

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Il clima invernale di Holmes Chapel è, e rimane, uno dei miei preferiti in assoluto. Non sono mai stata una a cui piace troppo il sole, ero sempre 'quella pallida' a scuola, mi prendevano in giro con 'Ragazza fantasma' e cretinate varie.. e io rispondevo dando loro, ad ognuno di loro, nomignoli speciali quali 'Figlio di puttana' 'Ragazzo gabinetto'...

Schiaccio il mozzicone di sigaretta con me mie vans nere prima di sistemarmi meglio il giubbotto. Avevo voglia di fumare, ma so quanto Anne odi l'odore di fumo. Non per niente Gemma non si distrugge i polmoni con questa merda. A dire il vero, anche mia madre odia l'odore di fumo, ma non sa che a portarlo in casa è la sua adorabile figlia maggiore, la quale sarei io.

Perciò, visto che rispetto la famiglia Styles, decido di rispettare anche il loro 'razzismo' contro il fumo prima di cominciare ad avanzare verso il loro vialetto.

Gemma ed io siamo coetanee, abbiamo fatto insieme ogni scuola possibile ed immaginabile, nido, materna, elementari, medie, liceo... tutto. Fino all'università: lei ha scelto di seguire Medicina, e io qualcosa di un po' più artistico, quale sarebbe lo studio della fotografia.

Amo la fotografia da quando ne ho memoria... ho scattato la mia prima foto a 4 anni ad un pesce con una vecchia Polaroid, che conservo ancora gelosamente nella mia minuscola camera, che è il mio habitat naturale da ormai 23 anni.

Busso leggermente alla porta prima di aspettare la risposta che non tarda ad arrivare. Ad aprire è Robin, che mi sorride e mi fa sengo di entrare.

"Vieni, non fa freddo fuori per quel giubbotto così leggero Cher?" sorride.

"Charter" Lo correggo gentilmente. Solo pochi hanno l'onore di abbreviare il mio nome, e di sicuro il partigno della mia migliore amica non è uno di questi. Non che sia una cattiva persona.. solo che.. è così strano lasciar abbrevviare il mio nome a un uomo così adulto.

"Certo Charter, scusa" alza le mani in segno di difesa mentre mi tolgo il giubbotto.

"Gemma è di sopra?" chiedo non vedendo Anne nei paraggi.

"Oh si.. . ha una sorpresa per te.. farai bene a darti una mossa sai che non resisterà a lungo prima di scoppiare" ride e lo seguo, giusto per fare la gentile.

Sono una che ride difficilemte. Insomma, non per passare per una depressa gotica del cazzo, ma non mi piace ridere per cose stupide, ed il suo commmento era profondamente tale.

Faccio le scale a due a due prima di arrivare alla porta bianca della camera di Gemma e, senza bussare, mi pare ovvio, la spalanco.

"Hola stronzetta" dico con poco entusiasmo mentre butto in un angolo della camera, poco illuminata, il mio cappotto e mi catapulto sul letto.

Mi piace l'odore che hanno le sue lenzuola, mi chiedo se anche io come Gemma, abbia un odore.. mi piace il fatto che lei, pur potendosi permettere tutti i profumi di questo mondo, preferisca tenere il profumo della sua pelle.. non lo so, posso chiamarlo solo così. Gemma è una persona speciale, e lo è anche il suo profumo.

"Perchè hai spento la luce? Sei diventata una specie di McKayla Stone 2 la riscossa?" chiedo indicando il lampadario spento. McKayla era una nostra compagna di corso al liceo, ed aveva una fissa per il colore nero, e tutto che la riguardasse era sempre e solo nero, (ed intendo anche la sua fedina penale).

"Come sei poco delicata Cher, hai almeno visto chi c'è qui con me?" c'è troppo entusiasmo nella sua voce, non che non ci sia sempre, ma tutto ciò è preoccupante.

"Chi? Hai comprato un altro gatto? Sai che odio quelle pulci" dico senza preoccuparmi di alzarmi e prendo il mio telefono alzandolo in modo da poter vedere l'ultimo messaggio di Richard, il che comprende tanti cuori rossi.

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